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L’innovazione avanza in Europa, ma le differenze regionali sono ancora forti. Italia “innovatore moderato” lontano dai migliori

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Un “innovatore moderato” che deve ancora lavorare molto se vuole risalire la classifica dei Paesi europei. È così che viene dipinta l’Italia nel quadro di valutazione L’Unione dell’innovazione 2014” e nel quadro de “L’innovazione regionale 2014” messi a punto dalla Commissione europea. La capacità di innovazione del nostro Paese, sottolinea il documento in cui la Commissione tira le somme dei principali risultati, è aumentato costantemente fino al 2012 e ha subito un lieve calo nel 2013. L’Italia ha migliorato la sua performance di innovazione rispetto alla UE, raggiungendo il’80% nel 2013, ma resta al di sotto della media dell’UE per la maggior parte degli indicatori. I suoi principali punti deboli relativi sono relativi alla bassa presenza di dottorandi extracomunitari e il numero di PMI innovative che collaborano con le altre. I punti di forza, al contrario, vanno ricercati nelle in co-pubblicazioni scientifiche internazionali e nei disegni comunitari. Preoccupanti i cali di crescita negli investimenti in Venture Capital, gli investimenti in Ricerca e Sviluppo, nei disegni e modelli comunitari e nell’occupazione all’interno delle attività ad alta intensità di conoscenza. Sul piano continentale, dai documenti si evince come l’Europa stia colmando il proprio divario sul piano dell’innovazione con gli Stati Uniti e col Giappone, ma le differenze sul piano della resa innovativa tra gli Stati membri dell’UE sono ancora considerevoli e si riducono soltanto lentamente. A livello regionale, il gap dell’innovazione si sta allargando e in quasi un quinto delle regioni dell’UE il rendimento innovativo è peggiorato. La graduatoria generale all’interno dell’UE rimane relativamente stabile: la Svezia è in posizione di punta, seguita da Danimarca, Germania e Finlandia, i quattro paesi che investono maggiormente nella ricerca e nell’innovazione. Il Portogallo, l’Estonia e la Lettonia sono i paesi che hanno registrato i maggiori miglioramenti. Gran parte dei progressi sono stati determinati dall’apertura e dall’attrattiva del sistema di ricerca dell’UE nonché dalla collaborazione all’innovazione aziendale e dalla commercializzazione dei saperi, come risulta da una misurazione basata sugli introiti di provenienza estera per licenze e brevetti. Tuttavia, la crescita della spesa pubblica di R&S è stata controbilanciata da un calo degli investimenti di venture capital e degli investimenti per l’innovazione non R&S nelle imprese. Gli Stati membri in quattro diversi gruppi di prestazioni:

  • la Danimarca (DK), la Finlandia (FI), la Germania (DE) e la Svezia (SE) sono “Leader dell’innovazione” poiché la loro resa innovativa è ben al di sopra della media unionale;
  • l’Austria (AT), il Belgio (BE), Cipro (CY), l’Estonia (EE), la Francia (FR), l’Irlanda (IE), il Lussemburgo (LU), i Paesi Bassi (NL), la Slovenia (SI) e il Regno Unito (UK) sono “Paesi che tengono il passo” poiché la loro resa innovativa è superiore o vicina alla media unionale;
  • il rendimento di Croazia (HR), Repubblica ceca (CZ), Grecia (EL), Ungheria (HU), Italia (IT), Lituania (LT), Malta (MT), Polonia (PL), Portogallo (PT), Slovacchia (SK) e Spagna (ES) si situa al di sotto della media unionale. Questi paesi sono “Innovatori moderati”;
  • la Bulgaria (BG), la Lettonia (LV) e la Romania (RO) sono “Paesi in ritardo” poiché le loro prestazioni sul piano dell’innovazione sono di gran lunga al di sotto della media unionale.

