skip to Main Content

Intervista al Prof. Avv. Giuseppe Corasaniti, nuovo Direttore della Scuola Nazionale di alta formazione in Amministrazione Digitale

 

La Redazione di DIMT ha intervistato il Prof. Avv. Giuseppe Corasaniti in occasione della Sua nomina, da parte del Consiglio d’Amministrazione di UnitelmaSapienza, quale nuovo Direttore della Scuola Nazionale di alta formazione in Amministrazione Digitale – SNAD di UnitelmaSapienza.

 

Il Professore è avvocato cassazionista e docente universitario presso la LUISS Guido Carli di Roma in Diritto dell’amministrazione digitale e Sapienza Università di Roma al Master di Sicurezza delle informazioni ed informazione strategica presso il Dipartimento di ingegneria informatica. E’ stato magistrato ordinario dal 1984 fino al 2021 quale sostituto procuratore generale della corte di cassazione.

Referente distrettuale per l’informatica (RID) presso la Corte d’appello di Roma, componente dell’Ufficio per l’innovazione della Corte di cassazionecapo del Dipartimento per gli affari di giustizia del Ministero della giustizia dal 2018 al 2019 e componente del Comitato per la sicurezza finanziaria per il contrasto del terrorismo internazionale presso il Ministero dell’economia e delle finanze e del Comitato per il recupero delle opere d’arte presso il Ministero dei beni e delle attività culturali. Fino al 2021 è stato Vicepresidente della Scuola Superiore della magistratura.

Docente incaricato ai primi due corsi della Scuola Superiore della Pubblica amministrazione nel 1980 e nel 1981 è stato Direttore dell’Ufficio garanzie e contenzioso presso l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (1999/2001).

Esperto dell’UNODC (United States Office for Drugs and Crime) in materia di cybercrime e del Consiglio d’Europa quale referente nazionale per l’attuazione della Convenzione di Budapest sul cybercrime del 2001.

 

 

Prof. Avv. Giuseppe Corasaniti 

 

 

La Scuola Nazionale di Alta Formazione SNAD quale contributo darà per il raggiungimento degli obiettivi di attuazione del Codice dell’Amministrazione Digitale e dell’Agenda Digitale? A quali esigenze risponde, nel campo dell’innovazione digitale per le PA, la SNAD?

La Scuola è nata su fondamentale impulso del Prof. Donato Limone, mio predecessore ed anche uno dei primi ordinari in Italia di informatica giuridica .

Tra i suoi compiti fondamentali la organizzazione di attività formative  post-laurea e di formazione nonché aggiornamento professionale per le nuove competenze digitali delle P.A. Ma in particolare gli obiettivi sono ben definiti in tale direzione come lo sviluppo della alfabetizzazione informatica dei cittadini (art. 8 del Codice dell’Amministrazione Digitale); la formazione informatica della dirigenza e dei dipendenti pubblici (art. 13 del Codice dell’Amministrazione Digitale); la formazione dei responsabili degli uffici dirigenziali per l’innovazione digitale nelle PA (art. 17 del Codice dell’Amministrazione Digitale) ed infine la formazione dei professionisti della gestione documentale digitale e della conservazione. La Scuola è uno strumento che intende tradurre in iniziative operative e di formazione proprio questi obiettivi determinanti . 

Inoltre le attività formative della Scuola sono concentrate sulla  formazione in ambito digitale della dirigenza e dei dipendenti delle amministrazioni centrali, regionali e locali, delle Aziende Sanitarie Locali e delle strutture sanitarie, ma anche delle Scuole, delle Università. In questa prospettiva lo statuto prevede un’interlocuzione altrettanto fondamentale e costante con società che operano nel settore informatico e digitale, dei media, dell’editoria elettronica e delle comunicazioni elettroniche.

La Scuola, in sintesi,  ha un  compito strategico  che consiste proprio nel  supportare tutti i  processi innovativi pubblici e privati presenti ed interagenti nella Società dell’informazione ed intende particolarmente contribuire all’attuazione piena del Codice dell’Amministrazione Digitale e dell’Agenda Digitale europea .

  A questo si aggiunge in questo momento proprio l’attenzione per il PNRR che vede nell’innovazione del settore pubblico ,come delle imprese,  un perno centrale per la rinascita economica del Paese in una prospettiva europea.

E’ chiaro che occorre avviare un processo sinergico che coinvolga tutte le amministrazioni pubbliche locali ,nazionali e indipendenti in una contesto di uso di tecnologie avanzate ma anche di riorganizzazione di metodi e di procedimenti con interfacce semplici e di facile uso.

La cultura digitale può e deve essere sviluppata con un dialogo costante tra pubblico e privato  e nel rispetto dei reciproci ruoli e con grande attenzione ai dati aggregati ,che sono poi la vera ricchezza delle amministrazioni e della società civile per definire modelli di servizio più efficaci ed insieme più semplici .

