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La Giustizia Digitale nella previsione del governo

di Michele Gorga [*]

La strategia per la crescita digitale 2014-2020, nella programmazione del governo, riserva un posto importante alla giustizia digitale e alla piena informatizzazione del processo civile e del processo penale  con lo scopo di migliorare l’organizzazione dei servizi di cancelleria e avere risparmi di spesa e maggiore trasparenza per i cittadini. Il completamento dell’informatizzazione del Processo civile telematico fino al Giudice di Pace è di quello Penale è l’obiettivo finale della strategia governativa in tema di giustizia digitale.   

Nel campo dell’esecuzione della pena si accarezza l’idea della diffusione delle postazioni video, rispetto alla quale soluzione non regge la critica di mancanza di “contatto”, che già  non vi è, ma che offrirebbe una più elevata possibilità di interazione tra parenti e detenuti via Web e una migliore gestione dei colloqui di questo tipo, che delocalizzata rispetto agli istituti di pena, garantirebbe non solo una riduzione dei costi complessivi per le famiglie ma anche per l’amministrazione della giustizia oltre che a una maggiore sicurezza a costi minori.   

L’Agenzia per l’Italia Digitale e il Dipartimento della Funzione Pubblica hanno sostenuto e finanziato il Piano straordinario per la digitalizzazione della Giustizia e coordinata l’attività mentre le recenti accelerazioni fatte in materia dal governo, con la previsione del deposito telematico obbligatorio degli atti e delle comunicazioni di cancelleria tramite Pec, hanno di molto avvicinato il servizio-giustizia agli operatori e ai cittadini  con notevoli risparmi di spesa derivante dalla  riduzione del cartaceo.

Gli avvocati, tramite il deposito telematico hanno sperimentato, salva l’onerosità della modalità, da  regolamentare, del deposito della copia di cortesia, la drastica riduzione dei tempi di attesa per i depositi presso le Corti e i Tribunali e ciò su tutto il territorio nazionale con conseguente eliminazione delle distanze geografiche e territoriali e ridotto al minimo i disagi e i costi delle trasferte.

La trasparenza informativa assicurata dal processo telematico, tramite il portale dei servizi nazionali di giustizia, da la possibilità per chiunque di consultare on line lo stato delle cause in forma anonima. Inoltre per le parti, i difensori, gli ausiliari e i consulenti nominati dal giudice, grazie al solo utilizzo del dispositivo di autenticazione, si può consultare il contenuto del fascicolo telematico e i provvedimenti del giudice nonché gli atti depositati dalle parti.

Finalmente è stato poi finanziato l’anello debole dell’ufficio del processo, ossia quello dei giovani tirocinantianche se non si comprende la ratio sostanziale rimborso delle spese per 350 mensili per i tirocinanti presso i Tribunali, le Procura o le Corti ma solo sulla base della posizione reddituale familiare. È come se nella Pa lo stipendio fosse agganciato alla situazione reddituale della famiglia del lavoratore: più hai e meno prendi o nulla prendi sul lavoro se il tuo Isee sfonda i bassi parametri, di poco più di 20mila euro di reddito della famiglia previsti nel decreto Ministeriale. Previsione illogica così come ingiusta è la bassa retribuzione prevista per i Giudici Ausiliari di Corte di Appello dove all’alta qualità del lavoro richiesto non corrisponde altrettanta giusta previsione retributiva.

Un colpo di reni per il Pct,  invece pare che debba venire, dato che è già  stato sperimentato da tempo  nel  processo penale, con l’introduzione del sistema delle videoconferenze per sentire testimoni e parti a distanza. Sullo stesso versante vanno segnalate anche le previste collaborazioni con gli Enti Locali con gli “sportelli di prossimità”, presso i quali potranno essere fornite agli utenti e a tutti i cittadini – anche grazie all’utilizzo delle tecnologie e delle banche dati del Ministero della giustizia – informazioni sul  rilascio dei certificati.

Inoltre è stato previsto  un ulteriore ambito di intervento che riguarda entrambi i settori ossia sia quello civile che quello penale con la previsione  dell’uso di strumenti di Big Data Analytics – ossia strumenti che permettono la gestione di grandi quantità di dati di natura diversa provenienti da fonti diverse -, nonché dei Social Mining che nelle previsioni dovrebbero essere utilizzati non solo per valutazioni di tipo proiettivo, ma anche al  fine di elaborare le statistiche di supporto all’attività giudiziaria con lo scopo, cioè, di scoprire gli schemi e i modelli di comportamento umano per interpretarne i fenomeni sociali che dovranno supportare l’attività investigativa e giudiziaria nazionale ed europea.

Infine si segnala il tavolo di monitoraggio dei piani operativi di sviluppo congiunto tra AgID ed il Ministero della Giustizia il quale pubblica periodicamente il Gantt generale delle iniziative in corso e della relativa tempistica attuativa da considerare  valido strumento in sede governativa come work in progress per l’attuazione, in sede di giustizia, della digitalizzazione dei processi e delle attività giurisdizionali.   

[*] Avvocato, consulente giuridico presso Agenzia per l’Italia Digitale 10 settembre 2015

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