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Intervista al Prof. Salvatore Sica. Insediamento della nuova commissione IA in seno al Comitato Diritto d’Autore

Il Prof. Avv. Salvatore Sica è un’autorità nel campo del diritto privato e delle nuove tecnologie, ricoprendo la cattedra di Istituzioni di diritto privato presso l’Università degli Studi di Salerno. Presidente del Comitato consultivo permanente per il diritto d’autore e socio fondatore di IAIC – Italian Academy of Internet Code.

E’ nota la sua esperienza come vicepresidente della Scuola Superiore dell’Avvocatura e membro di istituzioni legali di rilievo nazionale. La sua partecipazione al comitato scientifico di varie riviste giuridiche, insieme alla sua attività di ricerca, evidenziano la sua influenza nel campo del diritto comparato. Nell’intervista abbiamo approfondito con il Professore la recente nomina della Commissione speciale incaricata di condurre un’accurata disamina dell’impatto dell’intelligenza artificiale (IA) sulla normativa del diritto d’autore, in risposta alla “Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sull’Intelligenza Artificiale”.

 

Il Prof. Avv. Salvatore Sica 

 

Quali sono i principi fondamentali che il Comitato intende seguire nel bilanciare la difesa dell’umanità come requisito della creatività e l’emergente autorialità non umana nell’era dell’Intelligenza Artificiale? 

La concezione del diritto d’autore che appartiene alla nostra tradizione giuridica è espressione di un lungo e faticoso esercizio di bilanciamento tra obiettivi diversi e spesso in tensione: la tutela effettiva delle prerogative patrimoniali e morali degli autori rappresenta infatti un prerequisito essenziale per incentivare l’innovazione creativa e, al contempo, promuovere l’accesso alla conoscenza.  Tali funzioni, non esclusivamente “proprietarie”, ma redistributive e sociali, vanno ribadite e rafforzate per favorire lo sviluppo di una IA trasparente e responsabile.

 

Come il Comitato prevede di affrontare la tensione tra la tutela del diritto d’autore e l’ideologia dell’Open Access indiscriminato, alla luce dell’importante bilanciamento tra gli interessi degli autori e della collettività? 

La crescente disponibilità di dati in Rete è stata il volano per lo sviluppo dei principali servizi della società dell’informazione degli ultimi trent’anni. Anche i sistemi di IA c.d. generativa si “nutrono” di informazioni digitali spesso liberamente accessibili, in altri casi coperte da diritti di esclusiva, ma non adeguatamente protette. L’obiettivo del Comitato sarà quello di analizzare il fenomeno sotto il profilo tecnico e giuridico al fine di trovare soluzioni utili a ristabilire il corretto equilibrio tra prerogative autoriali e interessi (privati) degli sviluppatori di questi servizi sempre più diffusi e utili alla collettività.

 

La mancanza di una disciplina specifica in questo settore è stata sollevata come una problematica unanime tra i rappresentanti del Comitato consultivo permanente per il diritto d’autore. Quali pensa possano essere le principali criticità di questo vuoto legislativo? 

Non discuterei di un vero e proprio “vuoto legislativo”, ma di una criticità nascente dalla peculiarità del fenomeno tecnico e dalla difficoltà di un immediato adattamento del frastagliato quadro normativo vigente: soltanto pochi anni fa è entrata in vigore la direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale (790/2019), confluita nella nostra legge-quadro del 1941 con il d.lgs. 177/2021, ma penso anche a strumenti di protezione in vigore da quasi un trentennio (uno per tutti, la c.d. direttiva 96/9 sulle banche di dati) che forse avrebbero bisogno di una rilettura in chiave evolutiva.

 

Perché il Comitato sottolinea l’importanza della trasparenza nel processo di addestramento dei modelli di base di IA, richiedendo agli sviluppatori di rendere pubblici dettagli sui dati utilizzati?

La scarsa propensione degli sviluppatori di sistemi di IA ad “interagire” in modo appropriato con i titolari dei diritti d’autore spesso configura ipotesi di utilizzo non autorizzato di contenuti protetti, provocando danni ad autori, artisti, editori nonché a produttori e consumatori.

L’introduzione di un obbligo per i fornitori dei modelli di base di redigere e rendere pubblico un riepilogo sufficientemente dettagliato dei contenuti utilizzati per l’addestramento dell’IA permetterebbe dunque ai titolari dei diritti di accertare se l’accesso ai contenuti protetti da diritto d’autore è avvenuto in modo legittimo e se sono state ottenute le opportune autorizzazioni.

 

La Commissione speciale recentemente annunciata è incaricata di condurre un’accurata disamina dell’impatto dell’intelligenza artificiale (IA) sulla normativa del diritto d’autore, in risposta alla “Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sull’Intelligenza Artificiale”. Questa iniziativa come intende colmare il vuoto normativo attuale e fornire linee guida chiare nell’attuale contesto in rapida evoluzione?

La sfida è quella di conciliare l’apparato normativo esistente, frutto di un lungo dibattito legislativo, dottrinale e giurisprudenziale, con il rinnovato quadro in tema di rapporti digitali: la visione deve essere ampia e non concentrarsi soltanto sulla materia del diritto d’autore, ma abbracciare tutta la disciplina settoriale che ha una effettiva ricaduta sulla circolazione e sullo sfruttamento dei contenuti creativi. Non penso soltanto all’AI Act, ma a veri e propri “pilastri” del diritto europeo di Internet quali il GDPR, il Digital Services Act e la disciplina consumeristica.

 

La Proposta di regolamento, attualmente in discussione, prevede norme armonizzate sull’intelligenza artificiale, modifica alcuni atti legislativi dell’Unione Europea. Prevede che possa essere determinante il suo impatto sulla normativa del diritto d’autore?  

Ritengo che l’AI Act si collochi in maniera armoniosa entro il più ampio obiettivo di responsabilizzazione dei prestatori di servizi in Rete perseguito ormai da alcuni anni dal legislatore europeo. L’impatto sulla materia del diritto d’autore, come detto, sarà rilevante e probabilmente influenzerà le successive evoluzioni del materiale normativo esistente.

Ad esempio, rendere effettivo il principio di trasparenza sarà un passo fondamentale per lo sviluppo di un’IA responsabile, fornendo uno strumento essenziale per far rispettare tutto il sistema di valori e diritti fondamentali dell’Unione europea, compreso il diritto d’autore.

 

Considerando la presenza nella Commissione speciale di membri illustri come la Dott.ssa Paola Passarelli, il Prof. Avv. Alberto Gambino, l’Avv. Paolo Marzano, il Dott. Enzo Mazza e il Prof. Giorgio Giannone Codiglione, come pensa che la loro esperienza passata possa influenzare positivamente le decisioni del Comitato?

Le differenti esperienze e sensibilità presenti in seno alla Commissione speciale rappresentano un valore aggiunto per le attività del Comitato, soprattutto in questo stimolante percorso di studio e ricerca di nuovi “punti di equilibrio”, tra tutela della creatività umana e legittime esigenze di espansione dell’economia digitale.

Tengo tuttavia a sottolineare che il Comitato, nominato con decreto del Ministro Sangiuliano il 20 ottobre 2023, annovera nella sua interezza personalità di grande rilievo e di comprovata esperienza e competenza in materia.

 

 

 

a cura di Valeria Montani

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