Proprio il CAD assicura al Paese una prospettiva pienamente innovativa e attraverso siti web istituzionali più funzionali e servizi digitali più efficaci a livello centrale e locale si può rilanciare una azione innovativa che deve sempre di più inquadrarsi in uno scenario europeo ,nel quale la cooperazione e la responsabilità dei soggetti economici ed istituzionali va di pari passo con una attenzione costante ai riflessi sociali dell’uso ,o del mancato uso delle tecnologie informatiche stesse ,penso alle definizioni del Regolamento Europeo sulla protezione dei dati personali di “privacy by design e privacy by default” che deve caratterizzare la stessa progettazione di nuovi servizi digitali  di elaborazione di dati personali o alla attenzione verso gli usi incontrollati dell’intelligenza artificiale in ambito pubblico e privato , che è alla base proprio di un prossimo regolamento europeo . Insomma attenzione ai processi innovativi e capacità di conoscerli e regolarli in modo efficace vanno di pari passo e debbono qualificare ogni autentica azione innovativa pubblica e privata .  

 

Quali saranno i prossimi obiettivi della Scuola Nazionale di alta formazione in Amministrazione Digitale?

Gli obiettivi sono quelli fissati nel suo Statuto ,e le sue attività formative e di ricerca si basano su oltre 15 anni di esperienza nel settore .

Per quanto mi riguarda intendo assicurare il mio contributo quale studioso della materia ,ma anche come persona che ha maturato una certa esperienza innovativa  nell’amministrazione pubblica , in magistratura ordinaria e nelle autorità di garanzia.  Non sarà un compito facile ,ma confido di avviare un percorso nuovo e soprattutto partecipativo.  UniTelma Sapienza è parte comunque della articolazione dell’Università di Roma “Sapienza “ che è stata poi la “mia” Università ma soprattutto il centro dove l’azione innovativa è stata per la prima volta studiata teoricamente sul piano giuridico sociale e filosofico. Mi riferisco agli studi del mio Maestro ,il Prof. Vittorio Frosini al cui alto insegnamento intendo improntare il mio lavoro.  Alle  Sue riflessioni fondamentali ,alla Sua visione attenta dei problemi giuridici dell’innovazione, alla Sua capacità di fare interagire positivamente esperienze diverse tra loro, intendo sempre richiamarmi.

Nel contesto dell’innovazione tutte le Università italiane sono chiamate a svolgere un ruolo di cooperazione e di sviluppo ,coniugando scienza e tecnologia ed esperienze filosofiche ,sociali economiche e naturalmente giuridiche.

 Ogni prospettiva europea ,ed ogni prospettiva di ricerca e di didattica universitaria deve collocarsi in funzione di un mercato tecnologico sempre più complesso e globale nel quale proprio l’autorevolezza di un approccio accademico “integrato” può fare la differenza .

Ma penso anche alle sinergie possibili sul digitale tra  Università in un contesto molto articolato quale è quello romano ,che è quello di una capitale nella quale sono presenti differenti realtà universitarie e che può diventare appunto un grande laboratorio innovativo sull’esempio di molte altre capitali europee.

 

In qualità di illustre esperto in materia di Diritto dell’amministrazione digitale, sicurezza informatica e informazione strategica, qual è a Suo avviso una possibile via di attuazione, da parte del Comitato interministeriale per la transizione digitale, degli obiettivi fissati in merito all’Anagrafe Nazionale degli Assistiti – FSE e sulla telemedicina? La futura piattaforma nazionale che si occuperà della diffusione di nuovi progetti e soluzioni innovative all’interno dei sistemi sanitari regionali.

Si tratta di un quadro nel quale convivono tecniche sanitarie e metodi di prevenzione innovativi – accelerati dallo scenario comune post pandemico- ma anche competenze differenti di carattere amministrativo a livello nazionale e locale ,anche qui le Università italiane dovranno sviluppare progetti comuni e individuare soluzioni formative e di ricerca altamente specializzate e soprattutto realizzate con metodo interdisciplinare .

Sulla giustizia digitale spero in un approccio integrato nel quale abbiano voce anche le categorie professionali coinvolte nel processo di digitalizzazione .

 Le soluzioni funzionano se ed in quanto si è tenuto conto bene di diversi e variegati punti di vista, se si realizzano politiche innovative attente e capaci di essere utilizzate con semplicità da chiunque, tanto la salute quanto la giustizia sono obiettivi costituzionali fondamentali ed oggi richiedono un rinnovamento pieno  organizzativo e metodologico anche guardando alle esperienze europee ed alle esperienze positive disponibili nel Paese, che poi ci sono e vanno adeguatamente valorizzate e sviluppate.

 

 

 

Back To Top