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Il diritto di essere uccisi. La presentazione del volume curato da Mauro Ronco
Martedì 25 giugno, presso la sala del Senato di Santa Maria in Aquiro, è stato presentato il volume Il “diritto” di essere uccisi: verso la morte del diritto? (G. Giappichelli Editore), a cura di Mauro Ronco e promosso dal Centro Studi Rosario Livatino.
I giuristi raccolti intorno al Centro Studi Rosario Livatino esprimono alcune ragioni fondamentali che impongono di conservare intatti nell’ordinamento il divieto dell’aiuto al suicidio e dell’eutanasia. L’introduzione all’opera è di Alfredo Mantovano. I contributi scientifici sono di Antonio Ruggeri, Luigi Cornacchia, Assuntina Morresi, Giovanna Razzano, Giacomo Rocchi e Mauro Ronco.
“Oggi c’è una sovrapproduzione di volumi spesso legati ad opinioni, soggettivismi, poco fondati dal punto di vista del metodo”, ha detto Alberto Gambino, direttore scientifico di Diritto Mercato Tecnologia, presente all’evento in qualità di relatore. Invece, ha proseguito il professor Gambino, il volume curato da Ronco è degno di nota, perché pur ospitando una pluralità di contributi – anche legati a saperi diversi -, tutti gli autori tendono verso un certo rigore metodico. “E’ difficile disarticolare i ragionamenti presenti nel volume, perché non sono ragionamenti che ricercano l’effetto, ma l’approfondimento”.
Il volume, come da titolo, analizza il dibattito in merito al presunto ‘diritto a morire’. “Qui non è in gioco la categoria della libertà; è in gioco la categoria del diritto, e cioè quando lo stato assiste quella libertà offrendo uno strumento giuridico: è questo il tema”, ha spiegato Gambino.
“Un altro tema che suscita particolare interesse è quello della proporzionalità della cura. La legge 219 presenta un vulnus importante, quando, semplificando, l’idratazione e l’alimentazione diventano ‘disponibili’. La legge le tratta come delle terapie – dei medicinali, in sostanza -, agganciando quindi al rifiuto alle terapie anche il rifiuto all’acqua e all’alimentazione”.
Di seguito, il video del convegno e dell’intervento del professor Alberto Gambino.