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Lega e M5s discutono di legalizzazione delle case chiuse

(via www.agi.it) Salvini favorevole, ma ammette lui stesso che gli alleati non sono d’accordo

Abolite con la legge Merlin del 1958, ben oltre mezzo secolo fa, le case d’appuntamenti agitano il dibattito nazionale già scosso dalla Tav, dal reddito di cittadinanza e dall’imminenza delle europee. Questo mentre in Veneto una commissione del consiglio regionale dà il primo via libera alla regolamentazione pubblica

 

L’uomo del Viminale dice di sì

il governo riaprirà le case chiuse? “Io ero e continuo a rimanere favorevole. Questo però non c’è onestamente nel contratto di governo perché il M5S non la pensa così. Però io continuo a ritenere che togliere alle mafie, dalle strade e al degrado il business sia una cosa positiva”. Questa la risposta, data a Monfalcone, dal vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini alla domanda sulla possibilità di rivedere riaperte le case a luci rosse.

“Direi soprattutto per il controllo sanitario, sia per chi fa quel lavoro sia per i clienti” ha aggiunto Salvini. “Quindi io continuo a ritenere che il modello austriaco sia un modello che funziona”. “Però non aggiungiamo problema a problema. Chiudiamo quelli aperti, prima di riaprire le case chiuse”, afferma subito dopo. Ad ammettere lui per primo che di carne al fuoco ce n’è a sufficienza, per l’agenda del governo. 

La risposta dei 5 Stelle

La risposta dei partner di governo arriva in tempi rapidi. “Salvini ha detto che era una battuta, non è una priorità, ma c’è una proposta di legge presentata dalla parlamentare Dadone. Bisogna però intendere di cosa si parla, non si deve alimentare la tratta ma combatterla” reagisce infatti Manlio Di Stefano, esponente M5s e sottosegretario.

I cattolici sono contrari

“La prostituzione è schiavitù, dettata da indigenza e sopraffazione, non è mai libera scelta e chi dice il contrario o lo fa per interesse o per insensibilità verso donne, spesso disperate”. Il cartello delle associazioni cattoliche Scienza & Vita, promosso dalla Cei, replica da parte sua con molta durezza alle affermazioni di Salvini.

“Riaprire le case chiuse significa tornare indietro di cinquant’anni e ratificare la schiavitù sessuale da parte dello Stato italiano”, spiega il presidente di Scienza & Vita, Alberto Gambino. “Sorprende – stigmatizza Gambino – che questa dichiarazione provenga proprio dal ministro dell’Interno che ha il compito di combattere l’illegalità e non di trovare scorciatoie quando i risultati evidentemente non arrivano”.

Anche il sindacato dice no

“All’uscita estemporanea del Ministro Salvini sul dramma della prostituzione, la Cisl ed il Coordinamento nazionale donne Cisl rispondono che continuiamo ad essere contrari alla riapertura delle case chiuse”, fanno sapere in una nota congiunta il Segretario confederale della Cisl, Giorgio Graziani e la Responsabile del Coordinamento Donne della Cisl, Liliana Ocmin.

(Fonte Agi.it)

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