skip to Main Content

L’IA al servizio della sicurezza online per i minori: l’intervista con il Prof. Michele Iaselli

Il Prof. Michele Iaselli, esperto di diritto digitale, tutela dei dati e intelligenza artificiale, è membro del Comitato scientifico dell’ANDIP (Associazione Nazionale per la Difesa della Privacy) e del Consiglio scientifico dell’Istituto Italiano della Privacy. Attualmente docente presso l’Università Federico II di Napoli e la LUISS di Roma, ha contribuito a numerosi convegni e pubblicazioni nel settore, consolidando la sua reputazione come figura autorevole nel campo della privacy e delle nuove tecnologie.

In questa intervista il Professor Iaselli ci guida attraverso il ruolo cruciale che l’IA svolge nella protezione dei minori online. Esploriamo le sue opinioni sulle applicazioni pratiche dell’IA, le sfide e le preoccupazioni connesse, e alcuni esempi concreti di come le tecnologie avanzate stanno rivoluzionando la sicurezza dei giovani utenti su Internet.

 

Il Prof. Michele Iaselli

 

 

Quali sono le principali applicazioni pratiche dell’intelligenza artificiale nella protezione dei minori online, e quali vantaggi offre rispetto ai metodi tradizionali di sicurezza?

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui proteggiamo i minori online, offrendo soluzioni innovative e più efficaci rispetto ai metodi tradizionali di sicurezza.

Una delle principali applicazioni dell’IA in questo ambito è il riconoscimento e la selezione dei contenuti inappropriati. Grazie all’apprendimento automatico e al riconoscimento delle immagini, l’IA può analizzare in tempo reale grandi quantità di dati su internet, identificando e bloccando materiali dannosi come nel caso della pornografia, del cyberbullismo o di contenuti violenti prima che possano raggiungere i minori. Questo metodo supera i limiti dei tradizionali filtri di contenuto, che spesso si basano su liste nere statiche e possono essere facilmente elusi.

Inoltre, l’intelligenza artificiale contribuisce alla protezione dei minori attraverso il monitoraggio delle interazioni online, identificando comportamenti potenzialmente pericolosi o predatori. Gli algoritmi di IA possono rilevare schemi di comunicazione anomali o inquietanti, come l’adescamento online, permettendo un intervento precoce. Questo aspetto va oltre la semplice moderazione dei contenuti, poiché permette di proteggere attivamente i minori dalle minacce interpersonali online, offrendo un livello di vigilanza che i metodi tradizionali, che richiedono supervisione umana costante, non possono garantire.

L’IA offre anche vantaggi nel personalizzare l’esperienza online dei minori, adattando i filtri di sicurezza alle esigenze individuali e all’età, garantendo così una navigazione sicura e appropriata. Questo approccio dinamico contrasta con i metodi tradizionali, che tendono ad applicare restrizioni uniformi, non tenendo conto delle diverse fasi di sviluppo e sensibilità dei minori.

Infine, l’impiego dell’intelligenza artificiale nella protezione dei minori online si estende anche alla prevenzione dell’abuso di sostanze e alla promozione del benessere mentale, attraverso la rilevazione precoce di segnali di allarme nelle conversazioni o nei comportamenti online. Questo dimostra come l’IA non si limiti a contrastare i contenuti esplicitamente dannosi, ma contribuisca a creare un ambiente online più sicuro ed affidabile per i minori, affrontando una gamma più ampia di rischi rispetto ai metodi tradizionali.

 

 Come l’IA contribuisce alla personalizzazione della sicurezza online per i minori, e in che modo può adattare le impostazioni di sicurezza in base all’età e alla maturità dei giovani utenti?

L’IA gioca un ruolo cruciale nel rafforzare la sicurezza online per i minori, offrendo soluzioni personalizzate che si adattano all’età e alla maturità degli utenti giovani. Questo approccio è fondamentale per proteggere i minori dai pericoli online, garantendo al contempo che la loro esperienza su internet sia educativa, sicura e appropriata per la loro fase di sviluppo.

L’IA contribuisce alla personalizzazione della sicurezza online analizzando grandi quantità di dati e comportamenti degli utenti in tempo reale, permettendo di identificare schemi e tendenze che possono indicare contenuti non adatti o comportamenti rischiosi. Questa capacità di analisi profonda consente di filtrare contenuti inappropriati, limitare l’accesso a siti o app potenzialmente pericolosi e rilevare interazioni sospette o dannose, come il cyberbullismo o il contatto da parte di estranei con intenzioni malevole.

Un aspetto chiave dell’IA nella sicurezza online per i minori è la sua capacità di adattare le impostazioni di sicurezza in base all’età e alla maturità dei giovani utenti. Ciò significa che l’IA può personalizzare l’esperienza online di ciascun minore, considerando non solo l’età cronologica ma anche il livello di comprensione e maturità. Per esempio, sistemi basati sull’IA possono regolare automaticamente i livelli di filtro dei contenuti, consentire o bloccare specifiche funzionalità di comunicazione e adattare le raccomandazioni di contenuto per essere pertinenti e sicure per l’utente.

