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Master in Intelligenza Artificiale, diritto ed etica delle tecnologie emergenti. Intervista a Marco Scialdone

Oggi, 27 novembre 2020, termina il master dell’Università Europea di Roma In Intelligenza Artificiale. Diritto ed etica delle tecnologie emergenti”. Nato dentro UNIER il primo master in Italia che affronta il tema dell AI – Artificial Intelligence – attraverso una formazione interdisciplinare per poter affrontare problematiche e responsabilità connesse ad aspetti giuridici ed etici delle Intelligenze Artificiali. 

Diretto dal Prof. Alberto Maria Gambino, coordinato dal Prof. Andrea Stazi e con la vice-coordinazione della Prof.ssa Claudia Navarini, dell’Avv. Davide Mula e dell’Avv. Marco Scialdone. La redazione di DIMT ha intervistato per l’occasione della chiusura, il Prof. Avv. Marco Scialdone.

 

Il Master dell’Università Europea di Roma “In Intelligenza Artificiale. Diritto ed etica delle tecnologie emergenti” come è nato e, dal punto di vista dell’orizzonte attuale di sviluppo tecnologico, a quali esigenze ha dato una risposta?  

Il nostro Master è stato il primo in Italia a raccogliere la sfida contenuta nella proposta di strategia nazionale sull’Intelligenza Artificiale del Governo elaborata dal gruppo di esperti, incaricati dal Ministero dello Sviluppo Economico, di cui ho avuto l’onore di far parte. In quella sede si era evidenziata la necessità di creare in ambito universitario percorsi interdisciplinari sull’Intelligenza Artificiale per far acquisire competenze trasversali di tipo giuridico, economico, tecnico ed etico. Partendo da queste premesse, abbiamo sviluppato un master che analizzasse il fenomeno dell’Intelligenza Artificiale con l’approccio del giurista, ibridandone, però, i saperi così da consentirgli di disporre di una “cassetta degli attrezzi” idonea alla comprensione delle principali problematiche poste dall’intelligenza artificiale.

 

 

Le IA per la loro natura sono basate sul pensiero e l’azione dell’uomo. Da qui si deduce l’importanza di una disciplina  sia da un punto di vista giuridico sia da un punto di vista etico. In quali modalità il Master “In Intelligenza Artificiale. Diritto ed etica delle tecnologie emergenti” ha affrontati questi importanti temi?

Abbiamo dedicato ben due moduli del Master ai temi etico-sociologici. Come dimostrato dalla grande attenzione posta ai profili etici sia dalle istituzioni comunitarie che dai grandi player del mercato, l’attuale evoluzione dell’intelligenza artificiale implica un ripensamento del ruolo dell’uomo rispetto alla tecnologia in quello che è stato definito come approccio antropocentrico allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Al giurista il compito di disegnare le regole per garantire il delicato equilibrio tra rispetto della dignità dell’individuo e promozione dello sviluppo tecnologico. Ci tengo a sottolineare come nel nostro master ha trovato spazio anche l’attività di coding per giuristi, nella consapevolezza che il giurista moderno debba sapersi interfacciare anche con i linguaggi di programmazione: se, come sosteneva uno dei padri dell’informativa giuridica in Italia, il prof. Renato Borruso, il linguaggio dei bit è il nuovo latino, allora l’operatore del diritto deve comprendere anche quel linguaggio. 

 

 

Per coloro che hanno terminato questo master e per chi si sta affacciando al mondo dell’etica e del diritto delle IA, quali sono gli sbocchi professionali?

Il nostro Master ha voluto formare professionisti in grado di governare le implicazioni di AI per operare nei settori legal/public affairs di aziende ICT, di società di consulenza e di studi legali orientati all’innovazione digitale e in grado di contribuire alla progettualità per l’accesso ai finanziamenti comunitari e nazionali in tema AI che soprattutto con la nuova programmazione comunitaria avranno grande spazio.

 

 

 

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