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Il diritto alla salute precede la privacy, ma con una app volontaria e garantita

Nella annunciata programmazione della cd. fase 2 dell’emergenza nulla si dice della applicazione “Immuni”, lo strumento tecnologico grazie al quale si possono conoscere, per evitare, luoghi e persone a rischio contagio. Credo che la ritardata previsione della app sia dovuta a problemi di privacy, che debbono essere risolti al fine di evitare violazioni.

L’unico vero e concreto problema di privacy è quello del trattamento dei dati sensibili, tra i quali quelli riguardanti la salute delle persone, che non debbono essere portati a conoscenza di terzi, per tutelare la dignità umana ed evitare forme di discriminazione sociale.

Clicca o scarica la foto per continuare a leggere l’articolo di Tommaso Frosini su Il Dubbio.

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