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Una giornata di studio in tema di Direttiva Copyright e sfide per il recepimento in Italia

Di Maria Letizia Bixio

Si è tenuto lo scorso 11 settembre 2019  presso il Salone Monumentale della Biblioteca Casanatense di Roma il convegno dal titolo “La Direttiva Copyright, le sfide del recepimento in Italia”, organizzato dalla Direzione Generale Biblioteche ed Istituti Culturali del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in collaborazione con il CREDA (Centro di Ricerca d’Eccellenza per il Diritto d’Autore – Università Europea di Roma) e la Cattedra Jean Monnet in EU Innovation Policy. Il Salone Monumentale ha ospitato – e ospiterà fino al 30 novembre – anche la mostra “Itinerari bibliografici di diritto d’autore, 1826-1941”.

L’ambizioso obiettivo del convegno è stato quello di proporre, tramite l’intervento di rappresentanti delle istituzioni e professori universitari, un approfondimento della recente Direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale (n.790/2019), che fosse utile per intraprendere un’analisi dettagliata dei profili evolutivi e per l’individuazione delle opzioni sistematicamente più coerenti in vista dell’apertura dei lavori di un arduo biennio per il recepimento interno; lavori che dovranno concludersi entro il prossimo 7 giugno 2021.

Non v’è dubbio che la partecipazione di un pubblico di oltre cento persone è stata indicativa della forte attenzione sull’argomento e della pluralità di istanze e interessi che convergeranno nei prossimi mesi. Dopo un saluto iniziale del Direttore della biblioteca Casanatense Lucia Marchi, che ha consentito alla folta platea, circondata dagli oltre 350.000 volumi, di orientarsi nel patrimonio racchiuso nel Salone monumentale, è seguito l’intervento del Direttore Generale Paola Passarelli che ha tratteggiato gli obiettivi generali della nuova direttiva. In particolare sono stati evidenziati: l’aggiornamento del quadro giuridico relativo al diritto d’autore con particolare riguardo all’adeguamento di esigenze derivanti dagli sviluppi tecnologici e dalle nuove forme di utilizzazione in ambiente digitale; l’adeguamento delle eccezioni e limitazioni al diritto d’autore all’ambiente digitale, per scopi di ricerca scientifica, per finalità illustrativa a uso didattico e per conservazione del patrimonio culturale; l’introduzione di una serie di misure volte a facilitare le procedure di concessione delle licenze e di acquisizione dei diritti, rendendo dunque più semplice l’accesso transfrontaliero dei consumatori ai contenuti protetti dal diritto d’autore; la previsione di misure atte a garantire il buon funzionamento del mercato per il diritto d’autore.

Proprio a partire da questi spunti di riflessione, è stato presentato l’intervento del Dott. Marco Giorello, Head of the copyright unit in the European Commission, che nel ripercorrere le complesse tappe del negoziato ha messo a fuoco, come pronostico sulle prossime fasi di lavoro, le principali criticità sottese nella direttiva. In particolare l’ampiezza della legislazione di dettaglio che viene richiesta e la sensibilità poltica cui verranno affidate alcune tematiche; a seguire è intervenuta l’Avv. Deborah De Angelis, consulente giuridico del Ministro, la quale ha illustrato quelli che potranno rappresentare gli obiettivi nazionali; in particolare si è soffermata sulla canonizzazione di alcuni principi, quali l’equa remunerazione, l’adeguamento contrattuale e la trasparenza. Un interessante focus sulle opere fuori commercio e la loro disciplina è stato proposto dal Consigliere di Cassazione Vittorio Ragonesi, il quale ha messo in luce le disparate criticità non solo definitorie, ma anche pratiche, da affrontare urgentemente prima di imbattersi nell’implementazione. La professoressa Valeria Falce dell’Università europea di Roma, vincitrice della cattedra Jean Monnet in Innovation Policy, ha affrontato invece la vexata quaestio del nuovo diritto connesso degli editori online (art. 15), mostrando il significativo cambiamento di prospettiva succedutosi dalla fase di pre-consultazione al testo odierno in vigore. Ripercorrendo i capisaldi della manovra nel tempo affinatisi (per tutti si pensi al recuperato rapporto tra autori ed editori, alla garanzia di tutela della diversità culturale, ed alla preservazione del principio del three step test) utili per addivenire al riconoscimento del nuovo diritto, ha poi individuato le zone d’ombra che permangono, specie in termini di eccessiva ampiezza di taluni parametri interpretativi.

