La Prof.ssa Virginia Zambrano è PhD in Diritto Civile presso l'Università di Napoli, attualmente è docente…
“Gli eredi hanno diritto di accedere al patrimonio digitale dei defunti”, approvata una nuova legge nel Delaware
Gli eredi di una persona defunta devono poter accedere ad account, dati e device dei loro cari scomparsi. O, almeno, in Delaware. Il governatore dello stato americano Jack Markell ha infatti firmato il “Fiduciary Access to Digital Assets and Digital Accounts Act”, una norma con la quale si punta a rimuovere gli ostacoli che sempre più spesso i familiari di persone decedute (o divenute incapaci di amministrare autonomamente i propri beni) hanno nel gestire il patrimonio digitale di queste ultime. Intervenendo sul quadro normativo in materia di procure e tutele fiduciarie, la legge proposta dal repubblicano Darryl Scott stabilisce che un fiduciario ha gli stessi diritti di accesso e gestione di beni e account digitali di chi ha originariamente stipulato accordi con i fornitori di servizi. Il percorso della norma nasce dall’impossibilità riscontrata da un conoscente di Scott di accedere alla casella email della moglie defunta, nonostante lo avesse nominato esecutore testamentario anche in relazione a quell’account dal quale passavano importanti comunicazioni di carattere finanziario; il provider di posta elettronica aveva invece optato per la cancellazione dell’account e di tutta la corrispondenza in esso archiviata. Con la nuova legge, tutto ciò che è archiviato in cloud, tutti gli account social, tutte le licenze d’uso di contenuti digitali entrano nel novero dei beni tutelati dalle leggi di successione. “Alla luce del fatto che conduciamo la maggior parte delle nostre vite professionali e personali online, dobbiamo cambiare le nostre leggi per renderle più coerenti con i bisogni delle persone che vivono nel 21esimo secolo”, ha chiosato il governatore Markell. L’attualità del tema, a fronte del sempre crescente volume di dati che produciamo utilizzando servizi online e, soprattutto, del valore economico che spesso queste attività rivestono per gli utenti, appare lampante non solo in Delaware o negli Stati Uniti, aprendo in Paesi come l’Italia ulteriori punti critici (soprattutto qualora non ci ci esprima chiaramente in un testamento) dovuti al fatto che i dati dei defunti sono conservati su server di proprietà di aziende straniere. Da Password Box a If I Die sono poi diversi i servizi online che offrono agli utenti la possibilità di scegliere con chi condividere le proprie password e i propri beni digitali una volta passati a miglior vita. Ora i grandi player del Web, da Facebook a Google passando per Yahoo e Twitter, sembrano essere chiamati a rettificare le loro condizioni d’uso rispetto alle attuali legate ad una logica di estinzione degli account con il decesso dei titolari originari.
LEGGI “Questioni di eredità digitale“
Su un versante contiguo in materia di eredità digitali, molto clamore suscitò nel 2012 la notizia che l’attore americano Bruce Willis avesse deciso di fare causa alla Apple dopo aver scoperto di non poter lasciare in eredità il suo tesoro musicale, notizia rivelatasi poi falsa, ma non per questo non verosimile, visto che l’impossibilità di tale pratica è reale e quello che ci sembra un acquisto è più simile ad un noleggio. Dibattito che tocca da vicino, anche se con tutt’altre implicazioni di carattere economico e contrattuale, anche quello sulla possibilità di cedere contenuti digitali usati a terzi. 19 agosto 2014