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La staffetta Letta-Renzi: cosa resterà dell’Agenda Digitale?
Un’analisi dei principali nodi da sciogliere e dei provvedimenti che rischiano di ancorarsi nelle secche del ricambio a Palazzo Chigi con Paolo Coppola (Pd), Stefano Quintarelli (Sc), il Prof. Eugenio Prosperetti e Paolo Romano (M5s). Tra catasto delle reti, Identità Digitale, priorità e uomini del nascente esecutivo. Intanto l’Agenzia per l’Italia Digitale rende pubblico lo Statuto pubblicato in Gazzetta Ufficiale Il passaggio di consegne tra Enrico Letta e Matteo Renzi a Palazzo Chigi si è consumato aprendo una questione di cruciale importanza: quali ripercussioni porterà sull’attuazione dell’Agenda Digitale italiana? I ritardi accumulati dal nostro Paese sul fronte dell’innovazione tecnologica rendono indispensabile garantire continuità alle iniziative già in cantiere, molte delle quali aspettano da tempo i provvedimenti e i decreti che ne garantiscano la piena attuazione. I principali nodi da sciogliere sono stati il focus della puntata del 16 febbraio di “Presi per il Web“, trasmissione di Radio Radicale condotta da Marco Perduca, Marco Scialdone e Fulvio Sarzana con la collaborazione di Marco Ciaffone e Sara Sbaffi. Ospiti della puntata Paolo Romano, “cittadino” del Movimento 5 stelle, Paolo Coppola, deputato Pd e professore di Informatica all’Università di Udice che da Assessore all’Innovazione ad Udine, fu il primo a pubblicare, nel 2009, i bilanci del Comune, Stefano Quintarelli, deputato di Scelta Civica, per anni il “pioniere della rete italiana” per eccellenza, un appellativo conquistato sul campo per aver fondato, nel 1989, la prima associazione telematica studentesca italiana con l’acronimo di MI.NE.R.S. (Milano Network Researchers and Students) e cinque anni dopo il primo Internet service provider del nostro Paese, I.Net. Con loro Eugenio Prosperetti, Avvocato e Professore di Modelli di Business dell’Information and Communication Technology presso la Facoltà di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Roma Sapienza dove nel 2012 ha anche tenuto la cattedra di Diritto nella Società dell’Informazione. Dal 2013 è altresì titolare dell’insegnamento di Competition Law & Policy presso la Facoltà di Economia dell’Università di Siena. Siamo a solo un paio di settimane dalla presentazione in pompa magna del Rapporto Caio, e lo stesso Letta, proprio poche ore prima che precipitassero gli eventi aveva rilanciato su quelle che considerava le priorità per il digitale tricolore nel suo Impegno Italia svariando tra sanità elettronica a infrastrutture fino a fatturazione e sistemi di pagamenti elettronici. “L’Agenda Digitale – ha chiosato Prosperetti in apertura – è un piano che punta a portare l’amministrazione pubblica, oltre che la vita delle persone in generale, ad un livello di efficienza, di comodità e di velocità oltre che di riduzione dei costi della burocrazia che sia anche compatibile e simile agli standard europei. Molti vivono con preoccupazione l’avanzata delle tecnologie, senza rendersi conto che si tratta di cambiare le procedure e rendere quelle digitali più facili da fare rispetto a quelle analogiche”. Catasto delle reti “Intanto dobbiamo cercare di allinearci a quanto ci chiede l’Unione Europea – ha esordito Romano – e cioè di portare la banda larga a 30 Mbps a tutta la popolazione e quella a 100 Mbps almeno al 50% dei cittadini. Per agevolare questo percorso abbiamo promosso il catasto delle reti che, come emendamento del decreto Destinazione Italia, chiede all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni di mappare tutte le reti pubbliche e private tramite le quali sul territorio nazionale si accede alla rete. A livello di infrastrutture – ha continuato Romano – sarebbe utile una rete nazionale alla quale prevedere una parità di accesso ai vari operatori così da garantire un servizio minimo al cittadino”. “Dove la domanda di banda larga da rete fissa non c’è – è intervenuto Quintarelli – si pone una questione questione prima di tutto culturale. È quello il deficit principale da colmare e la domanda va incentivata facendo capire a cosa serva la rete e quali vantaggi possono derivare dal suo utilizzo”. Nuovo esecutivo, vecchie priorità Dunque è arrivato il turno di Matteo Renzi, che nel documento congressuale presentato in occasione delle primarie del dicembre scorso parlava di digitale soprattutto in chiave di semplificazione delle procedure della Pubblica Amministrazione, auspicando un “cambio di mentalità dei dirigenti della PA”. “Mettere online tutte le spese dello Stato e di tutte le amministrazioni locali consente un controllo costante dell’opinione pubblica” e “investire sulle fatturazioni digitali”, un approccio dunque orientato a sfruttare le nuove tecnologie in chiave di trasparenza da un lato e di riduzione delle possibilità dell’evasione fiscale. Si parla poi di Agenda Digitale nel Jobs Act, dove si menzionano fatturazione elettronica, pagamenti elettronici e investimenti sulla rete. Dichiarazioni di intenti alle quali devono ora seguire i fatti di chi ha ora il compito di governare. “Matteo Renzi – ha affermato Coppola – ha più volte dichiarato quanto fosse importante per lui il lavoro