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Le società di gestione collettiva devono consentire l’uso delle Creative Commons: approvata la proposta di direttiva UE

Le società impegnate nella gestione dei diritti collettivi devono consentire l’utilizzo di licenze Creative Commons. È uno dei passaggi più importanti della proposta di direttiva europea approvata nelle scorse ore dalla commissione JURI (affari legali) e che punta a garantire una più agevole circolazione dei contenuti musicali in Europa e una maggiore trasparenza e affidabilità nelle pratiche di gestione dei diritti collettivi nel Vecchio Continente. Il progetto parte dalla consapevolezza che molte società di gestione europee non consentono ai loro membri di operare all’interno di un quadro di licenze alternative. Dopo i risultati del progetti pilota inaugurati dalla Creative Commons in Olanda, Daimarca, Svezia e Francia, sembra arrivato il momento del salto di qualità e l’estensione a mezzo direttiva di un tale quadro di riferimento a tutti i Paesi dell’Unione. In sede di passaggio in Parlamento al testo sulla gestione collettiva dei diritti continentale è stata così aggiunto il passaggio nel quale si impone alle società di gestione collettiva di autorizzare ai propri membri a “concedere licenze per gli usi non commerciali dei diritti, categorie di diritti o tipologie di lavoro e altre fattispecie a loro scelta” (Art.5 comma 2a). Sicuramente il miglior augurio di benvenuto che poteva essere tributato alle Creative Commons 4.0 appena rilasciate dalla omonima no profit, la quale plaude a questo importante passaggio istituzionale: “Tutto questo significa che una volta che la direttiva sarà stata adottata dal Parlamento, e in questo senso manca solo un voto che si pone sostanzialmente come una formalità, i membri di tutte le società di gestione collettive dei diritti del Continente avranno il diritto di concedere licenze per uso non commerciale per il loro lavoro, aprendo la strada all’utilizzo delle tre licenze Creative Commons che consentono questa eventualità. La nuova direttiva rafforzerà i diritti dei membri delle società di gestione collettiva, e tendiamo verso un futuro in cui i musicisti di tutta Europa possano godere di una maggiore flessibilità nel condividere le loro creazioni”. 29 novembre 2013

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