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E Mozart finì in una fossa comune

Pubblicato: Settembre 2013 Pagine: 184 ISBN: 9788823851191 Prezzo: 16,00

I “vizi e le virtù del copyright” nel libro di Fabio Macaluso, definito da Aldo Grasso, nella prefazione, il lavoro che “mancava per per capire il destino dell’opera dell’ingegno in una società sempre più dematerializzata”

Pubblicato: settembre 2013 Pagine: 184 ISBN: 9788823851191 Prezzo: 16,00
Pubblicato: settembre 2013
Pagine: 184
ISBN: 9788823851191
Prezzo: 16,00
di Marco Ciaffone “Che cosa c’entra Kant con Woody Allen, Amartya Sen con Topolino?”. Sono le domande dal sapore provocatorio che Fabio Macaluso propone al lettore nel suo “E Mozart finì in una fossa comune. Vizi e virtù del copyright”, e che danno subito idea di quale sia l’impostazione di un saggio che pur affrontando un tema spinoso dal punto di vista giuridico riesce ad essere brillante e restituire un ritmo che ne rende piacevole e semplice l’assimilazione dei concetti fondamentali. La prefazione del volume edito per i tipi di Egea da un gruppo di editori (Giuffré, Edizioni Ermes, Angelo Guerini e Associati, McGraw-Hill Education, Pisa University press, Urbaniana University Press) è affidata al giornalista, critico televisivo e docente Aldo Grasso, il quale, dopo aver messo l’accento sulla disparità di trattamento riservata alla tutela dei contenuti audiovisivi e a quella dei testi scritti, sentenzia: “Questo è il libro che mancava per per capire il destino dell’opera dell’ingegno in una società sempre più “informata”, sempre più dematerializzata”. Un’altra contrapposizione giunge nell’introduzione, quando Macaluso racconta del suo stupore nell’apprendere che per i suoi allievi “appropriarsi di un’opera altrui su Internet è normale, mentre sottrarre la versione materiale della stessa è riprovevole”. Un punto che diventa la base di partenza per un percorso che “registra le posizioni in campo e propone alcune soluzioni di riforma del sistema attuale”. Afferma Macaluso:

“Nel settore del diritto d’autore, più che in altri, è la legge che è tenuta ad adattarsi agli usi sociali ed economici che progressivamente si impongono, in favore di tutti gli attori sulla scena. […] È nota l’affermazione di Winston Churchill secondo cui la democrazia è la peggiore forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle forme che si sono sperimentate finora. Alla stessa stregua si può sostenere che non esiste attualmente un mezzo alternativo al diritto d’autore, seppur questo necessiti delle modifiche imposte dall’avanzamento tecnologico e dei sistemi distributivi dei contenuti”.

Necessità della tutela dei diritti e suoi eccessi, pirateria, revisione dell’assetto della filiera e iniziative del legislatore; sono questi alcuni dei cardini attorno ai quali ruota il lavoro di Macaluso, che dopo una ricognizione delle tappe e, soprattutto, delle visioni e dei valori che hanno contraddistinto la nascita e l’evoluzione della disciplina del diritto d’autore, ne illustra i caratteri fondamentali: l’identificazione dell’autore di un’opera, la sua originalità e il rapporto con le opere che l’hanno preceduta, la durata dei diritti ad essa connessa e la complessità delle norme che li regolano; quest’ultimo aspetto viene illustrato con una gustosa ipotesi di scambio dialettico tra Woody Allen e i suoi avvocati, con la celeberrima aria spaesata del regista usata come metafora di chi deve confrontarsi con una legge sul diritto d’autore come quella italiana, che “ha circa 250 articoli, alcuni dei quali così complessi che anche i giuristi faticano a comprenderne correttamente il significato, dedicando loro pagine e pagine di commenti”. Nel capitolo successivo l’autore entra nel vivo delle più calde questioni dell’era digitale; dopo aver accennato alle principali caratteristiche del commercio degli ebook e aver escluso la possibilità che a regolare il mercato siano esclusivamente i contratti tra privati (private ordering), si lancia in una articolata disamina delle varie forme di pirateria digitale e delle motivazioni che spingono un “pirata” a divenire tale, bilanciando l’aspetto promozionale che un certo tipo di circolazione illecita dei contenuti garantisce ai contenuti stessi e i danni che invece arreca all’industria dell’intrattenimento. Dalla promozione di alternative legali alla sensibilizzazione fino alla repressione, passando per il ruolo che riveste ognuno dei soggetti della filiera digitale, l’argomentazione di Macaluso porta dritti a una domanda:

“In una situazione come questa, come verranno pagati gli autori?”

Dopo l’analisi del ruolo svolto da un lato dai grandi player dell’editoria digitale (Google, Amazon, Apple) e dall’altro dagli editori scientifici e universitari, Macaluso parla del rapporto tra la libertà e la rete da tre diversi punti di vista: “la libertà attraverso la rete, la libertà della rete e la libertà in rete”, tutte plasmate dai rapporti di forza asimmetrici degli attori protagonisti del mezzo. Il tutto diventa propedeutico per le ricette di riforma della disciplina del diritto d’autore proposte nell’ultimo paragrafo:

  • Formalizzazione del copyright
  • Riduzione della durata della protezione
  • Semplificazione delle norme
  • Autolimitazione del diritto
  • Riforma della società di gestione collettiva dei diritti d’autore
  • Imposizione di un’imposta di pubblicità
  • Inasprimento delle sanzioni contro i soggetti che incoraggiano la pirateria

  Le conclusioni del libro sono un appello ad un nuovo approccio del sistema tutto per la ricerca delle nuove tipologie di tutela del diritto d’autore a fronte degli sviluppo tecnologici:

“Come si è visto, si parla insistentemente di guerra del copyright, combattuta apertamente tra diversi soggetti dell’ambiente della rete, che in genere viene ricondotta riduttivamente alla lotta tra i produttori di contenuti creativi e i pirati che se ne appropriano. La vicenda è invece più articolata e, come avviene per i conflitti che durano da molto tempo, le sue ragioni principali si confondono o addirittura si perdono: in questo modo si può compromettere la capacità di svolgere ‘laicamente’ l’esercizio di dare la giusta considerazione ai diversi motivi sociali ed economici avanzati dalle parti. Diviene dunque inevitabile l’incontro tra i diversi portatori di interessi della produzione, distribuzione e fruizione delle opere creative al fine di dare nuova linfa al sistema più sperimentato per garantire l’evoluzione degli organi formativi e sociali. la ricomposizione delle regole del diritto d’autore avverrà secondo i percorsi con cui sono stati costruiti gli edifici culturali che conosciamo oggi. Non bisogna scoraggiarsi: essa richiederà impegno, ma si svolgerà naturalmente”.

Tutto quello che serve per garantire una libera e proficua circolazione di idee, saperi e contenuti evitando però che chi li produce non finisca, come Mozart, per ritrovarsi in miseria.

Il volume sarà presentato a Roma il 13 novembre 2013Guarda il programma dell’evento 23 ottobre 2013

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