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Intervista al Prof. Massimo Farina. “Ambienti, agenti e intelligenze artificiali nella sanità potenziale. Dilemmi etici e giuridici”

Massimo Farina, RTDb, abilitato alle funzioni di Professore Associato per il settore concorsuale 12 H3 (Filosofia del diritto – IUS/20), dell’Università di Cagliari, ove è Responsabile della protezione dei dati personali (DPO) e Coordinatore del Laboratorio Universitario “ICT4Law&Forensics”.

Laureato in Giurisprudenza (Università degli Studi di Cagliari), ha conseguito il Dottorato di Ricerca in “Diritto e Nuove tecnologie” (CIRSFID – Università degli studi di Bologna) e i Master Universitari di II livello in: “Diritto dell’Informatica e Teoria e Tecnica della Normazione” (Università di Roma “Sapienza”); “Data Protection Officer e diritto della Privacy” (Università di Napoli “Suor Orsola Benincasa”); “Internet of the Humans and Things” (Università di Roma “Tor Vergata”).

Titolare degli insegnamenti “Informatica Giuridica”, “Informatica Forense” e “computer Law” presso il DIEE dell’Università degli Studi di Cagliari. Membro del Direttivo ANDIG (Associazione Nazionale dei Docenti di Informatica Giuridica e di Diritto dell’Informatica) e membro del CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni).

Co-Direttore della collana “Diritto dell’Informatica e delle Nuove Tecnologie” (Edizioni Key) e componente dei comitati editoriali e di redazione di varie riviste scientifiche.

 

Il Prof. Massimo Farina

 

Prof. Farina nel Suo libro “Ambienti, agenti e intelligenze artificiali nella sanità potenziale. Dilemmi etici e giuridiciesplora l’uso dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario. Quali sono alcune delle applicazioni più promettenti dell’IA nella cura e nell’assistenza sanitaria?

Nel volume cerco di evidenziare come l’Intelligenza Artificiale (IA) offra una serie di applicazioni altamente promettenti in grado di riflettere la trasformazione in atto in questo settore cruciale (quello sanitario). In particolare, nel capitolo secondo è presente una classificazione, in due principali rami, delle numerose applicazioni già in uso: quello “virtuale” e quello “fisico”. Nel primo, l’attenzione è posta sulla gestione delle informazioni sanitarie e il supporto alle decisioni terapeutiche. L’IA di questo tipo consente, in primo luogo, di migliorare la precisione diagnostica, specialmente nella lettura di immagini mediche come le radiografie, dove può individuare dettagli sfuggenti all’occhio umano. Questo si traduce in diagnosi più accurate e trattamenti tempestivi. Altro settore di impiego è quello della medicina personalizzata, mediante specifici trattamenti in base alle caratteristiche genetiche, ambientali e dello stile di vita di ciascun paziente, che consistono in terapie altamente mirate ed efficaci .Per quanto concerne  la gestione delle informazioni sanitarie, l’IA è portatrice di un’elevata semplificazione, mediante la digitalizzazione delle cartelle cliniche elettroniche e, conseguentemente, la riorganizzazione efficiente dei dati dei pazienti, da cui deriva un notevole miglioramento della comunicazione tra i professionisti della salute e dei risultati della ricerca scientifica (l’analisi dei Big Data è, infatti, di supporto alla valutazione terapeutica basata sui dati e contribuisce alla scoperta continua di nuove terapie e trattamenti). Nel ramo, cosiddetto, “fisico” l’attenzione si concentra sull’uso di robot chirurgici e protesi intelligenti. I primi, guidati dall’IA, consentono interventi di precisione, riducendo i rischi e migliorando i risultati, soprattutto in situazioni ad alto rischio o che richiedono movimenti estremamente precisi. Le protesi intelligenti sviluppate con l’IA, dal canto loro, migliorano la vita delle persone con disabilità motorie, riproducendo funzionalità umane in modo avanzato. In entrambi i rami, l’IA supporta l’efficienza operativa, ottimizzando i processi all’interno delle strutture sanitarie e contribuendo a una gestione più efficace delle risorse e delle emergenze. L’IA è inoltre un elemento chiave per la telemedicina, aprendo la strada a nuove forme di assistenza sanitaria a distanza. Complessivamente, si può affermare che l’IA, nella combinazione dei rami “virtuale” e “fisico”, offre nuove prospettive per la medicina attraverso una progressiva trasformazione dei settori della cura e dell’assistenza sanitaria, che migliorano di qualità e consentono l’erogazione di servizi efficienti ad alta personalizzazione (i trattamenti vengono adattati in base ai dati genetici, alle condizioni ambientali e allo stile di vita di ciascun paziente).

