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“L’App economy in Europa tra concorrenza e innovazione”. Il seminario dell’Accademia italiana del Codice di Internet (Iaic)

L’economia delle applicazioni in Europa segna una crescita esponenziale e costante: 6 miliardi di euro ricavati dalla sola vendita di applicazioni con numerose ripercussioni dirette per l’Italia, inserita nell’elenco dei Paesi con maggior numero di sviluppatori di applicazioni al mondo.

Ciononostante sono ancora numerose le difficoltà, sia sotto il profilo infrastrutturale sia regolatorio, che si incontrano sul mercato unico digitale.

La Commissione Europea ha la responsabilità di tracciare il solco in cui si muoveranno le prossime linee direttrici delle politiche europee in questo settore.  Bruxelles, proprio in queste settimane, è chiamata ad esprimersi sulle presunte violazioni delle leggi sulla concorrenza del sistema operativo per smartphone di Google, Android.

Di tutto questo si è parlato nel seminario “L’app economy in Europa tra concorrenza e innovazione”, promosso dall’Accademia italiana del Codice di Internet  (Iaic), cui hanno preso parte il Prof. Alberto Gambino, Presidente dell’Accademia Italiana del Codice di Internet, la Prof.ssa Valeria Falce, socio fondatore di Iaic, l’On. Maria Laura Paxia (M5S) e l’On. Mattia Mor (PD).

Dopo i saluti del Prof. Gambino, la Prof.ssa Valeria Falce ha introdotto i lavori, sottolineando l’importanza sempre maggiore del binomio concorrenza – innovazione.

Anche se di questi temi se ne parla da molto tempo, è fondamentale – ha affermato la Prof.ssa Falce – soffermarci ancora su tale dibattito, poiché esso si rinnova oggi sotto una luce diversa, come molteplici sembrano essere gli indirizzi che il Parlamento europeo intende assumere.

Il mercato dell’App economy – ha aggiunto ancora Falce – si sviluppa anch’esso attorno a questo fondamentale binomio concorrenza – innovazione.

A riguardo, la Prof.ssa Falce ha definito il punto di partenza, il quadro di riferimento del mercato delle App economy oggi: il numero di app installate sui propri dispositivi da ciascuno sono in media 90, due sono le ore che ogni persona passa sulle app ogni giorno, mentre il valore complessivo di tale mercato nei prossimi anni quintuplicherà. (per i dati cfr. Report Internet trends)

Un mercato nel quale primeggiano due giganti come Google-Adroind e Apple – iOS che superano il 99% a livello mondiale, ma le cui politiche sono molto diverse.

Da un lato, le applicazioni di Android realizzate da sviluppatori autonomi e indipendenti in un sistema operativo open source, aperto e gratuito, dall’altro le applicazioni iOS che provengono solo da Apple, in un sistema chiuso e proprietario.

“Siamo in attesa – ha ricordato ancora Falce –  della decisione dell’Antitrust Europeo sul caso Google Android”.

Bruxelles dovrà infatti esprimersi a breve sulle presunte violazioni delle leggi sulla concorrenza del sistema operativo per smartphone di Google.

Contestazioni che, in particolare, hanno ad oggetto – ha ricordato ancora la Prof.ssa Falce – le condizioni previste da accordi multilaterali tra operatori, quali il Mobile applications distribution agreement (Mada) e l’Anti-fragmention agreement (Afa), che introdurrebbero a carico dei produttori di device alcuni vincoli di preinstallazione e a non vendere dispositivi che utilizzano varianti di Android. La finalità dell’indagine è verificare il modus operandi di Google.

Una contestazione, quella UE, cui è subito seguita una risposta ferma da parte della stessa Google che ha replicato evidenziando che le condizioni praticate da Google comportino una riduzione del prezzo dei terminali, evitando il rischio di frammentazione ed, in ogni caso, optando per Android, gli sviluppatori sono liberi di installare anche altri sistemi di app e gli stessi sistemi possono essere modificati.

