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Bilanciare innovazione e potere di mercato: il parere di Augusto Preta (ITMedia)

(Via Startmag)

“L’intelligenza artificiale è ormai un fenomeno eclatante, lo è sempre di più, basti pensare a tutte le applicazioni che quotidianamente usiamo” spiega a Start Magazine Augusto Preta, economista, fondatore e amministratore unico di ITMedia Consulting. La novità degli ultimi tempi è che l’intelligenza artificiale è diventata pure un fatto geopolitico che ha portato a modificare l’equilibrio economico fra i vari Paesi. Basti pensare a quanto sta accadendo in Cina dove “Pechino sta spostando la forza lavoro di basso livello a un grado di maggiore competenza. In tal modo c’è pure un movimento all’interno”. Una parte, questa, della sfida con gli Stati Uniti, altra superpotenza commerciale e altra superpotenza dell’intelligenza artificiale.

Diverso l’atteggiamento dell’Unione europea che è “più orientata su temi di tipo etico” con riflessioni sull’intelligenza artificiale che si va a sostituire all’essere umano, sui limiti e sui rischi che si corrono per il modello democratico, sui problemi di privacy. C’è da dire che quantificare l’impatto dell’intelligenza artificiale, che si vuole sempre più sicura e trasparente, sul sistema economico e sociale non è semplice: il suo crescente utilizzo si lega anche alla prospettiva di sostituzione degli esseri umani in vari ruoli e compiti, in chiave di sviluppo di nuove opportunità. Certamente influenzerà l’aumento dell’occupazione per attività non continue e per quelle che richiedono elevate competenze digitali.

Nel secondo capitolo dello studio “Intelligenza Artificiale e Big Data: mercato, concorrenza e regole” – realizzato da ITMedia Consulting/ASK Università Bocconi e presentato lo scorso 5 luglio a Roma – si affrontano i vari aspetti legati all’accesso ai dati, con particolare attenzione ai riflessi sull’intelligenza artificiale. Si tira dunque in ballo la tutela dei dati personali, con riferimento al GDPR e alla data portability.

In un contesto del genere è evidente che il mercato digitale “richiede agli operatori sempre maggiori competenze”. Anche per questo è circolata l’ipotesi di una Autorità digitale che regoli il mercato, da affiancare all’Antitrust. Possibilità che però vede piuttosto critico Preta: “Non occorrono due Authority – afferma – è sufficiente che diventi digitale l’Autorità per la Concorrenza già esistente”.

Un mercato, peraltro, in cui giocano un ruolo essenziale i colossi del web, quelli che il garante per la Concorrenza Roberto Rustichelli nella sua relazione ha indicato con l’acronimo Gafam ossia Google, Amazon, Facebook, Apple e Microsoft. “Si noterà nello studio che noi siamo meno pessimisti sul loro ruolo e sulla loro presenza. Notiamo che il processo di innovazione che li ha portati fin qui non si è arrestato, stiamo vivendo un periodo di innovazione continuo e dunque di sicuro occorre impedire comportamenti non proconcorrenziali ma non si può bloccare l’innovazione. Pensiamo a quello che fa oggi Amazon rispetto a ciò che faceva solo qualche anno fa”. Secondo Preta perciò bisogna “bilanciare il discorso tra innovazione e potere di mercato sebbene sia un equilibrio difficile da trovare perché il mercato è in perenne trasformazione”. Certamente, aggiunge, “su questi soggetti l’occhio deve essere più vigile che su altri”.

Fonte: Startmag

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