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Europa e lavoro, più di un posto su tre è legato ai diritti di proprietà intellettuale

Trademarks

Uno studio condotto dall’Ufficio europeo dei brevetti e dall’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno intitolato “Intellectual Property Rights intensive industries: contribution to economic performance and employment in Europe” restituisce i numeri dell’importanza dei diritti di proprietà per l’economia europea. I dati mostrano come circa il 39% dell’attività economica complessiva dell’Unione europea (pari a circa a 4700 miliardi di euro all’anno) ruoti attorno a industrie ampiamente basate sui diritti di proprietà intellettuale, le quali generano direttamente circa il 26% di tutti i posti di lavoro nell’UE (56 milioni) a cui si somma un altro 9% derivante dall’indotto.

Con l’espressione “industrie ampiamente basate sui diritti di proprietà intellettuale” si fa riferimento alle industrie che registrano un numero di diritti di proprietà intellettuale per dipendente maggiore rispetto alle altre e quelle in cui l’uso dei diritti di proprietà intellettuale è una caratteristica intrinseca della loro attività. Tali industrie sono selezionate a livello europeo, ossia utilizzando misure dell’intensità del ricorso ai diritti di proprietà intellettuale armonizzate a livello dell’UE.trademarks

Parliamo di soggetti che contribuiscono per il 90% agli scambi commerciali dell’UE con il resto del mondo. Esempi sono l’industria della fabbricazione di utensili portatili a motore, l’industria della fabbricazione di prodotti farmaceutici di base, l’industria della fabbricazione di orologi, l’industria dell’editoria libraria e l’industria lattiero-casearia. Lo studio giunge inoltre a diverse interessanti conclusioni, come il fatto che la retribuzione media nelle industrie in questione è superiore di oltre il 40% rispetto a quella in altri settori. GUARDA I GRAFICI DELLO STUDIO Il Commissario per il Mercato interno e i servizi, Michel Barnier, ha dichiarato: “Sono convinto che i diritti di proprietà intellettuale siano estremamente importanti per stimolare l’innovazione e la creatività, e mi congratulo per la pubblicazione dello studio, che conferma che la promozione dei diritti di proprietà intellettuale è una questione che riguarda la crescita e l’occupazione. Lo studio ci aiuterà ad elaborare politiche fondate su elementi concreti. Esso rivela che nel campo dell’economia l’uso dei diritti di proprietà intellettuale è diffuso ovunque: dal settore dell’alta tecnologia a quello della fabbricazione di articoli sportivi, giocattoli o giochi elettronici, tutte le industrie interessate ricorrono largamente ai diritti di proprietà intellettuale, spesso peraltro non a uno solo, ma a vari tipi di diritti di proprietà intellettuale”. Benoît Battistelli, Presidente dell’Ufficio europeo dei brevetti, ha parlato di uno studio che “dimostra che l’utilità dei brevetti e di altri diritti di proprietà intellettuale non è solo teoria economica. I beni immateriali sono diventati estremamente importanti per le imprese innovative. I brevetti, infatti, spesso aprono la porta a capitali e partner commerciali,soprattutto per le PMI, ma anche per i centri di ricerca e le università. Se vuole rimanere competitiva in un’economia globale, l’Europa deve incoraggiare ancora di più lo sviluppo e l’uso delle nuove tecnologie e innovazioni”. I dati dello studio appaiono ancor più sorprendenti se confrontati con gli omologhi statunitensi, come nella figura qui sotto.Schermata 2013-10-02 a 16.45.05

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