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Come l’emergenza sanitaria ha cambiato l’attività dell’avvocato

Dai contatti con i clienti alle consulenze e ai rapporti con i colleghi. Presente già da tempo nell’attività dell’avvocato penalista, la telematica è diventata, in questo periodo di epidemia, lo strumento pressoché esclusivo di relazione. Un uso massiccio che sta trasformando l’attività dell’avvocato penalista.

E questo anche a prescindere dalla possibilità di utilizzare videoconferenze e collegamenti da remoto per lo svolgimento di udienze o indagini preliminari, previsto dalla legislazione di emergenza ma investito dalle critiche perché accusato di ridurre le garanzie della difesa e di violare il principio dell’oralità del processo penale.

«In queste settimane abbiamo scoperto un mondo», dice Maurizio Bellacosa, partner dello studio Severino penalisti associati. «Facevamo raramente ricorso alle videoconferenze perché l’attività del penalista è tradizionalmente basata sul contatto personale. Ma ora stiamo apprezzando i pregi di questo strumento sia nei rapporti con i clienti sia nei contatti con gli altri colleghi».

Fondamentale è però la riservatezza: «È necessario che ci sia una adeguata protezione del sistema informatico – continua Bellacosa – che impedisca ogni ingerenza o intromissione esterna. Il nostro studio, da tempo, si affida a una società specializzata in cybersecurity».

Mette l’accento sulle opportunità che la tecnologia offre e sui rischi che veicola anche Fabrizio Salmi, titolare a Milano dello studio legale Salmi, specializzato in «Penale 4.0», vale a dire nei reati legati allo sviluppo tecnologico, dal cybercrimine ai bitcoin. «La tecnologia ci ha cambiato la vita in poco tempo – osserva – e la pandemia sta accelerando questo processo. Nei prossimi mesi dovremo rivedere le nostre modalità di lavoro e digitalizzare sempre più lo studio. Ma occorre fare attenzione a come lo si fa perché il crimine sfrutta la tecnologia per entrare nelle nostre vite: il largo utilizzo dello smart working di questo periodo sta facendo esplodere le problematiche della sicurezza e dell’accesso ai dati».

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