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Antipirateria, dalla polizia di Londra nuove lettere ai registar: “Riconsiderate il rapporto con chi infrange la legge”

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La London Police Intellectual Property Crime Unit (Pipcu) non sembra essersi scoraggiata di fronte alla bocciatura con la quale il National Arbitration Forum, nel gennaio scorso, ha accolto un ricorso presentato dal registar canadese EasyDNS in merito ad una richiesta ricevuta dalla cellula istituita all’interno del corpo di polizia di Londra alla fine del 2012 e diventata operativa all’inizio del settembre scorso. In sostanza, la Pipcu aveva chiesto, in una modalità insolita, direttamente ai registar di oscurare una serie di domini legati a spazi in cui venivano scambiati illecitamente contenuti tutelati da diritto d’autore, incassando solo in cinque casi l’assenso dei provider. EasyDNS non si era limitato ad ignorare le richieste ma aveva risposto alla missiva con l’invito agli agenti londinesi a servirsi di un manato giudiziario per certe richieste, prima del ricorso di cui sopra. Tuttavia, sul suo blog ufficiale il provider canadese ha diffuso nelle scorse ore il contenuto di un’ulteriore email ricevuta dall’unità antipirateria.

In essa si informa il registar che “la ricezione di questa email serve come avviso che il dominio di cui sopra, gestito da EasyDNS TECHNOLOGIES, INC 28/03/2014 viene utilizzato per facilitare attività criminali” e gli si chiede di in sostanza di riconsiderare “il rapporto commerciale in corso con i proprietari/acquirenti del dominio per evitare eventuali future accuse di agevolare deliberatamente il movimento di fondi criminali”. Pipcu2Una formula che viene definita “volutamente vaga” dal CEO Mark Jeftovic, il quale afferma: “Penso che questa volta l’intento non sia il takedown del dominio in questione ma la creazione di un ‘caso’ che permetta in futuro di affermare che, con la mera ricezione di questa email, siamo diventati consapevoli dell’attività criminale svolta attraverso quel dominio e che noi la staremmo quindi facilitando. Un’accusa alla quale potremmo trovarci di fronte nel caso in cui non dovessimo oscurare il dominio”. Uno scenario che tuttavia non basta a smuovere Jeftovic dalle sue posizioni, con la sua azienda che ribadisce la richiesta di “un giusto processo” prima di prendere eventuali provvedimenti e rilancia considerando la lettera come “potenzialmente diffamatoria”. La stretta in materia di antipirateria nel Regno Unito ha subito un’autentica escalation nell’anno passato e avanza parallelamente all’attesa per l’approvazione del Digital Ecnomy Act (Dea); poche settimane fa è stato inaugurato Creative Content Uk, partnership varata tra Internet Service Provider d’oltre Manica e industria dell’intrattenimento che prevede una campagna mediatica di sensibilizzazione affiancata all’invio di copyright alert in base ai quali gli abbonati ai provider britannici riceveranno un avviso quando tramite il loro account verranno messe in atto violazioni di diritto d’autore. Le missive saranno accompagnate dall’indicazione di spazi nei quali fruire di materiale legale. Un’iniziativa che ricalca dunque quella messa in atto negli Stati Uniti con il Copyright Alert System (CAS), il sistema introdotto nel luglio 2011 dal Center for Copyright Information (CCI) e ribattezzato six strikes  in riferimento alla poco fortunata esperienza dell’HADOPI francese; il programma statunitense, stando a quanto riferisce TorrentFreak, è in procinto di raddoppiare la sua portata. LEGGI Antipirateria, copyright alert anche nel Regno Unito Antipirateria, l’appello della polizia di Londra agli inserzionisti: “Non finanziate certi siti”. Intanto crescono le violazioni da mobile Pirateria in Uk, l’advisor di Cameron: “Il bastone nei confronti degli Internet Service Provider che agevolano l’illegalità Usa, giudice ordina a Comcast di consegnare ai detentori di diritti le informazioni sugli avvisi antipirateria inviati ad un utente. Continua il braccio di ferro sulle identità degli abbonati 1 settembre 2014

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