Massimo Proto, Ordinario di Diritto privato, è di ruolo presso l’Università degli Studi Link…
Agcom, la Relazione annuale al Parlamento: il macrosettore delle comunicazioni è in perdita per 5,4 miliardi di euro. Cardani: “Avanti con una regolazione 2.0”
Il Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) Angelo Marcello Cardani ha presentato oggi in Parlamento la Relazione annuale 2014 dell’Authority, dalla quale emerge come, nel 2013, il settore delle comunicazioni rappresenti circa il 4% del Pil. Il valore del macrosettore delle comunicazioni (comprensivo dei settori media, telecomunicazioni e servizi postali) per il 2013 è dunque stimato in 56,1 miliardi di euro, un volume che corrisponde a una perdita complessiva di 5,4 miliardi di euro in termini di fatturato rispetto al 2012 (-9%). I comparti che compongono il settore registrano una riduzione dell’11% per le telecomunicazioni, del 7% per i servizi media e del 2% per i servizi postali. “Come nello scorso anno – si legge nel documento – gli operatori delle comunicazioni hanno dovuto fronteggiare la congiuntura economica negativa che caratterizza ormai l’economia italiana nell’ultimo quinquennio e, nel difficile contesto macroeconomico, hanno registrato una progressiva contrazione della spesa di utenti e imprese con conseguente declino dei ricavi unitari. Si tratta di un fenomeno generalizzato che, tuttavia, colpisce alcuni settori delle comunicazioni in misura maggiore di altri”. Mentre prosegue la diminuzione dei prezzi per i servizi telefonici e i ricavi degli operatori sono distribuiti equamente tra rete fissa e rete mobile, si registra una calo degli investimenti complessivi nel settore del 5%. Per il 2014 è tuttavia attesa una ripresa degli investimenti per la realizzazione dei piani a banda larga e ultra larga degli operatori. Durante lo scorso anno, inoltre, la quota di mercato di Telecom Italia nei servizi a banda larga è scesa, per la prima volta, al di sotto del 50%. La riduzione delle quote di mercato delle principali imprese è osservata anche nel settore mobile, con riferimento ai primi due operatori Telecom Italia e Vodafone. Da un lato aumentano i minuti di traffico veicolati sulle reti mobili, dall’altro la distribuzione degli utenti vede una riduzione delle quote dei principali operatori a vantaggio delle imprese di minore dimensione. La raccolta pubblicitaria registra infine una ulteriore contrazione dei ricavi nei diversi settori, compreso Internet, che sconta un -2%. Nel corso del suo intervento, Cardani ha illustrato le “sette direttrici lungo le quali si muovono gli obiettivi strategici di breve periodo dell’Autorità”:
- tutela di consumatori e utenti;
- promozione della concorrenza nei mercati delle comunicazioni elettroniche, dell’audiovisivo e dei servizi postali;
- pianificazione dell’uso efficiente ed efficace dello spettro radioelettrico;
- incentivazione dello sviluppo di reti e servizi digitali;
- garanzia del pluralismo e della parità di accesso ai mezzi di informazione e comunicazione;
- educazione alla legalità e promozione dell’offerta legale di contenuti digitali;
- razionalizzazione ed incremento dell’efficienza della macchina organizzativa e dell’azione dell’Autorità.