di digitalizzazione del settore pubblico, per far sì in primo luogo che la Pa stessa lavori meglio; nel 2014 è impensabile credere che questo possa avvenire con procedure analogiche. Da questo punto di vista le priorità portate avanti da Francesco Caio fino a questo momento mi sembrano un ottimo punto di partenza. Sull’Agenda Digitale in ogni caso bisogna sposare un approccio a 360 gradi, perché non è solo Pa e non è settoriale, ma è economia, l’economia del futuro, ed è trasversale”. “Di sicuro – ha proseguito Coppola – c’è la volontà di proseguire su un percorso di trasparenza sperimentato nel Comune di Firenze mentre sul fisco digitale in generale sono anni che alla Leopolda se ne discute. Ma, ripeto, per sfruttare al massimo le opportunità digitale dobbiamo iniziare a cambiare il modo con cui facciamo le attività, e far capire questo passaggio culturale è un compito del quale il nuovo Governo dovrà farsi carico”. Alla domanda sulla possibilità che possa essere istituito un ministero dell’Innovazione, nessuno dei parlamentari fa endorsement per un nuovo dicastero. “Basta il Mise”, è l’opinione di Romano, “meglio un sottosegretario alla presidenza del Consiglio”, rilancia Quintarelli, trovando l’appoggio di Coppola: “In prospettiva un ministro dedicato potrebbe essere la scelta giusta, ma nel breve termine si rischierebbero solo di allungare i tempi di approvazione delle proposte”. Si è così introdotto il dibattito sulle persone chiamate a continuare il percorso, anche alla luce di chi come il presidente di Iwa Italy, Roberto Scano, fa notare che “con il Governo è decaduta l’Unità di missione per l’Agenda Digitale“. In tal senso, Coppola afferma: “So che Caio si è dato come termine della sua azione il mese di marzo e non so cosa deciderà di fare. In merito a quanto fatto fin qui da chi si è occupato di Agenda dobbiamo pensare che nessuno ha lavorato da solo, quindi anche chi finirà il proprio percorso lascerà in eredità a chi resta in Parlamento un lavoro già impostato e che verrà portato avanti”. Punto di vista sposato da Quintarelli: “È decaduta l’Unità di missione ma ci sono alcuni provvedimenti che sono stati preparati e che sono in dirittura d’arrivo. Come una torta messa in forno e che si sta cuocendo, nonostante la pausa dovuta al cambio a Palazzo Chigi”. Identità Digitale Tra le priorità di Caio sopra menzionate da Coppola figura il sistema dell’Identità Digitale al quale hanno lavorato proprio in squadra con Quintarelli e Prosperetti. Si tratta di un sistema di identificazione federato che consente al cittadino di avere una serie di credenziali che gli permettono di avere accesso ai servizi tramite piattaforme digitali. In materia, nel Decreto del Fare fu inserita una delega al Governo per l’implementazione delle misure proposte; il tutto deve ora tradursi in un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, al momento nel pieno del suo iter e che dovrà vedere la formalizzazione da parte del nuovo inquilino di Palazzo Chigi. “Il lavoro è comunque già molto avanti – ha spiegato Prosperetti – su quello che rappresenta uno dei pilastri del rendere fruibile per tutti, specialmente per chi ha meno dimestichezza con le nuove tecnologie, i servizi dell’Amministrazione pubblica e non solo, perché è un intervento di sistema. Possiamo definire l’Identità Digitale come il grimaldello, una chiave universale, per aprire qualsiasi sito della Pa e progressivamente anche dei servizi privati online senza dover moltiplicare dati d’accesso, sempre più a rischio confusione o peggio ancora di frode”. “Il sistema – ha proseguito – è pensato per non spendere eccessivamente, non sprecare e non ripetere gli errori del passato. Il problema di precedenti iniziative come carta d’identità elettronica e di carta nazionale dei servizi è che presupponevano che il cittadino si dovesse dotare di tecnologie che non erano già diffuse, come lettori smart card e software ai quali alfabetizzare una gran massa di persone. Qui è il contrario, perché questo sistema deve essere a monte interoperabile con quanto già esiste. Nessuno dovrà installare software per utilizzarlo, ogni identità dovrà poterlo utilizzare nel sistema che già esiste e con la tecnologia che il cittadino sa già usare. Un altro fattore – ha concluso Prosperetti – è che questa tecnologia può essere utilizzata anche dai privati, che non dovranno più installare costose tecnologie dell’informatica”. Open source e Open data nella Pa hanno chiuso una serata indirizzata a tracciare le priorità digitali per chi si appresta a prendere in mano le redini del Governo. Update 18.00 – Lo Statuto dell’Agenzia per l’Italia Digitale Il tanto atteso statuto dell’Agenzia per l’Italia Digitale è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed è disponibile per la consultazione sul sito ufficiale dell’Agid. LEGGI “Intervista a Gérard Pogorel: ‘Sul digitale Italia in ritardo, ma ha imboccato la strada giusta’ ” LEGGI “Quintarelli: ‘Su Telecom non è scontato che il Governo agisca’ ” LEGGI “Seminario sul Regolamento Agcom sulla tutela del diritto d’autore in occasione della presentazione del volume ‘L’opera digitale tra regole e mercato ‘ di Eugenio Prosperetti” Immagine in home page: Wikipedia.org 17 febbraio 2014