Inoltre, l’IA può supportare i genitori e i tutori nel monitoraggio dell’attività online dei minori senza essere eccessivamente invasiva, fornendo report sull’utilizzo, suggerimenti per il miglioramento delle impostazioni di sicurezza e avvisi in caso di potenziali pericoli. In questo modo è possibile creare un equilibrio tra la protezione dei minori e il loro diritto alla privacy e all’autonomia, promuovendo un ambiente online che è sia sicuro che stimolante per il loro sviluppo.

 

Quali sono le principali sfide e preoccupazioni legate all’uso dell’intelligenza artificiale nella protezione dei minori online, in particolare riguardo alla privacy, alla discriminazione algoritmica e alla trasparenza dei processi decisionali?

Tra le preoccupazioni più significative sicuramente la privacy assume un grande rilievo in quanto l’IA richiede l’accesso a vasti volumi di dati per funzionare efficacemente, comprese le informazioni personali degli utenti. Questo solleva preoccupazioni su come questi dati vengono raccolti, utilizzati e conservati, specialmente quando si tratta di minori. La gestione inappropriata di questi dati potrebbe portare a violazioni della privacy e potenzialmente esporre i minori a rischi online.

La discriminazione algoritmica è un’altra sfida importante. Gli algoritmi di IA, se non progettati o addestrati correttamente, possono involontariamente perpetuare o esacerbare pregiudizi e discriminazioni. Ad esempio, se un sistema di filtraggio basato sull’IA è addestrato con dati prevenuti, potrebbe limitare ingiustamente l’accesso a contenuti educativi o sociali per determinati gruppi di minori, basandosi su età, origine geografica o altri fattori discriminatori.

Infine, la trasparenza nei processi decisionali rappresenta una preoccupazione fondamentale. Spesso, gli algoritmi di IA operano come “scatole nere”, con meccanismi interni complessi e incomprensibili per gli utenti esterni. Questo solleva interrogativi su come e perché determinate decisioni vengano prese dall’IA, specialmente quando riguardano la sicurezza dei minori online. Senza una comprensione chiara dei criteri su cui si basano queste decisioni, è difficile per genitori, tutori e regolatori valutare l’efficacia e l’equità dei sistemi di IA nella protezione dei minori.

Affrontare queste sfide richiede un approccio multidisciplinare che includa lo sviluppo di standard etici, la regolamentazione, la trasparenza dei processi decisionali dell’IA, e il coinvolgimento di esperti in etica, diritto, psicologia dei minori e tecnologia. Inoltre, è essenziale promuovere la consapevolezza e l’educazione tra genitori e minori sull’uso sicuro e responsabile dell’IA e delle tecnologie digitali in generale.

 

Quali sono alcuni esempi concreti di come le grandi aziende stanno utilizzando l’IA per affrontare specifiche minacce online per i minori, come il cyberbullismo, i predatori online e il contenuto inappropriato?

Diverse aziende stanno implementando sistemi basati sull’intelligenza artificiale per creare ambienti online più sicuri per i minori, tra le principali applicazioni sono degne di menzione:

– Il rilevamento del cyberbullismo: Piattaforme di social media come Instagram utilizzano l’IA per identificare e filtrare commenti offensivi o dannosi prima che raggiungano il destinatario. Questi sistemi sono addestrati a riconoscere il linguaggio offensivo o le immagini che possono essere considerate forme di bullismo, consentendo alla piattaforma di agire prontamente, nascondendo o rimuovendo i contenuti e informando gli autori sul perché il loro commento è stato ritenuto inappropriato.

– Prevenzione dei c.d. predatori online: Aziende come Google hanno sviluppato strumenti di IA che monitorano le conversazioni nelle piattaforme di messaggistica per identificare comportamenti potenzialmente predatori. Questi sistemi possono rilevare schemi di comunicazione sospetti e segnalare agli amministratori o bloccare automaticamente gli utenti che sembrano violare le linee guida di sicurezza, proteggendo così i minori da potenziali predatori.

– Filtraggio di contenuti inappropriati: YouTube utilizza algoritmi di IA per scansionare e classificare i video in base alla loro idoneità per diversi gruppi di età, compresi i minori. Questo aiuta a prevenire che contenuti inappropriati, come quelli con violenza eccessiva o tematiche adulte, siano facilmente accessibili ai giovani utenti. YouTube Kids, in particolare, è un’app creata per offrire un ambiente sicuro per i bambini, dove i contenuti vengono selezionati e filtrati attraverso algoritmi di IA per assicurare che siano adatti all’età.

– Sistemi di monitoraggio e alert: Alcune aziende offrono software di controllo parentale che utilizza l’IA per monitorare l’attività online dei minori, segnalando ai genitori comportamenti potenzialmente pericolosi come la frequentazione di siti non sicuri o l’interazione con utenti sconosciuti. Questi strumenti possono fornire alert in tempo reale e suggerimenti su come intervenire per proteggere i minori.

 

 

 

 

 

 

a cura di Valeria Montani

 

Back To Top