Massimo Proto, Ordinario di Diritto privato, è di ruolo presso l’Università degli Studi Link…
USA, perché l’intelligenza artificiale non può possedere brevetti
Lo US Patent and Trademark Office – l’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti (USPTO) – ha stabilito che i sistemi di intelligenza artificiale non possono essere accreditati come inventori di un brevetto. La decisione è arrivata in risposta a due brevetti – uno per un contenitore per alimenti e l’altro per una luce lampeggiante – che sono stati creati da un sistema di intelligenza artificiale chiamato DABUS.
Tra le argomentazioni dello US Patent and Trademark Office c’è il fatto che la legge statunitense sui brevetti fa ripetutamente riferimento agli inventori usando termini umani come “chiunque” e pronomi come “se stesso” e “se stessa”.
Secondo quanto racconta The Verge, il gruppo che c’è dietro DABUS aveva sostenuto che i riferimenti della legge ad un inventore come “individuo” potevano essere applicati anche a una macchina. Una interpretazione considerata però troppo ampia dall’USPTO: “Secondo la legge attuale, solo le persone fisiche possono essere nominate come inventori in una domanda di brevetto”, ha concluso l’agenzia.
I brevetti sono stati presentati l’anno scorso nell’ambito dello Artificial Inventor Project. Oltre ai brevetti presentati all’USPTO, il team aveva anche presentato documenti all’Ufficio della proprietà intellettuale del Regno Unito (IPO) e all’Ufficio europeo dei brevetti (EPO). L’IPO e l’EPO hanno già stabilito che DABUS, che è stato creato dal ricercatore di IA Stephen Thaler, non può essere elencato come inventore sulla base di interpretazioni legali simili. Lo scorso novembre l’USPTO aveva chiesto al pubblico un parere sull’argomento.
L’Artificial Inventor Project non sostiene che un’IA dovrebbe possedere un brevetto, ma solo che dovrebbe essere riconosciuta come inventore, osserva il MIT Technology Review. Secondo la sua interpretazione una situazione simile potrebbe essere sostenuta nel caso in cui centinaia o addirittura migliaia di dipendenti contribuiscano alla scrittura di un codice ad un sistema, come è accaduto con il supercomputer Watson di IBM, prima che il computer stesso passi poi a risolvere un problema. Se nessun essere umano è stato coinvolto abbastanza da rivendicare il merito di un’invenzione, allora il gruppo teme che potrebbe essere impossibile brevettarla.