Si è svolto a Bologna il 14 novembre il convegno su “Economia digitale e commercio…
2° tappa del progetto “Vivi Internet, Al Sicuro” a Milano – Bianchi Clerici: “Il Regolamento Privacy favorisce la diffusione della coscienza digitale di operatori ed utenti”
Si è svolta a Milano il 17 e 18 ottobre la seconda tappa del Progetto “Vivi Internet al Sicuro”, promosso da Google, Polizia Postale, Altroconsumo e Accademia Italiana del Codice di Internet (Iaic). Ad introdurre e a coordinare il convegno di lunedì 17 ottobre su “Il ruolo degli operatori pubblici e privati tra libertà di espressione e sicurezza di internet” il prof. Oreste Pollicino dell’Università Bocconi nonché socio fondatore dell’Accademia. Nell’aprire i lavori il prof. Pollicino ha osservato come “sia fondamentale oggi riflettere su un aspetto che è direi preliminare a quello legato all’applicazione delle norme e quindi alla identificazione dei responsabili delle violazioni ed è quello della prevenzione dei problemi legati alla tutela dei diritti in epoca digitale. E come si prevengono? Attraverso due filoni fondamentali: quello dell’educazione e quello della formazione, soprattutto dei minori. Solo attraverso la consapevolezza di quelle che sono prima di tutto le norme e poi i comportamenti più adeguati da utilizzare in rete è possibile prevenire quelle che sono le reazioni dell’ordinamento e da questo punto di vista, prevenire è molto meglio che curare”. Nella prima relazione, l’on. Giovanna Bianchi Clerici, componente Garante Privacy, ha illustrato alcune tra le principali novità del nuovo Regolamento europeo, che entrerà in vigore a maggio 2018, nato da un intenso confronto tra Commissione Europea e il Parlamento di Strasburgo. Il Regolamento – ha affermato Bianchi Clerici – punta sulla sicurezza cui si accompagna saldamente il concetto di responsabilità del titolare del trattamento, dell’utente e dell’autorità di controllo che sono principali attori. Il Regolamento declinando i nuovi principi della privacy by design e by default promuove la responsabilizzazione (accountability) dei titolari del trattamento e l’adozione di approcci e politiche che tengano conto costantemente del rischio che un determinato trattamento di dati personali può comportare per i diritti e le libertà degli interessati. Nel considerare le molteplici novità legislative introdotte dal nuovo Regolamento l’Onorevole ha evidenziato l’importanza del progetto in quanto “occasione molto utile per comprendere sempre più efficacemente che la sicurezza in rete è responsabilità, è saper gestire il rischio da parte di chi ha il compito di trattare i dati che deve anche prevedere che l’utente può essere inconsapevole, ma che soprattutto ci vuole responsabilità da parte di chi i propri dati li mette in rete”. Il dott. Salvatore la Barbera, Dirigente del Compartimento di Polizia Postale di Milano, ha focalizzato il suo intervento sul concetto di domicilio informatico e sull’importanza di stabilire cos’è “il dato personale informatizzato”. Un’opera di sensibilizzazione, quella svolta dalla Polizia di Stato, che si sviluppa a più livelli, attraverso un dialogo con diversi interlocutori al fine di garantire tutela adeguate, specie ai minori cui da ultimo è stato indirizzo anche il progetto “Una vita da social”, progetto itinerante per i giovani e le loro famiglie. Il Segretario Generale di Altroconsumo, Luisa Crisgiovanni, già intervenuta alla presentazione istituzionale del progetto il 10 ottobre a Roma, ha, dal canto suo, ricordato l’importanza dell’attività delle associazioni di consumatori anche nel tema della tutela dei dati personali. A riprova ha richiamato il diritto alla «portabilità» dei propri dati personali (art.20) – per trasferirli da un titolare del trattamento ad un altro – ed il diritto all’avviso di data breach (art. 80) come chiari esempi di successi dell’intensa azione di lobbying in favore dei consumatori portata avanti dal BEUC, federazione europea di consumatori di cui Altroconsumo fa parte. La Crisgiovanni ha altresì richiamato l’importanza della