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Charlie Gard/“Ok a cura sperimentale”: ecco cosa ha fatto cambiare idea all’ospedale.Il Prof. Alberto Gambino: “Con nuove terapie decadono i motivi legali”

(via ilsussidiario.net) di Niccolò Magnani.

CHARLIE GARD, ECCO COSA HA FATTO CAMBIARE IDEA AL GOSH (ULTIME NOTIZIE) – Nel giro di 24 ore Charlie Gard è passato dall’essere molto vicino alla morte ad avere di nuovo una piccola speranza di vita: è avvenuto tutto con la decisione del Great Ormond Street Hospital, che da mesi ospita il ricovero del piccolo bimbo inglese, di rivolgersi di nuovo all’Alta Corte per una nuova udienza sul caso. Il motivo è presto che detto, lo hanno annunciato i genitori di Charlie ieri sera: «giusto provare la cura sperimentale che può funzionare». Ecco, ma cosa ha fatto cambiare così repentinamente idea in così poco tempo (apparentemente)? Per prima cosa bisognare notare un fatto: dalla sentenza di due settimane fa, in teoria ogni giorno era “quello buono” per poter staccare la spina di Charlie, eppure non è stato fatto. Un ulteriore tempo concesso ai genitori per stare con il loro bimbo così sfortunato, ma forse anche un periodo di tempo per capire bene quale scelta davvero più giusta potesse essere compiuta. La vera svolta sembra però averla data l’ospedale del Bambino Gesù di Roma: dopo l’appello di Papa Francesco e della Cei si è attivato mettendo in piedi un collegamento trasversale tra Londra, Roma e New York per provare a mettere in breve tempo nero su bianco una cura sperimentale per la terribile malattia da deplezione mitocondriale. Era quella stessa cura che i genitori di Charlie chiedevano da mesi di poterne usufruire negli Usa ma che le varie corti inglesi ed europee avevano sconsigliato, vietando il trasferimento. E invece il lavoro del reparto malattie rare dell’ospedale pediatrico di proprietà della Santa Sede ha avuto seguito: gli esperti dell’equipe internazionale che ha redatto il documento propongono una terapia a base di deossinucleosidi, delle molecole simili ai “mattoni” del Dna.

Nel documento inviato dall’Ospedale Bambino Gesù al GOSH – e pubblicato dallo zio di Charlie ieri sera – i medici dimostrano che queste molecole sono in grado di superare la barriera emato-encefalica, quella che separa i vasi sanguigni dal cervello, e quindi avere effetto sull’encefalopatia che ha colpito Charlie. «Esistono evidenze scientifiche a sostegno del fatto che i deossinucleotidi esogeni applicati a cellule umane con mutazione RRM2B in coltura, accrescono la replicazione e favoriscono il miglioramento della sindrome da deplezione del DNA», si legge nella lettera-protocollo. Gli stessi medici non danno false speranze, come del resto hanno ripetuto ieri i genitori (“non siamo cattivi genitori, tutto quello che vogliamo sono 2 o 3 mesi per sapere se qualcosa funziona, se c’è la possibilità per lui di crescere come un bambino normale, ma non lo sappiamo”), la teoria è sperimentale e finora non testata su essere umani. «Tuttavia, non c’è tempo sufficiente per svolgere questi studi e giustificare il trattamento per Charlie Gard, che è affetto da una grave encefalopatia dovuta a mutazioni RRM2B. Alla luce di questi importanti nuovi risultati riguardanti la biodisponibilità dei deossinucleotidi somministrati per via esogena nel sistema nervoso centrale, chiediamo rispettosamente che questa terapia possa essere somministrata a Charlie Gard», si conclude la missiva dell’ospedale Bambino Gesù. A questo punto la decisione dell’GOSH di richiede una nuova udienza alla Corte inglese, aprendo un altro capitolo ad una storia sempre più complessa e sempre più delicata. Un fatto è certo, Charlie Gard è ancora vivo e almeno nel breve periodo non gli verrà staccata la spina.

CHARLIE GARD: IL GIURISTA, “CON NUOVE TERAPIE DECADONO I MOTIVI LEGALI” (ULTIME NOTIZIE) – Ieri mattina la situazione era più o meno questo: Charlie Gard potrebbe star vivendo le sue ultime ore di vita. Lo aveva fatto sapere il giorno prima mamma Connie tramite l’associazione di famiglie dei malati Mitocon Onlus: il Vaticano intanto stava cercando in extremis di lasciare un passaporto della Santa Sede per provare ad aggirare i limiti legali imposti dalla sentenza della corte inglese e riaffermati anche dall’ospedale GOSH dove il piccolo bimbo è ricoverato da mesi ormai. Ecco, poi in un giorno è cambiato tutto, o quasi: il protocollo dell’ospedale Bambino Gesù di Roma è arrivato al GOSH e in serata, dopo averlo comunicato ai genitori, si è riaperta la possibilità di una nuova decisione della corte, con la richiesta esplicita dell’ospedale inglese. Nel corso della giornata ieri erano già spuntate nuove importanti informazioni che riguardano proprio questi “motivi legali” imposti dal tribunale inglese per non poter trasferire Charlie né in Usa né in Italia né in qualsiasi altra parte del mondo fuori dalla Gran Bretagna.

Secondo il giurista e presidente di Scienza e Vita, Alberto Gambino, se intervengono fatti nuovi come la possibilità di nuove terapie – esattamente come il protocollo sperimentale che l’ospedale Bambin Gesù – allora possono cadere i “motivi legali” addotti dal GOSH per non trasferire il bimbo. «Ora emerge un fatto nuovo, che invece c’è una possibilità di accudire, curare – forse anche attraverso una terapia, ma questo è da vedere – in una struttura diversa, in Italia, al Bambino Gesù, e su questo la Corte inglese non è entrata nel merito, e cioè non ha fatto la valutazione se invece quest’altra offerta possa rappresentare – nel migliore interesse del minore – un’alternativa al distacco del respiratore», spiega Gambino a Radio Vaticana.

(Fonte www.ilsussidiario.net)

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