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Internet of Underwater Things, videointervista alla Prof.ssa Chiara Petrioli

Il futuro di Internet? Sott’acqua. È il progetto internazionale Sunrise a voler trasformare il mare, i laghi e i fiumi in immense autostrade digitali sulle quali far muovere e operare sensori, robot, droni e veicoli autonomi di ultima generazione in grado di svolgere compiti pericolosi o troppo estremi per l’uomo, dal monitoraggio ambientale (vulcani sottomarini, faglie nella crosta terrestre, individuazione di siti adatti all’acquacoltura) allo sminamento, dalla salvaguardia di siti archeologici alla ricerca di giacimenti di idrocarburi, fino alla localizzazione di carico o persone disperse. Inserito nel VII programma quadro della Ue, il progetto ha un capofila italiano, l’Università La Sapienza di Roma, che sta sviluppando in questi mesi tutta la parte software. Quella, cioè, che consentirà il dialogo tra i vari dispositivi tecnologici che dovranno poi essere in grado di gestirsi da soli, fronteggiare le emergenze e riferire alle control room dei vari paesi collegati quel che sta accadendo sott’acqua. Senza dimenticare le applicazioni di cybersecurity, importanti nell’ambiente subacqueo non meno che in superficie. È dunque l’Internet delle cose nella sua versione sottomarina: l’Internet of Underwater Things. Del progetto abbiamo parlato con il coordinatore italiano, la Prof.ssa Chiara Petrioli della Sapienza; di seguito la video intervista realizzata nell’ateneo romano.

I droni della Geolandscapes Solutions: intervista al Prof. Casagrande

9 novembre 2015

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