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La battaglia sull’app Immuni che ritarda la Fase 2

È evidente che il 4 maggio non inizia la Fase 2, ma al massimo la Fase 1 e mezzo. Oppure, nel linguaggio dei sistemi operativi, la Fase 1.2. Un piccolo aggiornamento di quello che c’era prima. Come quando aggiorni il personal computer e un messaggio ti dice: “Bravo, con questa release hai eliminato qualche bug e leggermente migliorato le prestazioni”. In questo caso non del pc di casa ma del sistema Italia in pandemia. Perché questo ritardo? O questo errore collettivo nelle aspettative? Il 21 aprile, parlando alle Camere, il premier Conte aveva affermato che nella Fase 2 il governo avrebbe puntato al “rafforzamento della strategia di mappatura dei contatti esistenti e di teleassistenza con l’utilizzo delle nuove tecnologie”. Parlava della app Immuni. In sostanza, aveva chiarito il premier, usando per la verità un linguaggio che si presta ad equivoci, “per tracciare chi ha già avuto il coronavirus si userà l’app Immuni”.

In realtà le app di “contact tracing” non servono a tracciare chi ha già avuto il coronavirus ma a ricostruire i contatti di chi ha scoperto di essere positivo. Un semplice errore di esposizione o l’intenzione di far prendere alla app italiana una strada diversa? Due giorni dopo parlando a SkyTg24, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva detto che il governo utilizzerà la app Immuni per il tracciamento dei contatti delle persone contagiate dal coronavirus in Italia  dicendo che “serve a permettere a un cittadino di avere una segnalazione nel caso in cui stia per entrare a contatto con un positivo”. Molti hanno commentato questa frase con ilarità, dicendo che il ministro ovviamente non ha capito come funziona l’app che non serve a prevedere il futuro, ma a ricostruire il passato. Si tratta soltanto di confusione comunicativa o c’è dell’altro? E perché la app è scomparsa nel momento in cui il premier, ieri sera, ha presentato il decreto che nelle intenzioni del governo avvia la Fase 2?

La app che doveva ridarci la libertà di movimento è scomparsa dal radar perché dietro le quinte è in corso una discussione dagli esiti imprevedibili all’interno del governo, fra i ministri, fra le diverse task force.

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