“Nell’anno appena trascorso – ha sottolineato il Presidente Agcom – l’Autorità ha mosso i primi ma rilevanti passi verso una regolazione delle comunicazioni internet- oriented, che quindi tiene presente l’esistenza di una modalità di comunicazione pervasiva, in continua evoluzione e generatrice di prodotti potenzialmente concorrenti rispetto a quelli delle modalità tradizionali”. In riferimento al Regolamento in materia di tutela del diritto d’autore online entrato in vigore lo scorso 31 marzo, Cardani ha affermato: “A tre mesi dall’entrata in vigore del Regolamento, i primi risultati mostrano come l’Autorità stia effettivamente perseguendo l’obiettivo virtuoso che si era prefissata nell’affrontare il delicato tema della tutela del diritto d’autore online. Numerose procedure avviate, infatti, si sono concluse con l’adeguamento spontaneo di uploader, provider e gestori di siti internet alle richieste dell’Autorità, mostrando una risposta positiva della rete alle attività di contrasto alla pirateria, a riprova dell’efficacia del sistema introdotto. L’intervento dell’Autorità si fonda, peraltro, sulla convinzione che la lotta alla pirateria non possa limitarsi solo all’opera di contrasto, ma debba essere accompagnata da una serie di azioni positive volte a creare una cultura della legalità nella fruizione dei contenuti”. Cardani ha infine auspicato l’apertura di una fase di regolazione 2.0 con il motto “Adelante… con juicio!”: “Si parla sempre più spesso, benché non ancora con adeguato livello di approfondimento, dei nuovi compiti che dovrebbero assumere le autorità di regolazione di fronte allo sviluppo ormai totalizzante della rete internet, compiti che potrebbero costituire l’essenza di una nuova stagione della regolazione 2.0“. “Innanzitutto, da più parti, in sede internazionale e nazionale – ha sottolineato il Presidente di Agcom – viene con sempre più forza la richiesta di stabilire una parità di obblighi tra i diversi soggetti attivi dal lato dell’offerta. Ciò, peraltro, da un lato potrebbe avvenire allorché i servizi da questi offerti siano effettivamente sostituibili; e dall’altro, ove gli interventi siano realmente efficaci e adeguati alle nuove caratteristiche dei soggetti e degli scambi nello scenario di internet. Per citare un esempio delle difficoltà che i regolatori incontrano a questo proposito, basta richiamare la nota questione di servizi di instant messaging o di fonia vocale offerti da imprese quali Whatsapp e Skype. Il principale momento in cui le Autorità di regolazione si occupano di tali servizi è quello della definizione dei mercati rilevanti nell’ambito delle analisi di mercato, ossia dei procedimenti con cui si dettano le regole per il settore. In queste circostanze, si esamina il carattere di sostituibilità dal lato della domanda e da quello dell’offerta dei servizi offerti dagli operatori Over The Top rispetto ai tradizionali servizi forniti dagli operatori di telecomunicazioni e soggetti a regolamentazione ex ante. E’ chiaro – ha chiosato – che attraverso questo strumento non è possibile cogliere l’effettiva portata dell’ingresso degli OTT sui mercati delle telecomunicazioni, oltre che su quelli dei media. In tal senso, non aiuta certo l’approccio, tipico dell’analisi antitrust, che assume a riferimento singoli mercati, senza condurre un’analisi per l’intera industria. In altri termini ci si dovrà interrogare sull’eventuale cambiamento dell’approccio regolamentare”. Cardani ha poi parlato della necessità di “una visione strategica, e quindi di lungo periodo, in materia di politiche dello spettro radio, tenuto conto anche dei crescenti fabbisogni della banda larga mobile per sostenere lo sviluppo della cosiddetta internet delle cose e delle applicazioni machine to machine“, oltre che di “capire quale possa essere il ruolo delle Autorità di regolazione in materia di Big Data e Open Data”. Cardani ha infine accennato all’opportunità “di una riflessione in merito alla possibile ridefinizione dei compiti delle Autorità di regolazione, con un’estensione dei loro poteri che consenta un’azione integrata ed efficace rispetto ai diversi profili accennati: in direzioni già sperimentate in altri Paesi, come l’attribuzione all’Ofcom di poteri antitrust, o verso tematiche che – ad oggi – sembrerebbero di competenza esclusiva delle autorità di tutela della privacy. In considerazione della natura multiforme delle problematiche sollecitate dal mondo di Internet, che insistono su territori nuovi rispetto ai quali le Autorità hanno ad oggi scarsi strumenti di intervento, occorrerebbe forse iniziare a riflettere sulla prossima revisione del quadro legislativo europeo con un approccio olistico, che consenta di intervenire proprio sui confini in evoluzione del comparto allargato delle comunicazioni e sui relativi strumenti dell’intervento regolatori”. 15 luglio 2014