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Conciliazione Predittiva: il progetto di Buona Pratica per prevedere gli esiti

Conciliazione endo procedimentale e sistemi di predittività per rafforzare la giustizia partecipata, cioè l’istituto della conciliazione demandata dal giudice o addirittura proposta dal giudice (articolo 185 c.p.c.).

Da qualche anno è in corso un progetto pilota di iniziativa “giudiziaria” che sta raccogliendo in una Banca dati i provvedimenti conciliativi più significativi sotto il profilo della motivazione e dell’indirizzo giurisprudenziale adottato in merito alla questione giuridica prevalente. Non solo. Nel documento conciliativo da inserire in banca dati sono indagati a) la ragione per la quale il giudice ha ritenuto di fare la proposta conciliativa in una certa fase del processo; b) il thema decidendum e il thema probandum; c) le leve conciliative (nella motivazione); d) l’impatto della conciliazione sull’esito definitorio del processo.

“L’obiettivo è quello di individuare dei trend replicabili, non solo nelle cause seriali; ma – e andiamo al cuore della predittività- anche a questioni più complesse come quella del risarcimento del danno non patrimoniale”, ha spiegato Mirella Delia magistrato e curatrice di questo progetto inserito tra le Buone pratiche dal CSM in occasione del suo intervento al III Congresso Internazionale  di Giustizia Predittiva  che si è svolto on line il 2 e 3 luglio scorsi per iniziativa della Scuola di Diritto Avanzato e di Luigi Viola.

 

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La Redazione di Dimt segnala che a settembre inizierà il Master in “Intelligenza Artificiale: Diritto ed etica delle tecnologie emergenti” dell’Università Europea di Roma – UER i cui docenti saranno anche i prof. Giuseppe D’Aietti, prof.ssa Mirella Delia e prof. Luigi Viola.

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