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Morto il giurista Giuseppe Guarino

Il ricordo di Guido Salerno Aletta, pubblicato su Milano Finanza.

Ha deciso di lasciarci, stanotte alle 4, Giuseppe Guarino.

Artefice e testimone della grande stagione della Ricostruzione dell’Italia nel Dopoguerra. Credente in una Costituzione democratica e repubblicana fondata sul lavoro, sul risparmio e sulla capacità dello Stato di dirigere e coordinare l’iniziativa economica pubblica e privata verso fini sociali. Si doleva della crisi profonda di questa Europa, che definì “robotizzata” per essere guidata da regole astratte, definite come salvifiche e risolutive, una volta per tutte, e non dalle decisioni degli uomini che, alla guida, nella loro prudenza e saggezza affrontano di volta in volta le avversità che il destino riserva.

Visione geopolitica e conoscenza minutissima delle norme erano il crogiuolo della Sua capacità di leggere l’ordinamento, frutto di una alchimia altrimenti incomprensibile.La norma era il distillato di volontà e necessità, del volere che domina l’essere e che dallo stesso è parimenti condizionato. “Mettiti sotto un trave, stai al coperto!”, così mi disse l’ultima volta che andai a fargli visita, qualche tempo fa. Nel suo studio, con i suoi occhi azzurri più chiari e  affettuosi che mai, mi avvertì: “C’è un terremoto in corso. Risparmiati per dopo, per quando ci sarà bisogno di uomini come te, per ricostruire”.

Non ho fatto mai nulla per ingraziarmi la Sua stima, né per avere la consolazione dell’affetto paterno con cui mi ascoltava.

Ed ora lo piango, con tutti Voi.

Giuseppe Guarino, era nato a napoli nel 1922. Oltre che finissimo giurista, è stato Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato e Ministro delle partecipazioni statali. Sostenne l’illeggittimità del Fiscal Compact.

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