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Il cambio di dominio diventa una saga: la Baia dei Pirati espulsa dal Perù, destinazione Guyana [Update]

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Quarto cambio di desinenza in una settimana per il portale che ha passato il 2013 a girare il mondo in cerca di un porto sicuro. Gli admin della piattaforma non sembrano tuttavia accusare il colpo grazie a 70 domini di riserva e diverse pratiche di aggiramento dei blocchi Dal Perù alla Guyana dopo un passaggio per l’Isola di Ascensione e l’isola caraibica di Saint Martin. Non è una proposta di itinerario turistico, ma il percorso compiuto dal dominio del portale The Pirate Bay nell’ultima settimana. La fuga dalle organizzazioni antipirateria di mezzo mondo ha assunto negli ultimi mesi questa peculiare forma basata sul cambio di desinenza, che è passata in una sola settimana da .sx ad .ac per finire al peruviano .pe. pirate_185849_1003409Ma come spesso è accaduto in questo percorso ad ostacoli durante tutto il 2013, i “pirati” non hanno trovato una buona accoglienza nel Paese sudamericano e, come riferisce TorrentFreak, sono stati costretti a traslocare per la quarta volta in una settimana, scegliendo thepiratebay.gy. La probabile reazione negativa delle autorità della Guyana non sembra preoccupare gli admin della piattaforma: “Abbiamo settanta domini di riserva – ha dichiarato uno dei gestori – e un paio di essi sono sempre pronti per una conversione di emergenza”. Come a dire: il viaggio dei pirati tra i mari del mondo continuerà in ogni caso. Una peregrinazione che ha già inanellato diverse tappe. Ad aprile il trasferimento aveva avuto come base la Groenlandia, ma anche in quel caso erano bastate 48 ore all’organo di registrazione dei domini dell’isola per annunciare il congelamento dei Dns associati alla Baia. In pochi giorni avevano così visto la luce i nuovi riferimenti prima islandesi, cassati in ottobre, e poi caraibici. Il cambio di dominio non è l’unico espediente sperimentato da The Pirate Bay per sfuggire all’antipirateria internazionale. Oltre all’ambizioso progetto di mettere in piedi un Isp proprio c’è il più recente e concreto lancio di un browser marchiato “Baia dei Pirati” e basato sul sistema che permette la navigazione in anonimo Tor, una specie di festeggiamento per i dieci anni di esistenza del brand. Senza contare i numerosi proxies e siti “amici” della Baia che offrono la loro ospitalità e che finiscono oggetto di sentenze come quella con la quale, a fine novembre, l’Alta Corte del Belgio confermava ai due provider locali Belgacom e Telnet l’ordine di bloccare ogni accesso ad 11 domini riconducibili a The Pirate Bay. Update Solo poche ore di vita per il dominio thepiratebay.gy. Il collettivo della Baia torna così a fare tappa in Svezia. 19 novembre 2013

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