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La Corte di Giustizia dell’UE si pronuncia sull’obbligo di pagamento per gli ordini online

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza riguardante la chiarezza delle indicazioni sui pulsanti di inoltro degli ordini online. Secondo la Corte, il pulsante di inoltro dell’ordine, o una funzione analoga, deve chiaramente indicare che il consumatore, cliccandovi, si sottopone a un obbligo di pagamento. Questo requisito è applicabile anche quando l’obbligo di pagamento dipende dalla realizzazione di un’ulteriore condizione.

La questione è emersa in Germania, dove un locatario ha incaricato un’impresa di recupero crediti di reclamare presso i suoi locatori l’eccedenza dei canoni pagati per un appartamento il cui canone mensile superava il massimale autorizzato dal diritto nazionale. L’ordine è stato inoltrato tramite il sito web del prestatore, con il locatario che ha accettato le condizioni generali del servizio, le quali prevedevano che, in caso di successo dei tentativi del prestatore, i locatari dovessero versare una remunerazione pari a un terzo del canone annuo risparmiato.

La controversia è sorta quando i locatori hanno contestato la validità dell’incarico dato dal locatario, sostenendo che il pulsante di inoltro dell’ordine non riportava la dicitura “ordine con obbligo di pagamento” o una formula analoga, come richiesto dalla direttiva sui diritti dei consumatori. Questa direttiva richiede che i consumatori siano chiaramente informati dell’obbligo di pagamento prima dell’inoltro dell’ordine su Internet.

Il giudice tedesco ha quindi chiesto alla Corte di Giustizia se tale requisito si applicasse anche quando l’obbligo di pagamento non nasce immediatamente con l’inoltro dell’ordine, ma solo a seguito di un esito positivo dell’azione del prestatore. La Corte ha stabilito che il professionista deve informare il consumatore dell’obbligo di pagamento in conformità con la direttiva, indipendentemente dal fatto che l’obbligo sia incondizionato o subordinato alla realizzazione di una condizione.

Inoltre, la Corte ha dichiarato che se il professionista non rispetta l’obbligo di informazione, il consumatore non è vincolato dall’ordine. Tuttavia, nulla impedisce al consumatore di confermare il proprio ordine successivamente.

Questa sentenza rafforza la tutela dei consumatori, imponendo trasparenza e chiarezza nelle transazioni online.

 

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