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Huawei, tutti i subbugli sul 5G fra Italia e Regno Unito

Il governo italiano ha applicato il “golden power”, l’esercizio dei poteri speciali, su due contratti di fornitura tecnologica 5G di Tim e Windtre. Entrambi con il fornitore cinese Huawei.

Lo scrive oggi il Sole 24 Ore sottolineando che la decisione è stata presa nel consiglio dei ministri di lunedì scorso, confermando così le indiscrezioni di giorni fa di Formiche di Paolo Messa ( (che in Leonardo sta per essere sostituito come direttore delle Relazioni istituzionali Italia – secondo quanto ha anticipato giorni fa Gianni Dragoni del Sole 24 Ore – da Filippo Maria Grasso proveniente da Pirelli; Messa secondo il Solepotrebbe andare negli Stati Uniti al vertice di Leonardo Us).

A quanto risulta al Sole 24 Ore, sono già stati notificati a Tim e Wind i rispettivi Dpcm (decreti della presidenza del consiglio). Non vengono bloccati i contratti di fornitura ma sono poste delle prescrizioni, tuttavia il tema avrebbe diviso i ministri. La Difesa – ministro Lorenzo Guerini(Pd) – optava per soluzioni più incisive mentre lo Sviluppo – ministro Stefano Patuanelli (5 Stelle) – ha definito un provvedimento con semplici prescrizioni.

Nel caso di Tim le condizioni intervengono su modifiche relative a una precedente commessa firmata con Huawei, ha spiegato Carmine Fotina del quotidiano diretto da Fabio Tamburini: “Il Dpcm non si riferisce dunque alla nuova gara per la parte “core” della rete per la quale l’azienda, come emerso mercoledì, ha escluso Huawei dalla lista dei fornitori. «Scelta industriale per diversificare i produttori» ha spiegato Tim. Per quanto riguarda Wind, invece, le prescrizioni si riferiscono alle forniture per la parte di accesso della rete”.

 

 

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