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Sviluppo digitale e diritto privato dello spettacolo. Intervista al Prof. Avv. Ettore Battelli

 

Per la rubrica settimanale delle interviste, la redazione di DIMT ha intervistato il Prof. Ettore Battelli in merito alla pubblicazione del volume:

Diritto privato dello spettacolo. Opere, contratti, tutele

 

Il Prof. Avv. Ettore Battelli cura il corso di Istituzioni di Diritto privato presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre, è visiting professor presso prestigiose Università straniere, Avvocato del Foro di Roma ammesso al patrocinio dinanzi alla Corte di Cassazione e alle altre giurisdizioni. E’ anche arbitro bancario e finanziario (Banca d’Italia) e consulente scientifico di enti e istituzioni e responsabile di progetti di ricerca Italiani ed Europei.

 

 

 

La Sua opera è di grande rilievo poiché considera la trasversalità del diritto dello spettacolo nei vari rami del diritto. Da quali esigenze nasce il volume?

L’idea principale che ho cercato di seguire nella realizzazione dell’Opera è che il diritto dello spettacolo sia una materia sempre più importante e particolare che ha ad oggetto un fenomeno economico e sociale di livello primario, innanzitutto, per tutti i soggetti  che lavorano in questo settore, esprimendo i propri talenti, ma anche per coloro che ne godono (utenti/consumatori del prodotto artistico o più semplicemente spettatori) traendone occasione di svago, benessere e arricchimento culturale, nonchè per coloro che scelgono di investire nello spettacolo anche da punto di vista  economico-imprenditoriale. Da qui,  la rilevanza assunta dal diritto chiamato ad intervenire in vari ambiti : dalle regole organizzative a quelle di tutela delle espressioni artistiche, da quelle di regolamentazione del lavoro a quelle di valorizzazione della proprietà intellettuale. Sono tutti campi di indagine necessari per rispondere alle molteplici esigenze di studio e approfondimento dei soggetti ai quale il testo è destinato.

La materia dello spettacolo coinvolge, ad esempio, aspetti, come quello della proprietà intellettuale, in un’ottica di garanzia e sviluppo della cultura, richiedendo una conoscenza non superficiale delle fonti sia a livello sovranazionale sia di diritto interno. Se a ciò si aggiunge l’incessante sviluppo tecnologico che influenza oggi anche il mondo dello spettacolo, allora si comprende quanto le regole del diritto privato evolvendo diverranno a loro volta più complesse e, conseguentemente, necessario il loro studio

 

 

Lo sviluppo digitale e tecnologico come entra, a Suo avviso, nel mondo del diritto dello spettacolo?

Sono molti gli aspetti dell’innovazione tecnologica che hanno a che fare, nel tempo presente, con il diritto dello spettacolo. Nel volume ci siamo concentrati su innumerevoli aspetti, uno dei più attuali, però, è stato quello delle piattaforme digitali. Le piattaforme si stanno affermando come i principali attori dell’attuale rivoluzione digitale, favorite da un quadro normativo che spesso arranca nel definire i nuovi fenomeni del mondo di internet. In questa cornice anche il mondo dello spettacolo sta subendo trasformazioni direi radicali, legate proprio alla digitalizzazione dei contenuti ma anche, è importante sottolineare, all’ampliamento delle modalità di fruizione delle opere creative. Non c’è dubbio che le piattaforme oggi possono svolgere un ruolo centrale nella diffusione delle opere dello spettacolo come, ad esempio, per le opere musicali, risulta emblematico il caso di Spotify. Non fosse altro che esse operano come finestra su un mondo accessibile a tutti, e non sono pochi infatti i casi di artisti che nascono prima online, nei social, e solo in un secondo momento giungono all’attenzione delle radio che, in passato, rappresentavano invece il veicolo tradizionale di promozione. Oggi le nuove tecnologie e le piattaforme, se ben si riflette, non sono solo il luogo di fruizione delle opere ma anche uno strumento di condivisione diretto per gli utenti, di contenuti artistici. Nello specifico possiamo osservare il fenomeno dei contenuti originali creati dagli stessi artisti (i c.d. “User Generated Content”) e diffusi dalla rete senza che ci sia dietro il tradizionale apparato di produzione e distribuzione organizzata.

 

 

A Suo avviso qual è una panoramica dell’impatto delle nuove tecnologie nei settori dell’audiovisivo: cinema e tv, in ambito di diritto dello spettacolo?