Un dettagliato approfondimento sulle nuove eccezioni e limitazioni introdotte dal testo della direttiva e volte ad adeguare il quadro giuridico esistente alle esigenze dettate dagli sviluppi tecnologici e dalle nuove forme di utilizzazione in ambiente digitale, è stato proposto dal Professor Alberto Musso, Ordinario di diritto commerciale dell’Università di Bologna. In particolare, l’intervento si è soffermato sulle attività di text and data mining da parte di organismi di ricerca (art. 3 e 4); sulle attività volte alla conservazione del patrimonio culturale da parte degli istituti di tutela del patrimonio culturale (art. 6); ed infine, sugli utilizzi digitali di opere protette, con esclusiva finalità illustrativa ad uso didattico, a favore degli istituti di istruzione (art. 5), con qualche nota critica circa la difficoltà di collocare la natura ‘illustrativa’ nel confronto con la più classica ex art. 70 Lda ‘di citazione’ o persino con la ‘descrittiva’ del marchio d’impresa. L’ampio tema della negoziazione individuale e collettiva è stato affrontato dalla Professoressa Stefania Ercolani dell’Università SciencesPo di Parigi. Tra le molte norme esaminate, e le note positive e negative sulle stesse, si è soffermata in particolare sull’art. 12 e sul sistema delle licenze collettive estese, mostrando anzitutto come l’interpretazione data dal legislatore europeo sul tema sia restrittiva, in quanto soluzione eccezionale rispetto alla gestione individuale e alla gestione collettiva volontaria, scongiurando la previsione di meccanismi automatici. Infine con il Professor Graziadei, della Luiss Guido Carli, si è giunti al tema più dibattuto dell’art. 17, ovvero dei nuovi regimi di responsabilità degli intermediari. Al vaglio, naturalmente, il complesso rapporto tra provider e contenuto nell’interferenza con lo sfruttamento economico dello stesso, nonché una disamina della norma alla luce dei due elementi chiave per la configurazione della responsabilità: l’organizzazione e il lucro. In parallelo una nota sistematica volta ad evidenziare le profonde divergenze con la qualificazione di Video sharing platform nella direttiva SMAV.

Una propositiva conclusione, nel segno dei possibili interventi virtuosi da svolgere in vista dell’implementazione, è stata cristallizzata dall’On. Silvia Costa, sin dall’inizio in prima linea nel dibattito sul negoziato della direttiva, in quanto Presidente della Commissione cultura ed istruzione. L’europarlamentare ha rivendicato i molti passaggi positivi del testo, nonché gli obiettivi perseguiti dal suo gruppo, mostrando quanto necessario fosse trovare un bilanciamento tra responsabilità e poteri e restituire agli autori la giusta dignità non solo economica, ma morale. Con riferimento alle attività legate al recepimento della direttiva sono state segnalate le attività legate all’implementazione dei testi normativi tramite l’attivazione del “Copyright Contact Committee”. Inoltre è stato segnalato come la Commissione intenda accompagnare gli Stati membri nel recepimento – anche con la redazione di linee guida sull’applicazione pratica della direttiva – e incentivare il dialogo tra i portatori di interessi.

Su quest’ultimo aspetto, considerato di particolare importanza e richiamato più volte nel testo della direttiva (ad esempio all’art. 11 e all’art. 17, par. 10), il 28 agosto scorso, la Commissione europea ha pubblicato un avviso rivolto alle associazioni di categoria ad esprimere il proprio interesse a partecipare allo “stakeholder dialogue” previsto dall’art. 17 della direttiva.

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