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La banda larga cresce, ma l’Italia resta indietro. Il nuovo rapporto “The State of the Internet” di Akamai [Mappe]

Traffico Attacchi Informatici

Un aumento dell’adozione della banda larga del 93% rispetto al 2012, un’impennata che non basta tuttavia a far superare all’Italia la quota del 49%, lasciandola sola insieme a Grecia e Turchia sotto al 50% tra i Paesi europei. È quanto emerge dal rapporto “The State of the Internet” di Akamai riferito al terzo trimestre del 2013. La velocità media di connessione resta attorno ai 4,9 Mpbs, mentre risulta in calo il picco medio della velocità di connessione, pari al 18,2 Mbps, inferiore del 4.9% rispetto allo scorso anno e del 22% rispetto al trimestre precedente. L’Italia è inoltre l’unico Paese europeo ad aver registrato un picco di velocità di connessione al di sotto dei 20 Mbps. Nei Paesi Bassi, ad esempio, si è registrato un aumento del picco del 29% a 39.6 Mbps, in Repubblica Ceca del 28% a 34.8 Mbps, nel Regno Unito del 27% (35,7 Mbps).  A seguire Svezia (+23%, 33,1 Mbps), Austria (+23%, 3,4 Mbps), Romania (+22%,45,4 Mbps), Norvegia (+22%, 28,2 Mbps) e Irlanda (+20%, 31,8 Mbps). A livello europeo, la velocità media di connessione ha segnato un incremento del 10% rispetto al trimestre precedente, attestandosi intorno ai 3,6 Mbps. In particolare, sono i Paesi Bassi ad aver registrato la crescita maggiore del trimestre (pari al 23%), con una velocità di connessione media di 12,5 Mbps.

Velocità media delle connessioni (Mbps – Akamai 3rd Q 2013)

Picco massimo di velocità di connessione (Mbps – Akamai 3rd Q 2013)

Sempre i Paesi Bassi (+45%) sono capofila per il maggiore incremento nell’high broadband (superiori ai 10 Mbps) rispetto al trimestre precedente, seguiti da Danimarca (+38%), Belgio (+36%), Repubblica Ceca (+31%), Svizzera (+6,7%) e Lettonia (3,7%).

Adozione broadband (>4 Mbps – Dati in % – Akamai 3rd Q 2013)

Adozione high broadband (>10 Mbps – Dati in % – Akamai 3rd Q 2013)

Sul fronte degli indirizzi connessi, con poco più di 19 milioni di unità, in calo del 5% rispetto allo scorso trimestre, l’Italia resta in nona posizione nella top ten globale per numero di indirizzi IPv4 unici connessi ad Akamai. Per la prima volta, inoltre, il report include dati relativi all’adozione di indirizzi IPv6: nella top ten globale figurano ben sette nazioni europee mentre in Asia solo una, il Giappone. Cambia la classifica dei Paesi dai quali si origina il maggior numero di attacchi informatici; con il 35% degli attacchi generati, la Cina è tornata infatti ad essere la principale fonte di minaccia al mondo, scalzando l’Indonesia che scende in seconda posizione con il 20% degli attacchi. Permangono in terza posizione gli Stati Uniti con l’11% degli attacchi. E’ aumentato di oltre 3 punti percentuale il numero di attacchi provenienti dall’Europa che, in totale, ha generato il 13,5% degli attacchi osservati, 0,7% dei quali originati in Italia.

Traffico attacchi informatici

29 gennaio 2014

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