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Convegno Ecclesiale Nazionale al via a Firenze. Con attenzione al mondo tecnologico

Convegno Ecclesiale Firenze

Ha preso il via lunedì, a Firenze, il V Convegno Ecclesiale Nazionale, appuntamento che occuperà il capoluogo toscano fino a sabato 14 novembre. Nel documento che fa da traccia ai lavori non mancano spunti orientati ad approfondire le implicazioni umane di una realtà ormai pervasa dalle tecnologie digitali. Convegno Ecclesiale Firenze“Il male del quale il nostro tempo sembra soffrire – si legge – è l’autoreferenzialità. Se pensiamo di poterci costruire e ricostruire, indefinitamente e in maniera sostanzialmente illimitata, è perché pensiamo di essere riferiti unicamente a noi stessi. […] Sbaglieremmo però se ci fermassimo a considerare unicamente questi aspetti. Il tempo che viviamo è complesso e registra un enorme bisogno di relazione. La ricerca di una relazione autentica attraversa, come un filo rosso, le contraddizioni del presente: la si coglie nella comunicazione permanente e globale della rete, nella frenesia della condivisione immediata degli eventi e nel diffondersi contagioso delle emozioni; prende anche corpo in tante esperienze d’impegno per altri e con altri, capaci di testimoniare il valore e la dignità dell’umano. Il senso dell’umano riemerge nella solidarietà intergenerazionale all’interno delle famiglie, laddove le generazioni adulte non si appiattiscono sul loro benessere, ma affrontano sacrifici per costruire il bene di chi viene dopo. Riemerge nelle tante esperienze in cui le famiglie riescono a percepirsi come soggetto sociale, che estende i confini della propria capacità di cura oltre il nucleo ristretto”. Dopo aver dedicato un passaggio sulla nuova attenzione ad uno stile di vita sobrio e sulla sensibilità crescente verso i temi ambientali, il documento sottolinea che nel Sud Italia “cresce la tutela della legalità come bene comune. Partita dalla Calabria e dalla Sicilia, si diffonde, seppur tra mille contraddizioni, un’esplicita scelta di campo del commercio e dell’impresa liberi dalle mafie. Un segno da incoraggiare e sostenere. L’impegno educativo continua, inoltre, a rappresentare una delle migliori risorse per il nostro Paese ed è via privilegiata della difesa e della promozione della dignità dell’umano. Pur tra disagi strutturali ed economici, la scuola non cessa di essere un riferimento importante per le famiglie. Accanto alle negatività, fin troppo denunciate, sono tante le esperienze di dedizione e d’impegno competente che sostengono la crescita dei più giovani. E insieme alla scuola, l’impegno formativo di associazioni, di esperienze oratoriali e sportive, che contribuiscono a creare una rete di relazioni sane in cui la famiglia trova un valido supporto”. L’importante valore del volontariato affianca l’accoglienza verso i migranti, con una visione d’insieme: “Con la crescente complessità del mondo globalizzato, con le nuove forme d’ingiustizia che allargano il divario tra ricchi e poveri, con lo strapotere del sistema tecnologico e la crisi delle istituzioni (dalla scuola alla famiglia), i luoghi hanno perso molte rigidità, ma anche solidità e unità, e sono diventati più permeabili, vulnerabili, sempre più sfidati e messi in questione. Si può dire che i luoghi siano diventati oggi sempre più frontiere: linee di incontro/ scontro tra culture, e anche tra visioni del mondo diverse dentro una stessa cultura. La famiglia, per esempio è attaccata da tanti fronti, e non sono rari quei bambini che vivono tra diverse case, costretti a fare i conti con complesse geografie relazionali. In questo modo, gli ambienti quotidianamente abitati, come la famiglia, l’educazione, la scuola, il creato, la città, il lavoro, i poveri e gli emarginati, l’universo digitale e la rete, sono diventati quelle “periferie esistenziali” che s’impongono all’attenzione della Chiesa italiana quale priorità in cui operare il discernimento, per accogliere l’urgenza missionaria di Gesù”. Infine, una valutazione sulle comunità cristiane, che “in questo decennio sono impegnate ad aggiornare l’azione pastorale, assumendo come punto prospettico l’educazione, divenuta una vera e propria emergenza: il mondo digitalizzato e sempre più pervaso dalla tecnica apre prospettive inedite non soltanto sul fronte della ricerca ma anche nelle sue applicazioni, che modificano sempre più le abitudini quotidiane; la cultura si vuole affrancare in modo disinvolto da qualsiasi tradizione e dai valori da esse veicolati, ritenendoli superati e obsoleti; l’urbanizzazione ridisegna gli spazi e i ritmi della vita umana, modificando le principali forme dei legami sociali e ambientali; in un’epoca prolungata di crisi generalizzata, la povertà sempre più estesa rischia di alimentare modelli che causano miseria umana e perdita di dignità. Come affrontare queste sfide? Non significa dover fare i censori dell’umanità. Al contrario, significa tentare sempre tutto il possibile per risolvere qualsiasi nodo, impegnare al massimo grado la nostra creatività per districare ogni matassa, non trovar requie prima d’aver tagliato tutti i legacci che frenano l’uomo, e prima d’aver spezzato le catene che gli impediscono di raggiungere la sua più alta misura”. Prof.AlbertoGambino a TgTgDi questi temi si è parlato anche nell’edizione di lunedì di “TgTg – Telegiornali a confronto“, trasmissione di Tv2000; tra gli ospiti il Professor Alberto Gambino, Direttore del Dipartimento di Scienze umane dell’Università Europea di Roma. Tra gli spunti di riflessione, l’esperimento in corso in 156 città di 146 Paesi e che in sostanza punta a riscoprire il valore della connessione umana che deriva dal guardarsi negli occhi: “Anche nel documento preparatorio di Firenze – ha sottolineato Gambino – c’è un richiamo alle tecnologie come occasione da sfruttare ma senza rendere assoluto l’uso dei dispositivi. Bisogna cioè trovare un equilibrio, dopo essere stati pervasi dalle tecnologie occorre arrivare a un punto di maturazione, non tanto per la mia generazione quanto per i nativi digitali che devono ritrovare il senso del contenuto e della relazione umana. È un passaggio educativo fondamentale e sul quale si fonda in un certo senso il futuro dell’umanità, perché se continuiamo ad usare uno strumento come comunicazione che non comunica rischiamo di allontanarci dalla dimensione umana”.

Tecnologia e vita, economia e ambiente, fragilità e migranti: non solo tema divorziati nella relazione del Sinodo sulla famiglia

9 novembre 2015

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