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Uber patteggia: 148 milioni di dollari per aver nascosto attacco hacker

Uber Technologies ha patteggiato per chiudere un’indagine a livello nazionale sulla gestione di un attacco hacker che portò al furto di dati di dipendenti e clienti. La società pagherà 148 milioni di dollari per aver intenzionalmente nascosto un attacco hacker nel 2016, che portò al furto dei dati di 57 milioni di autisti e clienti.

Tra i dati rubati, i nomi e i dati della patente di guida di 60mila conducenti. Per legge, infatti, il gruppo che offre un servizio alternativo al taxi avrebbe dovuto comunicarlo; Uber pagò persino un gruppo di hacker, ricompensato con 100mila dollari, per coprire il furto di dati.

Sul sito del gruppo, l’avvocato Tony West ha riconosciuto “errori passati” da cui “abbiamo imparato per andare avanti”. Barbara Underwood, il procuratore generale dello Stato di New York, ha parlato di un patteggiamento “record” che “invia un messaggio chiaro: abbiamo zero tolleranza per coloro che violano la legge e lasciano le informazioni di consumatori e dipendenti vulnerabili, per essere sfruttati”.

(Fonte Cyber Affairs)

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