Elisabetta Giovanna Rosafio è professore ordinario di Diritto della navigazione e Diritto aerospaziale presso la…
Italia, forte ritardo nell’uso di cloud e big data nelle imprese
Secondo il Rapporto sul Territorio 2020 redatto dall’ISTAT, le aziende con dieci o più addetti sono in una posizione più avanzata (37%) rispetto alla media dei paesi europei (34%) nell’uso degli strumenti di gestione dei flussi informativi interni all’impresa. Ma sono in forte ritardo nella diffusione dell’uso del cloud computing (il 9% contro il 18%), dell’analisi dei dati (il 7% contro il 12%) e dei social media nell’interazione con i consumatori.
Pure sotto la media è la quota di imprese che vende i propri prodotti attraverso i canali di commercio elettronico – peggio tra le PMI – anche se negli anni 2015-2018 è quasi raddoppiata e il distacco è minore se anziché la diffusione tra le imprese si considera la quota di fatturato realizzato attraverso questo canale.
Le regioni italiane più industrializzate sono all’avanguardia nella digitalizzazione dei processi produttivi e, in particolare, nell’uso di strumenti ERP, mentre le imprese del Mezzogiorno sono ancora in fondo alla graduatoria sia per la diffusione dell’ERP sia nell’uso del cloud computing, a eccezione della Calabria. Quasi tutte le regioni (a eccezione dell’Umbria) si collocano decisamente sotto la media europea nell’uso delle tecniche di data analytics, mentre più variegata è la diffusione dell’uso dei social media da parte delle imprese.
L’utilizzo delle tecnologie ICT da parte degli individui e delle famiglie è, oggi, un elemento importante d’inclusione sociale e culturale, esplicitamente riconosciuto come tale nella programmazione europea. Ma l’Italia, nonostante i progressi notevoli compiuti nel corso degli ultimi 10 anni, è tra i sei paesi europei che ancora non hanno raggiunto l’obiettivo previsto per il 2015 dalla Commissione europea di una diffusione del 75% dell’uso abituale di Internet tra gli adulti in età compresa tra i 16 e i 74 anni.
In quest’ambito, le differenze a carattere territoriale sono notevoli, e in parte riflettono altri elementi tra cui, in particolare, il livello d’istruzione degli individui e la loro età.