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TripAdvisor sanzionato per pratica commerciale scorretta

(Via Altalex)

TripAdvisor non è in grado di garantire la veridicità e l’autenticità delle recensioni pubblicate dagli utenti, pertanto alcune delle frasi presenti sul sito risultano in grado di influenzare i consumatori, ingenerando in loro il falso convincimento circa l’affidabilità delle recensioni pubblicate.

Questo è quanto statuito dal Consiglio di Stato che con la sentenza n. 4976/2019 ha condannato le società che gestiscono il noto portale TripAdvisor a pagare 100.000,00 euro di sanzione per pratica commerciale scorretta in danno dei consumatori.

I fatti di causa: l’indagine dell’AGCM
La pronuncia in esame giunge all’esito di un lunga vicenda iniziata alla fine del 2014 quando, a seguito di segnalazioni provenienti da Federalberghie dall’Unione Nazionale Consumatori, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) si è attivata per verificare la correttezza del comportamento tenuto dalle società +TripAdvisor LLC e TripAdvisor Italy s.r.l..

Queste ultime gestiscono il noto servizio online che mediante il relativo sito internet (www.tripadvisor.it) fornisce agli utenti consigli e pianificazione per viaggi, basandosi sulle recensioni rilasciate da utenti registrati che valutano strutture ricettive di vario genere (ristoranti, hotel, luoghi di interesse ecc..) dopo averne usufruito.

Mentre nella disclaimer (dichiarazione di esclusione di responsabilità) presente sul sito si legge che TripAdvisor  non controlla i fatti contenuti nelle recensioni e che è consapevole che ne sono pubblicate anche di false, sia positive che negative, lo stesso sito riporta una serie di affermazioni (cosiddetti claim) particolarmente assertive, idonee a convincere i consumatori circa la veridicità ed autenticità delle recensioni pubblicate. 

Di qui le segnalazioni e la conseguente indagine avviata dall’AGCM.

Quest’ultima ha analizzato in particolare il modello imprenditoriale adottato da TripAdvisor e la struttura della piattaforma, da cui è emersa l’estrema facilità di registrazione al sito, compresa la possibilità di lasciare recensioni anche mediante un semplice “nickname” e l’assenza di qualsiasi meccanismo di verifica e di riconoscimento circa l’effettiva esistenza dell’utente o della validità dell’indirizzo di posta elettronica utilizzato per la creazione del relativo account. 

Ha rilevato inoltre l’esistenza di recensioni palesemente inveritiere (perché riferite a strutture inattive anche da tempo o relative a periodi in cui erano comunque temporaneamente chiuse), oppure riconducibili a profili utenti evidentemente di fantasia.

In base a tali elementi l’AGCM ha concluso che, pur dotato di un articolato sistema di controllo delle recensioni e di contrasto al rilascio di informazioni false, TripAdvisor non è stato in grado di garantire la genuinità del contenuto informativo pubblicato né l’attendibilità della valutazione complessiva conferita alle strutture mediante le recensioni.

Le società oggetto di indagine sono state quindi ritenute inadempienti all’obbligo di fornire ai consumatori “fin dal primo contatto, un quadro informativo chiaro, esaustivo e veritiero in relazione alla promozione di servizi sottesa alle condotte contestate” e nei loro confronti l’AGCM ha adottato la determinazione n. 25237/2014, che ha ravvisato l’esercizio di una pratica scorretta in violazione degli artt. 2021 e 22 del Codice del Consumo, ne ha vietato la diffusione e continuazione ed ha irrogato alle società, in solido, la sanzione di 500.000,00 euro.  

Il provvedimento è stato impugnato con due distinti ricorsi al T.A.R. Lazio – Roma, il quale, riunite le impugnazioni, le ha accolte con sentenza, a sua volta appellata dall’AGCM dinanzi al Consiglio di Stato.

L’Autorità Garante ha evidenziato l’erroneità della pronuncia del T.A.R. affidandosi a quattro motivi.

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