È noto che le piattaforme svolgano un ruolo chiave, piuttosto criticato da alcuni, sul mercato cinematografico. Ci è sembrato dunque opportuno, nell’Opera, svolgere una riflessione. Nel settore delle opere cinematografiche il ruolo delle piattaforme, nel così detto streaming on demand (come la celebre Netflix e non solo), sta trasformando tanto la produzione artistica dei film, quanto sta attuando un’opera di stravolgimento della distribuzione cinematografica. Gli stessi confini di quelle che si chiamavano finestre di programmazione, sono saltati e le piattaforme sono divenute viceversa un soggetto privilegiato di diffusione cinematografica, non più complementare o aggiuntiva o successiva all’uscita dei film nei cinema, ma sempre più prettamente esclusiva. Questo accade inevitabilmente sia a causa della pandemia ma sempre più per scelte artistiche e di produzione. Non a caso, anche nel settore della televisione, abbiamo conosciuto, già tra la fine del secolo scorso e gli anni 2000, i così detti film per la tv, le serie televisive, diverse tanto dai telefilm quanto dalle soap opera tradizionali. Ebbene adesso stiamo conoscendo, anche nel settore della tv e non solo nel cinema, serie tv e opere filmiche come prodotto artistico in taluni casi paragonabile per qualità a quello cinematografico. Ebbene questo è stato determinato proprio dai canali on demand del web. Un fenomeno assolutamente nuovo anche questo.

 

A Suo avviso quali sono i nuovi dinamismi nell’evoluzione del mondo dello spettacolo e, di conseguenza, quali le forme di tutela?

Sta cambiando il ruolo della televisione in favore dei settori della musica e del cinema. Diviene necessario dunque domandarci che ruolo la TV avrà nel futuro oramai prossimo. In questo recente momento storico di difficoltà per i lavoratori del mondo dello spettacolo, paradossalmente un grande aiuto è venuto proprio dalla promozione TV. Portiamo ad esempio gli spettacoli teatrali e musicali, che altrimenti sarebbero stati spettacoli non rappresentati o non accessibili. Anche grandi spettacoli della TV, come ad esempio Sanremo che, seppure non rappresenti tutta la musica italiana, è stato supportato dalle grandi e piccole case discografiche le quali hanno voluto, più che in altre occasioni, che si svolgesse il Festival. Contribuendo ad offrire una finestra sulla realtà musicale contemporanea che altrimenti non avrebbe avuto altri luoghi di esecuzione e rappresentazione. In effetti, possiamo vedere come si sia ricorso, anche attraverso la diffusione televisiva, a soluzioni eccezionali per non far spegnere la fiamma artistica che si manifesta in particolari settori dello mondo della cultura e dello spettacolo presi in esame nel libro: il teatro, la musica e il cinema.

E in effetti la televisione, come la rete di internet, oggi può rappresentare una concreta opportunità di trasformazione per uno spettacolo che, in taluni casi, per quanto di nicchia, ha il potenziale per divenire un fenomeno di massa. In quest’ottica il mondo digitale potrebbe contribuire a far aumentare la numerosità degli spettatori e produrre anche nuovi modelli di business. Ecco perché occorre sperimentare nuovi formati e nuove modalità di fare teatro e spettacolo, contaminando anche i generi televisivi, moltiplicando le occasioni di conoscenza e fruizione tramite la rete.

 

 

La tutela giurisdizionale e la risoluzione stragiudiziale delle controversie, devono evolvere di pari passo con la transizione digitale. Possiamo dire che il diritto d’autore, come il diritto dello spettacolo, deve a sua volta evolvere di pari passo con le esigenze del mondo digitale. Quali sono gli strumenti previsti?

Un aspetto che ci è sembrato importante, proprio perché il libro si rivolge anche agli operatori del diritto, è l’esigenza, sempre più avvertita, di procedure rapide ed efficaci di tutela civile. Abbiamo preso in esame sia le fattispecie classiche, di plagio e contraffazione, ma ci siamo voluti dedicare con particolare attenzione sui rimedi, in particolar modo il risarcimento del danno e le azioni inibitorie. Un’attenzione necessaria oggi nel diritto dello spettacolo ed in particolare, nel diritto d’autore, poi, è il ricorso alle ADR , evidenziando i vantaggi e le opportunità che i meccanismi di tutela stragiudiziale delle controversie offrono. Il binomio ADR e diritto d’autore rappresenta, ad esempio, anche dopo la direttiva 2019/790 dell’Unione Europea, realmente le nuove frontiere della tutela in materia. Sono le alternative dispute resolution, sia nelle forme più tradizionali dell’arbitrato sia in quelle delle più moderne procedure conciliative on line che devono essere promosse in questi settori, proprio per agire, in tempi rapidi e costi contenuti, a tutela degli interessi coinvolti e nel rispetto delle esigenze del mercato specifico di cui stiamo parlando.

Quest’opera ha lo scopo di sensibilizzare tutti gli utenti interessati dal diritto dello spettacolo, ricordando che chi opera in questi settori non è un giurista. Gli artisti, infatti, si affidano ad un avvocato proprio perché hanno bisogno di tutele e protezione che non rientrano nel loro specifico bagaglio. E’ dunque importante ed utile promuovere una cultura moderna della giustizia civile a misura del mondo dello spettacolo.

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