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Age Verification e tutela dei minori. Intervista all’Avvocato Iside Castagnola membro del Comitato Media e Minori per il MiSE.

 

 

La Redazione di DIMT ha intervistato l’Avvocato Iside Castagnola, la quale è attualmente membro attivo del Comitato Media e Minori presso il Ministero dello Sviluppo Economico e consigliere del Co.Re.Com Lazio, inerentemente l’attività di age verification imposta dal GDPD alla piattaforma social Tik Tok.

 

 

Avvocato Castagnola, Lei è da anni impegnata in prima linea per le campagne di sensibilizzazione sui rischi del web per i minori, un impegno di cui si è presa carico nel suo quotidiano. A Suo avviso, quali sono le principali responsabilità che gli adulti hanno, nei confronti della tutela dei minori sul web?

Mai come in questo momento di emergenza Covid vi è l’esigenza prioritaria di un’alfabetizzazione digitale  che coinvolga sia i genitori e che i ragazzi dagli 8 ai 18 anni. Un aspetto che sta diventando sempre più prioritario guardando semplicemente anche ai numeri della polizia postale. Sono aumentati, come sappiamo tutti, i reati connessi ai rischi del web come ad esempio: DeepFake, Revenge Porn, adescamento online e simili. Oltre l’aumento di questi reati, dobbiamo tenere conto anche delle ripercussioni sulla vita sociale e psicologica dei ragazzi la quale viene privata dalla dipendenza da internet, un fenomeno che, a mio parere, è ancora più grave rispetto al cyber bullismo. Abbiamo a Roma, grazie a protocolli istituzionali, dentro l’Ospedale Gemelli, una sezione dedicata che segue persone con dipendenze da internet. A livello sia del singolo che familiare.

Una delle cose più importanti di cui abbiamo il dovere di parlare sono i rischi sociali e legali a cui sono esposti i ragazzi nell’impatto con i social media. Facendo un esempio estremamente attuale, possiamo pensare al fenomeno TikTok nella tematica dei social media legati ai rischi nel web. Si parla tanto di questa emergenza sociale in ambito di tutela dei minori, quando a mio parere si tratta di un problema che andrebbe ricollegato anche al mondo degli adulti: responsabilizzando e sensibilizzando i genitori su queste importanti tematiche di criticità e rischi nel web. Sono proprio i genitori o i fratelli maggiori o membri adulti della famiglia, a dare un cattivo esempio: un uso non corretto di internet. Perché da vari studi emerge che il 46% delle persone adulte italiane, purtroppo, naviga su internet davanti ai minori per 4/5 ore al giorno. Questo è un dato allarmante, rispecchia una situazione dove i minori, che emulano il comportamento degli adulti, sono esposti all’interno dello stesso nucleo familiare con una cattiva educazione. Il mio augurio è che si riparta dall’esempio e dai valori.

 

In ambito di tutela per i minori, qual è il lavoro che il Comitato per i Media e i Minori del Mise ha fatto in collaborazione con l’Autorità per la privacy? A Suo avviso il filtro age verification potrebbe essere un efficace strumento di tutela per i minori?

Come giurista devo dire che è stato molto interessante rappresentare questo disagio delle famiglie italiane, anche in seguito al fatto di cronica della morte di Antonella (il caso della morte della minore di Palermo) e rispetto al disagio dei minori che navigano usando account su piattaforme social come Tik Tok. Perché Tik Tok? Ad oggi questa piattaforma social conta circa 8 mln di account in Italia e tra questi ci sono sicuramente molti bambini piccolissimi (si pensi ad esempio all’età di Antonella che aveva solamente dieci anni e circa 10 account su varie piattaforme). Abbiamo fatto degli appelli al GDPD di cui siamo fieri. Il Garante ha emanato un provvedimento d’urgenza che ha aperto una prima strada. Una strada che sicuramente è estendibile ad altri social come FaceBook o Instagram, che ci pone finalmente di fronte alla certezza che la politica deve occuparsi di due punti: del recepimento della direttiva media audiovisivi e, per dare un segno concreto di tutela per i diritti e la tutela dei minori, l’adozione di un quadro normativo strutturato da riformare rispetto a quella che è la Age Verification. Il filtro (Age Verificaton), rispetto all’accesso dei minori, non è la soluzione dei problemi perché chiaramente di origine culturale, ma dentro questa problematica è sicuramente un primo passo importante. Quindi non è la soluzione il filtro Age Verification, ma è ugualmente fondamentale.

Vorrei fare un appello ai nostri studenti, professori e docenti: che facciano uno studio su questo argomento, su quali siano i risvolti dell’implementazione di software per la verifica dell’età imposti dalla legge. Chiaro che la normativa dovrebbe essere di natura transnazionale, perché possiamo in assoluto combattere questo tipo di logica, che non tiene conto della tutela dei minori, solamente con una normativa che abbia una copertura a livello europeo. E’ un fatto importantissimo che il primo passo verso questa direzione sia stato compiuto dall’Autorità per la Privacy. Le istituzioni, la scuola e le grandi aziende di comunicazione dello Stato, in questo momento si impegnino coordinandosi per rendere la rete un ambiente più sano e più sicuro.

Occorre ripristinare senso di legalità sul web. Vorrei ricordare che, in conformità con il Regolamento generale europeo per la protezione dei dati personali (GDPR), nessun minore di 14 anni può essere titolare di un account social. Ma quello che si sta verificando, è “il fenomeno dell’age swapping (scambio di età), ossia la contraffazione dell’età anagrafica per poter accedere. Da qui vorrei sottolineare nuovamente l’importanza che i genitori hanno nell’accompagnare i figli nella navigazione su internet: bisogna far capire ai ragazzi l’importanza delle regole, perché tramite la loro applicazione possono essere tutelati. Non solo, vi è la necessità di continuare le campagne di informazione e media education perchè: l’unica forma di tutela valida è la formazione.

 

 

 

Rimandiamo all’approfondimento del professor Alberto Gambino, presidente dell’Italian Academy of the Internet Code e prorettore vicario dell’Università Europea di Roma:

Come arginare il delirio di onnipotenza di TikTok. La soluzione del prof. Gambino

 

 

 

Le questioni giuridiche relative alle piattaforme saranno affrontate anche nel corso del Tech  Talk “Democrazia e potere nei Social Nerwork: la privatizzazione della censura online”, organizzato da Italian Academy of the Internet Code
L’evento si terrà sulla piattaforma Teams il 19 febbraio p.v. dalle ore 16.00 alle ore 17.30 e sarà possibile accedervi tramite il seguente link:  fai clic qui per partecipare alla riunione.
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