Dal canto suo, l’ On. Paxia ha osservato come: “Dobbiamo convincerci che oggi abbiamo bisogno di un bilanciamento tra quello che sono le esigenze dell’innovazione e quelle degli utenti, queste ultime soprattutto in un’ottica di privacy. D’altronde dobbiamo cominciare adesso a dettare delle regole precise perché da qui a qualche anno forse staremo già parlando di intelligenza artificiale. Questa è oggi la grande sfida, bilanciare innovazione e aspetti sociali”.

“L’App economy ha fornito e fornisce soluzioni brillanti ai problemi semplici della quotidianità – ha aggiunto la parlamentare 5 Stelle – basti pensare alle App che permettono di prenotare alberghi e ristoranti, pagare biglietti aerei, chiamare taxi. I servizi di Google , ad esempio, migliorano la qualità della vita e, rinunciare ad essi, significa rinunciare a molte attività quotidiane”.

L’On. Paxia inoltre interrogata sul prezzo/valore dei nostri dati. Qual è il prezzo che hanno i nostri dati? Quale valore diamo ai nostri dati? Con quale consapevolezza il consumatore fornisce quei dati al provider?

Paxia ha infine anche affrontato il tema della riforma del diritto d’autore in corso di discussione in sede Ue, con particolare riguardo agli articoli 11 e 13 della proposta di direttiva copyright, nei confronti della quale ha espresso la propria contrarietà.

“La sfida di oggi – ha ribadito – è bilanciare gli interessi del domani (e dei ritorni economici) e un domani i nostri contenuti potrebbero essere censurati da un fornitore di servizi cinese”.

Nel suo intervento, l’on Mattia Mor (PD) ha auspicato che la decisione sul caso Google Android bilanci in maniera corretta la necessaria concorrenza e la necessaria innovazione.

Mor si è soffermato sulla contrapposizione Italia-Europa (o a livello internazionale Europa-USA), sottolineando come il nostro paese sia in ritardo nella rivoluzione digitale. Addirittura, nell’ultimo anno,  – ha chiosato – si è registrata una decrescita di quelli che sono gli investimenti nel settore digitale.

Il resto del mondo – ha evidenziato ancora Mor – sta accelerando: la Cina punta a diventare leader mondiale ed anche un paese come Israele (che è grande come il Lazio) ad oggi conta 59 aziende quotate nel settore digitale con miliardi di capitalizzazione. In Europa, invece, la Francia o i paesi del Nord investono maggiori risorse più, degli altri paesi, degli altri, tra essi primeggiano Svezia e Finlandia. “È importante trovare un modo di investire nel digitale”.

A concludere i lavori, il Prof. Gambino, che ha tirato le fila del dibattito, segnalando come l’importante decisione sul caso Google Android segnerà una ricaduta sulla tenuta complessiva dell’intero sistema.

“Sarà interessante – ha affermato Gambino – tornare sulla discussione nel prossimo futuro, entrando nel merito giuridico della definizione stessa di abuso di posizione dominante e ricordando che la situazione di posizione dominante di un’impresa non è di per sè illecita, anzi può essere volano di sviluppo del mercato di riferimento, è piuttosto l’esercizo abusivo della posizione dominante a venire sanzionata per la sua potenzialità escludente e di inibitore dello sviluppo competitivo del settore”. 

Il Paper di Martina Provenzano e Cecilia Sertoli 

I video interventi:

I saluti del Prof. Alberto Gambino e l’introduzione della Prof. ssa Valeria Falce.

L’intervento dell’On. Maria Laura Paxia (Componente Commissione Affari Esteri e Comunitari – M5S)

L’intervento dell’On. Mattia Mor (Componente X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo – PD)

Dibattito tra i partecipanti al Seminario dell’Accademia Italiana del Codice di Internet 

Conclusioni del Prof. Alberto Gambino – Presidente dell’Accademia Italiana del Codice di Internet 

Intervista On. Mattia Mor (PD)

 

 

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