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Net neutrality, Quintarelli: “L’utente deve essere libero di scegliere. In ballo questioni legate ai diritti civili”

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Il deputato di Scelta Civica sulla proposta di legge in discussione alla Camera: “Una Rete non neutrale può entrare nel merito delle comunicazioni delle persone. Il nostro testo in linea con la direzione imboccata dall’Europa. L’iniziativa della statunitense Fcc è invece più radicale perché entra nel merito del lato business”  quintarelli-stefano-258x258“Aumentare le possibilità di scelta su internet per tutti i cittadini, assicurare che chi controlla la risorsa non possa orientarla in modo da influenzare le scelte dei consumatori orientandole in una certa direzione, finendo così per distorcere il mercato in una dinamica che aprirebbe non solo problemi di concorrenza, ma anche questioni legate ai diritti civili”. È così che Stefano Quintarelli, deputato di Scelta Civica e Presidente del Comitato di indirizzo dell’Agenzia per l’Italia digitale, riassume lo scopo della proposta di leggeDisposizioni in materia di fornitura dei servizi della rete internet per la tutela della concorrenza e della libertà di accesso degli utenti“, presentata dall’Intergruppo parlamentare per l’innovazione tecnologica nel luglio 2014 e il cui percorso alla Camera è iniziato mercoledì 6 maggio con il primo passaggio in IX Commissione (Trasporti e telecomunicazioni). “Le risposte tradizionali – spiega Quintarelli – intervengono ex post, cioè quando si verificano gli abusi. Il nostro intento è invece quello di trovare meccanismi che intervengano ex ante. In altre parole, vogliamo prevenire, non curare, e la neutralità della rete è proprio una possibile soluzione ex ante a potenziali vulnus. Il principio di fondo è che ogni offerta di prestazioni che vada oltre il best effort deve essere valutata liberamente dall’utente, che può decidere di acquistarla ad una tariffa incrementale, senza che questo venga imposto da nessuno e senza che crei un danno a chi decide diversamente”. Messico, Brasile, Cile, Perù, Canada, Israele, Slovenia e Olanda sono alcuni tra i Paesi che si sono già dotati di norme a tutela della Net neutrality, mentre è in corso un dibattito a livello continentale che non ha risparmiato polemiche durante il semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea: “Tra le iniziative sparse per il pianeta senza dubbio quella olandese è la più incisiva – prosegue Quintarelli – mentre sul piano dell’Ue, in un percorso che va avanti da anni, la direzione imboccata e le considerazioni espresse dalla presidenza lettone sono in linea con la nostra proposta. Che a sua volta è perfettamente in linea con l’articolo 3 della Dichiarazione dei diritti in internet messa a punto dalla Commissione per i diritti e i doveri in internet di Montecitorio”. “In parte diverso è invece il caso statunitense”, sottolinea l’onorevole: “Per certi versi, la proposta della Federal Communication Commission è più radicale, perché non ci si concentra solo sui diritti degli utenti, ma sconfina chiaramente nelle imposizioni ai fornitori e prevede volta per volta l’esame degli accordi di peering stipulati con gli operatori, con la Fcc che si riserva di decidere se sono commercialmente ragionevoli. Tutto questo nella nostra proposta non c’è, per noi gli operatori sono liberi di fare quello che vogliono se ciò non pregiudica i diritti degli utenti; in un certo senso è anche difficile pensare si possa trasporre nel contesto giuridico europeo le dinamiche pensate dalla Commission, e non è escluso che anche negli Usa tale quadro finisca per non sopravvivere ai ricorsi”. 8 maggio 2015

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