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Pagamenti online: Parlamento europeo adotta la proposta di revisione della direttiva

È con una larghissima maggioranza che il Parlamento europeo ha adottato un testo di legge riguardante la revisione della direttiva Ue sui servizi di pagamento. Proposte nel luglio 2013 dalla Commissione, le nuove norme sono orientate a “rendere le transazioni più sicure, tagliare i costi e permettere a nuovi operatori del mercato di utilizzare strumenti mobili e online per effettuare pagamenti per conto di un cliente”. “L’utente che utilizza un conto online – si legge in una nota di Strasburgo – avrà il diritto di utilizzare un software di pagamento realizzato da parti terze autorizzate, non solo dagli istituti finanziari dunque, e di poter effettuare i pagamenti attraverso i servizi di tali fornitori. Ad esempio, i consumatori che sono sprovvisti di carte di credito o di debito potranno autorizzare nuovi operatori di mercato a utilizzare i loro dati bancari per effettuare pagamenti dai loro conti”. L’addebito dei prestatori di servizi di pagamento non dovrebbe superare i costi diretti. Costi aggiuntivi per l’utilizzo degli strumenti di pagamento, come le carte di credito e di debito, per il quale gli oneri amministrativi per l’interscambio tra banche sono già regolamentate, saranno vietati. Per quanto attiene la sicurezza dei pagamenti e la responsabilità dei fornitori in caso di furto, “una banca che gestisce il conto del cliente potrebbe negare al fornitore di servizi l’accesso a esso solo per motivi di sicurezza, obiettivamente giustificati e motivati, che siano stati segnalati alle autorità di vigilanza. Questa tutela dovrebbe precludere ogni possibilità alle banche di “bloccare” il mercato per i nuovi servizi di pagamento. I fornitori dei servizi di pagamento, dal canto loro, sarebbero tenuti a garantire l’autenticazione sicura degli utenti e ridurre il rischio di frode. Dovrebbero garantire che i dati personali di un utente passino attraverso canali sicuri e che siano condivisi solo con il consenso dell’utente”. Nel caso di pagamento non autorizzato compiuto dal suo conto, il titolare “non dovrebbe perdere più di 50 euro se lo strumento di pagamento è stato perso o rubato, ovvero se ci sia stata un’appropriazione indebita. Un fornitore di servizi che non riesce a evitare una tale frode dopo la notifica di una perdita o non richiede un’autenticazione forte del cliente quando necessario, potrebbe essere ritenuto responsabile delle perdite dei propri clienti e avere il dovere di porre rimedio al danno finanziario”. “Il mercato dei servizi di pagamento dell’Ue rimane frammentato e il suo costo è pari a 130 miliardi di euro l’anno, ovvero oltre l’1% del Pil dell’Unione. L’economia europea non può permettersi questi costi se vuole essere competitiva a livello globale” dichiara il deputato Antonio Tajani (PPE, IT). Per entrare in vigore, la normativa dovrà ora passare per l’ultima decisione formale del Consiglio Ue; dopo la pubblicazione nella gazzetta ufficiale, gli Stati avranno due anni di tempo per modificare le leggi nazionali. 8 ottobre 2015

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