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Intervista alla Dott.ssa Giulia Putti, vincitrice del premio di laurea Vincenzo Dona 2022: “Le Comunità energetiche e nuovi tipi contrattuali”

 

La Dott.ssa Giulia Putti ha fatto parte dell’area legale del Global Data Protection Office di Enel S.p.A., ha fatto parte del V7Group, international law firm, curando l’analisi, lo studio e le ricerche con focus sulla redazione di accordi di non divulgazione, NDAs. Laureata in Giurisprudenza presso l’Università Europea di Roma, supervisor il Prof. Avv. Alberto Gambino (Direttore scientifico di DIMT), tesi in istituzioni di Diritto privato: “The Energy Communities and the new types of contracts” vincitrice del Premio di Laurea Vincenzo Dona 2022 (prima classificata).

In occasione della premiazione abbiamo intervistato la Dott.ssa Putti approfondendo la definizione di comunità energetiche, il ruolo del consumatore, in relazione ai modelli contrattuali derivanti dal mercato energetico in evoluzione, e i nuovi orientamenti della politica economica in campo energetico.

La Dott.ssa Giulia Putti

 

Cosa si intende esattamente per “comunità energetiche”? L’Unione europea riconosce queste particolari forme di comunità?  

La Comunità energetica è un soggetto giuridico, introdotto in Italia con la legge n.8 del 2020, a seguito del recepimento della direttiva UE 2018/2001 (Red II) e la direttiva UE 944/2019 (IEM) ma già conosciuto in Europa (specialmente in Germania), che può nascere da un’associazione (riconosciuta o non riconosciuta) o da una società (cooperativa o benefit), all’interno della quale enti pubblici locali, cittadini o società si danno un modello organizzativo finalizzato a condividere la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Le Comunità energetiche, costituiscono una precisa scelta di politica legislativa, che nella logica del legislatore comunitario rappresenta uno strumento volto a favorire la transizione ecologica di modelli virtuosi per la crescita di processi di autosufficienza energetica.

Modelli finalizzati a creare le condizioni affinché gruppi di consumatori, enti locali, aziende, attività commerciali o altri cittadini privati si uniscano per partecipare attivamente al mercato dell’energia al fine di soddisfare i propri fabbisogni energetici nei vari territori.

 

Qual è la strategia dell’Unione europea sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili?

L’Unione Europea, in materia climatica, ha definito un programma strategico definendo una serie di obiettivi all’interno del pacchetto legislativo sul clima Fit for 55, all’interno del quale, si evince il tentativo di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 al fine di divenire climaticamente neutrale entro il 2050.

All’interno del pacchetto legislativo, si fa inoltre riferimento al tentativo di aumentare la quota di energia rinnovabile nel mix energetico dell’UE dall’attuale obiettivo del 32% entro il 2030. In sostanza, il Parlamento europeo ha formalizzato la propria richiesta di innalzamento della quota rinnovabile al 40%.

Tale obiettivo è stato poi ripreso dalla Commissione europea che lo ha inserito nel piano REPowerEU (maggio 2022), nel quale si sottolinea la necessità di accelerare la transizione verso l’energia pulita e di eliminare gradualmente le importazioni di energia dalla Russia aumentando la quota di energia rinnovabile nella produzione di energia, nell’industria, negli edifici e nei trasporti fino al 40% entro il 2030.

 

Rispetto ai nuovi modelli contrattuali, come sta evolvendo il ruolo del consumatore? 

L’evoluzione del diritto dei consumatori dai primi meccanismi di tutela all’attuale quadro regolatorio ha visto succedersi numerosi modelli contrattuali quasi tutti di derivazione e matrice anglosassone. L’introduzione della normativa sulle comunità energetiche per la prima volta ha portato l’Europa ad anticipare una nuova logica nella tutela dei diritti dei consumatori modificando il ruolo dei consumatori da soggetto passivo rispetto alla utilizzazione dell’energia elettrica a soggetto attivo, ossia produttore (prosumer) della stessa. Con la nascita della comunità energetica un gruppo di consumatori si unisce in una nuova figura giuridica per produrre e condividere l’energia elettrica, diventando allo stesso tempo consumatori e produttori.

In altre parole, la condivisione della produzione di energia attraverso la rete di distribuzione elettrica crea una comunità virtuosa che vede l’unione di chi produce con chi consuma. Il risultato è certamente quello di una grande razionalizzazione delle risorse unitamente a quello di un efficientamento delle stesse. Due modelli virtuosi singolarmente compendiatisi in questa nuova esperienza giuridica che anche l’Italia ha incominciato ad implementare che è la Comunità energetica.

