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Internet Bill of Rights, al via consultazione pubblica di quattro mesi. Masera: “Primi in Europa”. Quintarelli: “Testo migliorabile, spero arrivino molti pareri”. Pierani: “Buona base di partenza”. Zanardo: “Educazione al digitale punto centrale”

Ascolta Il Podcast Della Puntata Di Domenica 26 Ottobre 2014

Inizia oggi la consultazione pubblica sulla bozza di “Dichiarazione dei diritti in Internet varata lo scorso 8 ottobre dalla Commissione per i diritti e i doveri relativi ad Internet istituita a luglio presso la Camera dei Deputati e presieduta dal Professor Stefano Rodotà. Un testo che ha suscitato, nelle ore successive alla sua pubblicazione, un accesso dibattito all’interno del quale non sono mancate puntualizzazioni e critiche.

Ascolta il podcast della puntata di domenica 26 ottobre 2014
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Ed è proprio sugli aspetti più controversi del documento ribattezzato Internet Bill of Rights che si è concentrata la discussione durante la puntata del 26 ottobre di “Presi per il Web“, trasmissione di Radio Radicale condotta da Marco Perduca, Marco Scialdone e Fulvio Sarzana con la collaborazione di Marco Ciaffone e Sara Sbaffi. Ospiti della trasmissione i membri della Commissione Stefano Quintarelli, deputato di Scelta Civica designato presidente del Comitato d’indirizzo dell’Agenzia per l’Italia DigitaleMarco Pierani, responsabile delle Relazioni istituzionali per Altroconsumo, e Lorella Zanardo, attivista e scrittrice, autrice del blog ilcorpodelledonne.net; con loro anche Anna Masera, responsabile della Comunicazione della Camera dei Deputati. LEGGI Internet Bill of Rights, il Prof. Gambino: “Bene i principi, ma attenzione allo sviluppo del digitale” “L’intento è fare una consultazione più larga possibile – ha esordito Masera – che coinvolga anche i cittadini e non solo gli addetti ai lavori. Ogni articolo sarà accompagnato da una scheda che ne permetterà la comprensione anche a chi potrebbe essere disorientato da argomenti molto tecnici. Si potranno commentare tutti gli articoli, proporre miglioramenti e proporre articoli aggiuntivi. La consultazione finirà il 27 febbraio e sono previste audizioni in Commissione di soggetti e associazioni impegnati nella materia. L’Italia è il primo Paese in Europa ad elaborare una Carta di questo tipo e l’intento era quello di consegnare una bozza prima della fine del semestre di presidenza italiana del Consiglio Europeo”. “È un lavoro di sintesi e conciliazioni di punti di vista diversi – ha affermato Quintarelli – ed è dunque chiaro che se fosse dipeso solo da me avrei scritto alcuni punti in maniera diverso e se non avessi fatto parte della Commissione avrei sollevato alcune delle critiche che leggo in queste ore, tutte legittime. Ma la consultazione serve proprio a venire incontro a queste esigenze di modifica, e speriamo in tanti ci facciano sentire il loro parere così da rendere, magari, ancor più incisivi alcuni passaggi”. “Secondo me è un buon testo – ha dichiarato Pierani – soprattutto alla luce dei tempi stretti con i quali è stato messo a punto. Ci sono riferimenti importanti per quanto riguarda i diritti fondamentali dei cittadini e degli utenti. Personalmente mi ritengo abbastanza soddisfatto, anche se avrei preferito che l’inserimento di alcuni punti avvenisse già in questa fase”. È sul paragrafo 13 che si concentra invece Zanardo: “Il diritto all’educazione per me potrebbe andare al primo posto; citando Morozov e il suo libro L’ingenuità della rete, c’è questa idea che basti la presenza di Internet e della tecnologia per permettere cambiamento e progresso, mentre è chiaro che è il contesto entro il quale esse si inseriscono a fare la differenza, dalle leggi alla cultura. Questo è un concetto del quale non tutti sono consapevoli, e in questo senso il paragrafo 13 serve a scardinare l’idea che i nativi digitali non abbiano bisogno di una Carta dei diritti, che nascano già dotati di tutto quanto serve loro ad utilizzare le tecnologie. Di sicuro è vero per quanto riguarda la capacità di utilizzo di base, ma l’uso consapevole, la tutela dei