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La Francia vota la web tax, gli Stati Uniti minacciano ritorsioni

Sulla web tax sale la tensione tra Washington e Parigi: la legge approvata ieri dal Senato francese è secondo Donald Trump una misura specificamente disegnata per danneggiare i colossi americani Gafa (Google, Amazon, Facebook, Apple).

Per questo il presidente degli Stati Uniti ha ordinato un’indagine che valuterà l’impatto della digital tax francese e che potrebbe portare a dazi contro Parigi. Pronta la replica del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire: “La Francia è uno Stato sovrano, decide in modo sovrano delle sue disposizioni fiscali, e continuerà a decidere in modo sovrano delle sue questioni fiscali”, ha indicato il ministro intervenendo in Senato prima del voto. L’escalation è un campanello d’allarme per tutti i paesi Ue, Italia compresa, che lavorano sulla web tax nazionale in attesa di una soluzione pan-europea o globale.

Il piano per la tassa francese sulle aziende del digitale è stato illustrato dal ministro Le Maire lo scorso marzo: le vendite in Francia dei gruppi del web saranno tassate al 3%, per un totale di mezzo miliardo di euro all’anno di gettito fiscale per lo Stato. Ribattezzata dai media come la “Taxe Gafa”, la tassa è destinata a società con entrate digitali mondiali di almeno 750 milioni ed entrate francesi superiori a 25 milioni di euro: colpisce dunque circa 30 imprese, per la maggior parte americane ma non solo, perché sono interessati anche big cinesi, tedeschi, spagnoli e britannici e francesi.

Per il presidente americano Trump, tuttavia, la “taxe Gafa” è volta specificamente a danneggiare le aziende americane: di qui l’ordine allo U.S. Trade Representative Robert Lighthizer di aprire un’inchiesta sulla digital tax francese che potrebbe condurre all’imposizione di dazi o ad altre restrizioni commerciali.

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