  10000000000002420000011E7CEAA502 I paesi maggiormente innovativi hanno una buona resa e presentano risultati nettamente superiori alla media dell’UE in tutti gli ambiti: dalla ricerca e i sistemi di istruzione superiore, passando per le attività innovative delle imprese e gli attivi intellettuali, fino ad arrivare all’innovazione nelle PMI e agli effetti economici, il che rispecchia un sistema nazionale di ricerca e innovazione equilibrato. Il raffronto internazionale con l’UE Nell’Europa in senso lato anche quest’anno la Svizzera conferma la propria posizione di leader assoluto dell’innovazione continuando a superare tutti gli Stati membri dell’UE. A livello globale la Corea del Sud, gli USA e il Giappone superano con distacco l’UE. Mentre il divario tra gli USA e il Giappone si è ridotto della metà negli ultimi anni, esso si allarga con la Corea del Sud. L’UE continua ad essere in vantaggio rispetto ad Australia, Canada e a tutti i paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Tale vantaggio è stabile o aumenta addirittura, fatta eccezione per la Cina che rimonta celermente il distacco. Il quadro di valutazione dell’innovazione regionale 2014 Quest’anno il quadro di valutazione “L’Unione dell’innovazione” è accompagnato dal quadro di valutazione dell’innovazione regionale 2014 che offre una valutazione comparativa del rendimento sul piano dell’innovazione di 190 regioni dell’Unione europea, della Norvegia e della Svizzera, facendo uso di un numero limitato di indicatori della ricerca e dell’innovazione. Sul piano delle Regioni, a distinguersi nel nostro Paese sono solo Emilia-Romagna, Piemonte e Friuli Venezia Giulia, classificati come “followers” insieme ad altre aree del Vecchio Continente più avanti della media europea. mappaeuropainnovatori   Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile per l’Industria e l’imprenditoria, ha affermato:Portare avanti l’innovazione in tutta Europa rimane un elemento prioritario se vogliamo raggiungere il nostro obiettivo in materia di politica industriale consistente nel far sì che entro il 2020 almeno il 20% del PIL dell’UE sia prodotto dall’industria manifatturiera. Maggiori investimenti da parte delle imprese, una forte domanda di soluzioni innovative europee e la riduzione degli ostacoli che si frappongono all’applicazione commerciale delle innovazioni sono la chiave della crescita. Abbiamo bisogno di imprese maggiormente innovative e di un contesto favorevole alla crescita al fine di portare efficacemente le innovazioni sui mercati”. Il Commissario Máire Geoghegan-Quinn, responsabile per la Ricerca, l’innovazione e la scienza, ha affermato: Il quadro di riferimento conferma ancora una volta che l’investimento nella ricerca e nell’innovazione si ripaga in termini di rendimento dell’economia. Con un bilancio di quasi 80 miliardi di euro per i prossimi sette anni, Orizzonte 2020, il nostro nuovo programma di ricerca e innovazione, contribuirà a mantenere la spinta propulsiva. È adesso che dobbiamo aumentare gli investimenti nell’innovazione in tutta l’UE se vogliamo realizzare entro il 2020 il nostro obiettivo del 3% del PIL”. Johannes Hahn, Commissario responsabile per la Politica regionale e urbana, ha affermato: “Dobbiamo trasformare le grandi idee che ispirano l’Europa in imprese redditizie che producano occupazione e crescita sostenibile. Il nuovo bilancio dell’UE e la politica regionale riformata  offrono un’opportunità unica per promuovere l’innovazione. Più di 100 miliardi di euro di investimenti a valere sui Fondi strutturali e di investimento (fondi SIE) saranno destinati alla ricerca e all’innovazione come anche alla crescita digitale, alle piccole e medie imprese e allo sviluppo di energie verdi ed efficienti. Il quadro di riferimento presentato oggi indica che, mentre alcune regioni registrano progressi, sussistono ancora delle disparità. La nuova politica regionale affronterà questa problematica: ciascuna delle 274 regioni d’Europa dovrà sviluppare una strategia in tema di specializzazioni intelligenti che comprenderà anche un capitolo consacrato all’innovazione. Le regioni dovranno valorizzare i loro punti di forza economici e sviluppare nuovi modi innovativi per far fronte alla concorrenza globale”. Contesto del quadro di valutazione dell’innovazione Il quadro di valutazione “L’Unione dell’innovazione” 2014 si basa su 25 indicatori ripartiti in tre grandi campi: Elementi abilitanti: fa il punto sui principali volani dell’innovazione – risorse umane, sistemi di ricerca aperti, eccellenti e attraenti, nonché finanziamenti e sostegno. Attività delle imprese: mette in luce gli sforzi di innovazione a livello di azienda – investimenti delle imprese, collaborazioni e attività imprenditoriali, nonché attivi intellettuali. Risultati: indica come gli elementi di cui sopra si traducono in vantaggi per l’economia nel suo complesso – innovatori ed effetti economici. 5 marzo 2014

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