 

Nel contesto dell’analisi delle nuove frontiere tecnologiche nella sanità, come influiscono le politiche pubbliche nazionali sull’adozione e la regolamentazione di queste tecnologie?

Le politiche pubbliche nazionali svolgono un ruolo centrale nell’orientare l’adozione e la regolamentazione delle nuove tecnologie nella sanità, contribuendo a definire gli obiettivi, le risorse e i principi etici che guidano questo processo. In particolare, le politiche pubbliche nazionali influiscono significativamente sull’adozione e sulla regolamentazione delle nuove tecnologie nella sanità attraverso una serie di strategie e azioni. Esse forniscono una guida chiara e un quadro per incoraggiare l’adozione di tecnologie sanitarie avanzate e per garantire che siano utilizzate in modo efficace ed etico. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un esempio di strategia nazionale che mira a migliorare il sistema sanitario attraverso l’uso della tecnologia. Questo piano stabilisce obiettivi specifici, tra cui la digitalizzazione della salute, l’implementazione della telemedicina e il miglioramento delle infrastrutture sanitarie. A loro volta, le politiche pubbliche nazionali si allineano agli obiettivi europei (come, ad esempio, quelli descritti nella Strategia del Digital Compass 2030, presentata dalla Commissione Europea nel marzo 2021 quale roadmap per l’evoluzione digitale dell’UE nei prossimi anni), così assicurando una cooperazione a livello continentale, oltre che un fondamentale contributo alla realizzazione di quelle stesse direzioni strategiche per la digitalizzazione del settore sanitario. Il ruolo delle politiche pubbliche nazionali ed europee è strategico anche su altri due fronti entrambi rivolti al miglioramento della qualità delle cure: da una parte quello della promozione, raccolta e analisi dei dati sanitari (cosiddetta datizzazione); dall’altra quello della regolamentazione etica delle nuove tecnologie sanitarie (tra cui, in primis, l’intelligenza artificiale), fondamentale per garantire un uso responsabile delle stesse e, quindi, per proteggere i diritti dei pazienti.

 

Approfondendo il concetto di “Mobile Health”, potrebbe spiegarci in che modo l’uso di dispositivi mobili e applicazioni ha influenzato ed influenza la fornitura di servizi sanitari e l’accessibilità per i pazienti?

Nel processo di rivoluzione digitale che ha investito il settore sanitario, una posizione di riguardo è occupata dall’introduzione del Mobile Health (M-Health). L’uso diffuso di dispositivi mobili, per gran parte delle necessità quotidiane, ha portato una serie di cambiamenti fondamentali per la vita delle persone anche nel settore sanitario, influenzando positivamente sia la gestione della salute dei pazienti che la relazione tra medico e paziente. Una delle trasformazioni più significative, che i dispositivi mobili hanno agevolato, è la raccolta e la condivisione di una vasta quantità di dati personali relativi alla salute, che permette ai pazienti di averne accesso immediato e, quindi, di poterli condividere con il personale sanitario. È un processo che può essere definito “democratizzazione delle informazioni sanitarie”, con ciò volendo intendere come la maggiore accessibilità e condivisione di dette informazioni garantiscano una partecipazione più ampia e una maggiore equità nell’accesso alle stesse. Con la democratizzazione delle informazioni sanitarie i pazienti hanno un maggiore controllo e accesso ai propri dati medici e alle informazioni sulla propria salute, così da poter assumere decisioni più informate e di essere più attivamente coinvolti nella gestione della propria salute (cosiddetta autonomia del paziente). I dispositivi mobili e le app consentono ai pazienti di monitorare in modo continuo i propri parametri vitali, come la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca o i livelli di glucosio. Questi dati possono essere condivisi in tempo reale con i professionisti sanitari, consentendo diagnosi più precise e trattamenti mirati. Inoltre, le app spesso forniscono consigli personalizzati basati su dati specifici del paziente, contribuendo a promuovere uno stile di vita sano e la gestione delle malattie croniche. Su questo versante, il M-Health ha trasformato la dinamica tra medico e paziente rendendola più collaborativa, con i pazienti che si sentono coinvolti nel processo decisionale relativo alla loro salute. Infine, oltre a migliorare la qualità dei servizi sanitari, il Mobile Health ha aperto nuove prospettive per la ricerca medica e ha portato a progressi nella medicina basata sull’evidenza, permettendo una migliore comprensione delle condizioni mediche.

 

Ha parlato anche di bias nei dati e opacità degli algoritmi in relazione all’IA nella sanità. Come affronta queste questioni etiche e quali soluzioni propone per mitigare tali problemi?

