Massimo Proto, Ordinario di Diritto privato, è di ruolo presso l’Università degli Studi Link…
Torture e morte sul deep web: spettatori minorenni in Italia
Il web in chiaro, quello indicizzato sui normali motori di ricerca, raggiungibile tramite Google e a portata di tutti, si stima che non superi il 5% della rete. Dark web, deep web hanno spazi e contenuti inimmaginabili e vi si può accedere tramite connessioni particolari sistemi software che fanno da ponte con il normale internet. Esiste anche un web definito Marianna, (dalla fossa delle Marianne); un universo infinito del quale è forse inconcepibile anche alle menti più evolute immaginare il contenuto.
Già sul deep web è possibile acquistare in criptovaluteinformazioni o un abbonamento ai trasporti pubblici, droghe di ogni tipo, carte di credito clonate con relativi PIN; follower per siti social, falsi titoli di studio rilasciati magari a Oxford o Cambridge. E’ possibile anche affittare un hacker o un abbonamento sui mezzi di trasporto. Ma la sezione acquisti del deep web armi vere e documenti contraffatti alla perfezione. Le notizie di questi ultimi giorni, tuttavia, parlano non solo della possibilità di acquistare un posto in prima fila a scene reali di violenza e orrore, ma anche che, per l’assoluta mancanza di controllo degli accessi e per l’anonimato che viene garantito agli utenti, il pubblico può essere formato anche da chi non dovrebbe.
Nel corso di un indagine non a caso denominata “Delirio”, sono stati scoperti tra gli spettatori di scene di violenza, torture, sevizie che portavano alla morte delle vittime, sempre bambini, diciannove minorenni italiani. La vicenda deve far profondamente riflettere e probabilmente ripensare l’approccio generale alla rete, l’uso che ne viene fatto e, circostanza importante e sempre meno presa in considerazione, la facilità di accesso alla rete da parte dei più giovani e l’utilizzo che non solo possono farne, ma che sono in grado di fare meglio delle generazioni precedenti. Non dimentichiamo che stiamo parlando di nativi digitali: ragazzi che, fin quasi dalla culla, per farli stare buoni hanno avuto in mano i tablet e i cellulari dei genitori. Aggiungiamo a questa abilità di uso dello strumento il normale gusto del proibito e del vietato tipico di una fascia di età che, adesso, parte prima dell’adolescenza e non dimentichiamo che nella società di internet l’importante è apparire, farsi vedere, avere follower e consenso. Un cocktail che può rivelarsi micidiale, proprio come in questo caso.