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Web tax, accordo in sede Ocse: a sorpresa arriva anche l’ok degli Usa

(via corrierecomunicazioni.it) di Federica Meta Ocse accelera sulla web tax. È stato trovato un accordo di massima, da estendere anche ai Paesi non aderenti all’organizzazione, tra i 127 Stati – Italia compresa – che rappresentano il 90% dell’economia globale: si punta ad introdurre una misura per tassareGoogle & co già nel 2020. Il principio su cui si è trovata l’intesa è quello di tassare le aziende laddove realizzano effettivamente profitti e ricavi.

Tra i parametri chiave per decidere dove andranno pagate le imposte, l’identificazione e la localizzazione degli utenti che fruiscono dei servizi  dei Gafa (Google, Apple, Facebook e Amazon) che peserà di più rispetto alla collocazione della sede ufficiale.

“L’accordo ha avuto il beneplacito di Paesi come la Cina, l’India e gli Stati Uniti”, ha fatto sapere Pascal Saint-Amans, alla guida del centro di politica fiscale dell’Ocse.

A sorpresa è arrivato dunque anche l’ok degli Usa, tradizionalmente contro la web tax. Ma la riforma fiscale votata dal Congresso americano a fine 2017 ha ridotto l’imposta sulle società dal 35% al 21% e l’amministrazione pubblica deve ora cercare di compensare il mancato gettito. Di qui la decisone di dare il via libera alla proposta Ocse.

Le misure fiscali, se approvate dal G20, andrebbero a sostituire quelle decise dai singoli Paesi. L’Italia, con la manovra 2019, ha introdotto una web tax del 3% sui ricavi delle aziende con un fatturato globale oltre i 750 milioni di euro e con ricavi generati nel nostro Paese superiori ai 5,5 milioni. In Gran Bretagna è stata varata un’imposta al 2% sul fatturato che entrerà in vigore ad aprile 2020.

La Francia punta ad approvare una norma ad hoc a fine febbraio. In controtendenza la Germania, che insieme ad Olanda, Irlanda e Lussemburgo, è contraria. Contrarietà che ha affossato anche in tentativi di riforma a livello europeo (la prima proposta Ue era stata presentata a marzo 2018).

I giochi in Europa si potrebbero però riaprire in primavera: il ministro delle Finanze Francese Bruno Le Maire ha annunciato di aver trovato un compromesso con il governo di Berlino.

“Abbiamo proposto un compromesso alla Germania a dicembre e sono convinto che un accordo sarà raggiunto da qui alla fine di marzo – ha spiegato Le Maire – Con le imminenti elezioni europee, i nostri cittadini troverebbero incomprensibile un passo indietro su questo fronte”.

A dicembre i ministri Ue riuniti in ambito Ecofin non sono riusciti a raggiungere un’intesasulla tassa per i proventi delle attività digitali nonostante la proposta tampone franco-tedesca di circoscrivere l’azione a imprese come Google e Facebook (cioè con fatturato globale superiore ai 750 milioni di euro).

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