A proposito delle questioni etiche relative ai bias nei dati e all’opacità degli algoritmi nell’ambito dell’IA nella sanità, dopo aver sottolineato alcune delle criticità e dei rischi associati a tali questioni, ho tentato di proporre diverse soluzioni per mitigare questi problemi. Per quanto riguarda il bias nei dati, la fase di “pre-processing”, ossia di selezione e la classificazione dei dati e delle variabili utilizzate per addestrare gli algoritmi, dovrebbe avvenire con la collaborazione di diversi stakeholder, compresi gli sviluppatori degli algoritmi, esperti clinici, scienziati e ricercatori del settore, pazienti e cittadini. Il coinvolgimento di un gruppo eterogeneo di persone potrebbe, infatti, garantire una rappresentatività migliore dei dati e tener conto delle diversità di background, esperienze e bisogni delle persone. Per quanto riguarda, invece, l’opacità degli algoritmi, più che soluzioni specifiche, ho preferito sottolineare l’importanza di condurre studi clinici controllati con la partecipazione di medici competenti e specialisti nel settore medico interessato. Questi studi dovrebbero dimostrare la sicurezza dei trattamenti sanitari basati su tecnologie di IA e valutare i benefici, i rischi, i costi e l’efficacia nel tempo. In generale, ritengo sia necessaria una profonda riflessione sull’etica degli algoritmi, al fine di garantire una selezione inclusiva e non discriminatoria dei dati e quindi delle persone alle quali i dati si riferiscono.

 

Infine, potrebbe condividere le Sue riflessioni sul futuro delle relazioni di cura nel contesto delle tecnologie sanitarie. Come crede che l’adozione sempre crescente di queste tecnologie influenzerà la dinamica tra medici e pazienti?

L’adozione crescente di tecnologie sanitarie, comprese l’intelligenza artificiale e la robotica, sta avendo un impatto significativo sulle relazioni di cura tra medici e pazienti. Le riflessioni sul futuro delle relazioni di cura nel contesto delle tecnologie sanitarie possono essere suddivise in alcune considerazioni chiave: 

– Ridistribuzione delle responsabilità: L’uso crescente di tecnologie potrebbe portare a una ridistribuzione delle responsabilità all’interno del sistema sanitario. Le tecnologie possono assumere compiti specifici come la diagnosi o la terapia, consentendo ai medici di concentrarsi su interazioni più empatiche e personali con i pazienti. Tuttavia, ciò comporta anche la necessità di definire chiaramente i confini tra le competenze delle macchine e quelle dei medici;

– Comunicazione e coinvolgimento del paziente: Il testo sottolinea che una maggiore consapevolezza e autonomia dei pazienti sta influenzando la dinamica tra medico e paziente. L’adozione di tecnologie sanitarie potrebbe potenziare ulteriormente questa tendenza, consentendo ai pazienti di essere più coinvolti nelle decisioni relative al proprio trattamento e alla propria cura. Tuttavia, è fondamentale che le tecnologie non sostituiscano completamente il ruolo del medico come consulente e guida per i pazienti;

– Rischi di disumanizzazione: esiste una preoccupazione legittima riguardo al rischio di “disumanizzazione” nella relazione tra medico e paziente a causa dell’automazione e dell’intelligenza artificiale. La suddivisione delle operazioni mediche tra diverse macchine e professionisti sanitari potrebbe portare a una minore interazione umana diretta, con conseguenze potenziali sulla qualità della cura;

– Necessità di regolamentazione e supervisione: Per affrontare le sfide legate all’uso crescente di tecnologie sanitarie, sarà necessario un quadro regolamentare adeguato che stabilisca i limiti e le responsabilità dell’automazione e dell’IA nella cura medica. Inoltre, la supervisione e il controllo umano dovrebbero rimanere parte integrante del processo decisionale.

In sintesi, l’adozione crescente di tecnologie sanitarie sta cambiando il panorama delle relazioni di cura tra medici e pazienti. Mentre le tecnologie offrono potenziali vantaggi in termini di efficienza e precisione, è importante trovare un equilibrio per garantire che il lato umano della medicina, con la sua empatia e comprensione, non venga trascurato. La sfida consiste nel far sì che le tecnologie siano un ausilio per i medici e un supporto per i pazienti, piuttosto che un sostituto completo della relazione di cura tradizionale. La regolamentazione e la supervisione saranno cruciali per affrontare queste sfide nel futuro delle relazioni di cura nel contesto delle tecnologie sanitarie.

 

 

 

 

a cura di 

Valeria Montani 

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