 

Potrebbe approfondire con noi i nuovi orientamenti della politica economica in campo energetico: questi nuovi orientamenti hanno effettivamente realizzato un diverso modo di concepire la produzione energetica da fonte rinnovabile? Come sta evolvendo il mercato macroeconomico rispetto alla nascita e sviluppo delle comunità? 

La produzione, la vendita e la trasmissione di energia elettrica sono attività complesse che rappresentano diverse, autonome e particolari filiere industriali; sistemi complessi e integrati che interessano milioni di consumatori che, nella veste di utenti finali, possono essere singoli cittadini o imprese piccole, medie e grandi.

Grazie allo sviluppo di nuove tecnologie, negli ultimi anni, è stato possibile assistere alla comparsa di un grande numero di produttori (proprietari o gestori) di impianti di energia da fonte rinnovabile che sono riusciti a produrre una quantità di energia in grado da un lato di soddisfare il loro fabbisogno energetico e dall’altro, per la parte in eccesso, di essere venduta.

Questo modello è stato il risultato di precise scelte di politica legislativa adottate dall’Unione Europea e recepite dai governi nazionali. In Italia, in particolare, il riferimento non può che andare alle leggi nn. 9 e 10 del 9 gennaio 1991, al D.lgs 29 dicembre 2003 n. 387 (attuativo della Direttiva 2001/77/CE del 27 settembre 2001 avente ad oggetto la promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità) e da ultimo alle semplificazioni nel campo energetico operate dal governo Draghi.

Questi nuovi orientamenti di politica economica in campo energetico hanno realizzato un diverso modo di concepire la produzione di energia da fonte rinnovabile. Si è passati dalla fase nella quale l’investimento veniva giustificato per la necessità di rispettare l’ambiente a quella secondo la quale la produzione dell’energia elettrica da fonte rinnovabile è incentivata sia per lo sviluppo sostenibile e per l’economia circolare sia per favorire la creazione di modelli di autosufficienza energetica.

Ciò ha determinato la nascita di un nuovo attore dei modelli economici energetici ossia il cosiddetto Prosumer: un consumatore che è a sua volta produttore e che consumando contribuisce comunque alla produzione.

Il riferimento va, in primo luogo, al consumatore che installa un impianto fotovoltaico sul tetto della propria abitazione con il quale produce una quantità di energia maggiore di quella che consuma; la produzione in eccesso, grazie, ad esempio, alle tecnologie sulla Blockchain, potrebbe essere venduta a prezzi più bassi e con innegabili vantaggi ambientali.

La tecnologia delle Blockchain potrebbe consentire, grazie ai suoi automatismi e alla tracciabilità, di costruire modelli contrattuali tra piccoli produttori e consumatori di energia. In questa prospettiva, milioni di case potrebbero diventare autonome centrali energetiche capaci di vendere in maniera automatica la propria energia in eccesso al miglior offerente.

L’impiego del Blockchain da parte di operatori economici specializzati nel trading energetico consentirebbe, peraltro, ai produttori di energia di allocare in modo più efficiente la quantità di energia prodotta in eccesso, intercettando, ad esempio, un bisogno temporaneo, ma urgente di un grande operatore industriale.

Le Comunità energetiche si inseriscono in questo processo di sviluppo e di cambiamento dei modelli macro economici dei mercati energetici come principale potenziale volano per una nuova economia e, probabilmente, determineranno, in prospettiva, la necessità di ripensare l’attuale disciplina dei mercati energetici.

Non a caso, infatti, l’Italia si è già trovata ad essere esposta ad una procedura d’infrazione per il mancato recepimento integrale della direttiva UE 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili.

L’intervento comunitario chiarisce che deve essere facilitata la partecipazione dei cittadini alla transizione energetica che, nel caso delle Comunità energetiche, significa che si deve mettere mano alla disciplina della liberalizzazione della rete di trasmissione dell’energia elettrica: attualmente infatti, in linea teorica, le comunità energetiche, dovrebbero riconoscere un canone al proprietario della rete per l’utilizzo della stessa ma questo, nella disciplina attuale, non solo non è previsto ma non è nemmeno consentito.

 

 

a cura di

Valeria Montani

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