promozione della cultura dei diritti digitali, citando la significativa rilevazione, effettuata da Eurobarometro, secondo la quale il 67% dei cittadini intervistati ha dichiarato di non avere controllo informazioni che inserisce online. Per questo ha concluso “dobbiamo fare uno sforzo collettivo per far crescere la cultura digitale nel nostro Paese anche nella prospettiva dell’Internet delle cose”. L’on. Antonio Palmieri, deputato di Forza Italia e componente della Commissione Cultura alla Camera, ha considerato il mutato ruolo di operatori privati, che forse non possono più dirsi tali, in considerazione del fatto che svolgono di fatto una funzione pubblica. Tale circostanza, secondo Palmieri, suggerisce di ripensare anche il rapporto tra le Istituzioni e i grandi soggetti privati diventati grandi continenti digitali, alla luce del principio di responsabilità. In questa prospettiva non deve essere trascurato l’aspetto culturale che assume, al contrario, una rilevanza cruciale. “Vivi Internet al Sicuro” è proprio per questo un’iniziativa meritoria e lodevole perché occorre diffondere con tutte le modalità e con tutte le possibilità e in tutti gli ambiti, la consapevolezza che oggi vivere nel mondo digitale comporta un di più di responsabilità per tutti, per le istituzioni, per i grandi soggetti privati che sono proprietari dei luoghi della rete che tutti noi frequentiamo ogni giorno, ma anche e soprattutto per le singole persone. “I ragazzi, i nativi digitali, tutti coloro che sono online, devono essere consapevoli del fatto che non possono affidare in modo leggero e irresponsabile la propria vita alla Rete e al Web. Per questo – ha concluso l’Onorevole – è auspicabile che tutti coloro abbiamo responsabilità, come dicevo pocanzi, si adoperino per far circolare questa cultura. È come imparare a guidare la macchina, per impararla a guidare un’auto si fa un esame, si studia, si prende la patente che ci autorizza a guidare con sicurezza, sperabile, per sé e per gli altri. Lo stesso per la presenza online, non è un argomento che può essere preso con leggerezza da parte di nessuno, perché le conseguenze ricadono poi su di sé e sugli altri”. Nel presentare il punto di vista dell’operatore di settore Marilù Capparelli, Director Legal Italia, Grecia e Turchia di Google, ha evidenziato come Internet rappresenta sempre più una commodity al pari dell’elettricità, che permette l’esercizio di libertà quali la libertà di manifestazione del pensiero, di partecipazione alla vita sociale e politica del Paese. In un percorso di formazione ed educazione degli utenti è fondamentale il ruolo anche delle community che, se adeguatamente strutturate su regole etiche condivise, possono supportare gli operatori privati nella tutela dei diritti degli utenti. Il programma “trusted flagger” di Google mostra come soggetti privati (associazioni in primis) possano proficuamente aiutare i fornitori di servizi segnalando i comportamenti non conformi ai codici di condotta adottati. Ha curato le conclusioni del convegno il Presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, prof. Angelo Cardani, che ha preliminarmente richiamato il ruolo dell’Autorità nella tutela delle libertà delle persone nell’uso dei mezzi di comunicazione elettronica evidenziando l’opportunità di una maggiore sinergia tra le varie Authority nazionali. Proprio con riferimento al rapporto tra libertà di espressione e sicurezza di internet il Presidente ha richiamato quale best practice il “Regolamento sul diritto d’autore”, rivelatosi in questi anni di applicazione un valido strumento di enforcement, da un lato, ma anche di formazione culturale degli utenti che hanno acquisito maggiore consapevolezza circa i comportamenti da tenere in rete. Le norme, ha concluso il Presidente, devono essere accompagnate da programmi, come “Vivi Internet, Al Sicuro”, che educhino ad un uso sano delle tecnologie in un mondo nel quale si può spesso agire senza regole e quindi cascare in errori che in un’economia fisica, in un comportamento fisico, sarebbero probabilmente evitati.