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“La crisi cancella le Pmi in Rete”, l’allarme di Registro.it: “Ma per fronteggiare le difficoltà serve proprio affermarsi online”. Al via Digitaly

Digitaly.it

“Le microimprese e i liberi professionisti mantengono in media il proprio dominio web tre anni e poi lo cancellano”. A lanciare l’allarme è un’indagine statistica del Registro.it, gestito dall’Istituto di informatica e telematica del Cnr di Pisa; un fenomeno paradossale, visto che “proprio per fronteggiare la difficoltà economica è necessario affermare la propria identità su Web”. “Il mercato dei domini internet a livello europeo – evidenzia l’indagine – è segnato negli ultimi anni da una scarsa crescita e da sempre più numerose cancellazioni. Per quanto riguarda i domini .it, continuano a crescere (+4,8% nel 2014) assestandosi intorno ai 2,8 milioni, anche se nel 2014 ne sono stati cancellati 495mila”. Il 69,5% del campione analizzato ha cancellato il proprio dominio perché “si era concluso il progetto per cui era stata richiesta la registrazione, tant’è che più di tre quarti del campione, dopo la cancellazione, non ha sostituito il suffisso italiano con un concorrente, anche se solo il 20% delle imprese ha cambiato vocazione dopo la chiusura del dominio. Altre ragioni della cancellazione riguardano i costi ritenuti troppo alti, l’utilizzo di alternative o la ricerca di una diversa connotazione di immagine, il mancato riscontro dei vantaggi ipotizzati”. “La cancellazione del proprio dominio – dice Domenico Laforenza, direttore del Registro.it e dell’Iit-Cnr – è una strategia comunque sbagliata, perché porta alla perdita dell’identità nella Rete e si traduce anche nell’abbandono della comunità costruita attorno al dominio collegato a un marchio, a un servizio, a un prodotto. La difficoltà economica non è una buona motivazione per privarsi di un servizio che ha costi contenuti e che rappresenta la vetrina della propria azienda sul web”. digitaly.itBuona comunque la percezione presso gli intervistati del .it: chi lo sceglie lo tiene per un minimo di tre anni, mentre chi lo abbandona lo rimpiazza con un’altra estensione solo nel 7% dei casi (e per il 64% si indirizza verso il .com). “È necessario avvicinare il mondo delle imprese all’utilizzo consapevole e produttivo della Rete”, chiosa Anna Vaccarelli, responsabile relazioni esterne del Registro.it, annunciando che “per diffondere le competenze digitali tra le imprese italiane abbiamo aderito a Digitaly, progetto che vede coinvolti insieme a noi Cna, Amazon, Google e Seat Pagine Gialle. Gireremo l’Italia per formare gli imprenditori, raccontando l’importanza di avere un nome a dominio per affermare la propria identità digitale in Rete e proteggere il proprio marchio”. A tal proposito, il Registro.it ha preparato, nell’ambito della campagna “Un nome è un sogno“, un digital kit gratuito dove sono contenuti documenti e materiali di supporto alle attività on line per gli imprenditori. 15 aprile 2015

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