loro diritti e la conoscenza dei loro doveri sono capacità che si acquisiscono con un processo di educazione che deve coinvolgere anche gli adulti e del quale le istituzioni e la scuola devono farsi carico”. Passando ai punti critici, sulla possibilità che fosse più utile andare direttamente sulle norme e non su principi in molti casi già garantiti in altre sedi, Quintarelli ha affermato: “La nostra è una Commissione di studio voluta dalla presidente Boldrini per risolvere l’impasse di un Parlamento che in tutti questi anni non ha trovato consenso su questi punti. Ora, una volta chiusa la Carta, si invieranno alle Commissioni permanenti i principi sperando che su essi andranno a basarsi le norme in una sorta di moral suasion“. “Penso che fosse la cosa raggiungibile ora – è l’opinione di Pierani – nel senso che questa bozza e questo primo step possono permettere, se ci sarà volontà politica da parte dei parlamentari, di far vivere nel futuro questi principi, ad esempio con risoluzioni parlamentari che impegnino il governo”. “Sarebbe molto grave e irrispettoso per il nostro lavoro – ha chiosato Zanardo – se non dovesse seguire nulla a questo step”. In materia di diritto d’autore, Zanardo ha rivelato: “Avevo inserito un emendamento sul fair use, perché manca una presa di coscienza sulla necessità di equilibrare la necessaria tutela del copyright con una seria regolamentazione delle nuove modalità di espressione. Ma è un punto che non ha trovato spazio, forse perché non dibattuto a fondo, e potrebbe trovare nuova occasione grazie alla consultazione pubblica”. Su questo Quintarelli ha chiosato: “Ci sono due principi: il diritto all’accesso e quello ad avere una rete neutrale. Mi sembra che lettura combinata di queste due cose sia sufficiente a garantire all’utente un accesso ad Internet non filtrato, neutrale”. Per Pierani “i tempi della discussione non sono stati consoni a poter arrivare ad un principio che si traducesse nella prima bozza; io ho fatto una proposta minimale che non ha trovato fortuna, quella di richiamare per lo meno le riserve di legge e giurisdizione per quanto riguarda la compressione della libertà di manifestazione del pensiero, e dunque sia la limitazione dell’accesso alla rete che ai contenuti”. Si è così arrivati ad un passaggio sulla neutralità della rete: “Partiamo dal presupposto che è sbagliato presumere che Internet oggi sia esente da regole – ha spiegato Quintarelli – perché tutte le leggi esistenti si applicano anche alla rete. Ora, noi siamo tutti affezionati, io lo sono di sicuro, all’idea della net neutrality; in funzione di un ‘diritto ad innovare’ che vorrebbero avere gli operatori telefonici si vorrebbe ribaltare l’attuale assetto di Internet. La rete, rispetto alle norme attuali, può essere o non essere neutrale. Per me Internet è una bella valle verde, introdurre una puntualizzazione che dice ‘non inquinare’ non è una limitazione, ma una garanzia. Nel principio della bozza si dice che ogni utente ha il diritto ad avere una rete neutrale, non si vieta nulla, ma si stabilisce una garanzia rimettendo al consumatore la libera scelta eventuale di fruire di servizi particolari. È un buon compromesso”. “È un approccio che vale per la neutralità della rete come per altri aspetti – ha aggiunto Pierani – molti dei principi sono stati girati come diritti in capo a persone. Non si precludono spazi di azione, si stabiliscono diritti. Questo a mio avviso andrebbe rafforzato con una norma quadro sul private enforcement”. E sul diritto all’oblio, in merito al quale è intervenuto anche il Garante privacy Antonello Soro, ha chiosato Zanardo: “Io credo che l’articolo 10 sia stato ben ponderato. Ma soprattutto dobbiamo avere pazienza, perché siamo di fronte ad un cambiamento epocale, quindi ben venga la Commissione, ben vengano le iniziative di Google, sono questioni rilevantissime che meritano una trattazione scevra da ogni fretta di risoluzione immediata. In ogni caso, sarà importante garantire alle persone la possibilità di lasciarsi alle spalle episodi di decenni prima anche in questo momento storico”.

27 ottobre 2014

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