Elisabetta Giovanna Rosafio è professore ordinario di Diritto della navigazione e Diritto aerospaziale presso la…
Antitrust Ue, Google: “Aumentare la qualità non è anticoncorrenziale”
“Abbiamo sempre lavorato per migliorare i nostri servizi e creare nuove modalità con le quali fornire risposte più accurate e mostrare annunci più utili. Crediamo che le conclusioni preliminari espresse dalla Commissione europea siano errate da un punto di vista fattuale, giuridico ed economico, e che il nostro lavoro aumenta le possibilità di scelta per i consumatori e crea opportunità per le aziende di tutte le dimensioni”. È così che Google, in un blogpost firmato da Kent Walker, Senior Vice President e General Counsel della compagnia, presenta la risposta ufficiale allo statement of objection che la Commissione europea ha recapitato a Mountain View nell’aprile scorso in merito a un presunto abuso di posizione dominante in ambito eCommerce. Sotto la lente dell’Antitrust continentale c’è il servizio che, al fianco dei classici risultati di ricerca, mostra una finestra con annunci a pagamento riferiti a prodotti e relativi prezzi, permettendo di acquistare direttamente all’interno di Google Shopping; questo, a detta della Commissione, minerebbe la concorrenza distraendo il traffico dagli aggregatori. “Nello statament of objection – prosegue il post – non si tengono in considerazione i benefici per consumatori e inserzionisti, e non si fornisce una chiara teoria giuridica per collegare le affermazioni alla soluzione proposta. Inoltre, non si considera l’impatto di servizi come Amazon ed eBay, che si sono ritagliati una fetta di traffico molto più grossa rispetto agli annunci di Google Shopping“. “Negli ultimi 10 anni – afferma Kent – Google ha indirizzato oltre 20 miliardi di clic gratuiti verso gli aggregatori di online shopping nei paesi interessati dalla comunicazione della Commissione, con un aumento del 227% del traffico organico. E il traffico totale è aumentato ancora di più. Le modalità con le quali le persone cercano, confrontano e acquistano sono in rapida evoluzione; nel fornire risultati sapevamo dunque che avevamo bisogno di andare oltre il modello 10 link blu per tenere il passo con i nostri concorrenti e servire meglio i nostri utenti e inserzionisti. Abbiamo sviluppato nuovi modi per organizzare le informazioni sui prodotti e presentare in formati maggiormente utili e fruibili gli annunci. Per questi motivi nel 2012 abbiamo introdotto la Google Shopping Unit, e non pensiamo questo formato sia anticompetitivo, anzi, i dati ci dimostrano che è un approccio del quale si avvantaggiano sia gli inserzionisti che gli utenti”. “La Commissione – continua Kent – propone come soluzione l’inserimento nei nostri spazi pubblicitari di annunci provenienti da alte compagnie, un approccio che rischia di pregiudicare la qualità e la pertinenza dei nostri risultati di ricerca. Inoltre, nella nostra risposta al sob l’ex Presidente del Tribunale dell’Unione Europea Bo Vesterdorf spiega perché un tale obbligo possa essere giustificato solo laddove una società abbia un obbligo di fornitura di un servizio ai suoi concorrenti, perché magari controlla un input essenziale e al contempo non disponibile altrove, come può essere per il gas o l’elettricità; uno standard che non può applicarsi in questo caso alla luce delle tante modalità con le quali si possono raggiungere i consumatori su Internet”. A corredo del post è stato anche diffuso un video nel quale alcuni ingegneri di Google ripercorrono “17 anni di preziose innovazioni”. 27 agosto 2015