skip to Main Content

Pubblicità online: respinta dalla Corte Europea di Giustizia la richiesta di Amazon di sospendere l’obbligo di rendere pubblico un repository degli annunci

Amazon Services Europe fa parte del gruppo Amazon. Le sue attività commerciali comprendono la vendita al dettaglio online e altri servizi come il cloud computing e lo streaming digitale. Fornisce servizi di marketplace a venditori terzi, consentendo loro di offrire prodotti in vendita tramite Amazon Store.

Con una decisione del 23 aprile 2023, adottata nell’ambito del Regolamento sul Mercato Unico Digitale, la Commissione ha designato Amazon Store come “piattaforma estremamente grande” (decisione C(2023) 2746 final, vedere anche Commission’s Press Release IP/23/2413). Ciò significa, in particolare, che Amazon Store è obbligata a rendere pubblico un repository contenente informazioni dettagliate sulla sua pubblicità online. Amazon ha cercato l’annullamento di tale decisione dinanzi al Tribunale Generale dell’Unione Europea. Aveva anche presentato una richiesta di misure cautelari.

Con un’ordinanza del 27 settembre 2023, il Presidente del Tribunale Generale ha ordinato la sospensione dell’attuazione di tale decisione per quanto riguarda l’obbligo di rendere pubblico il repository degli annunci. La Commissione ha presentato un appello dinanzi alla Corte di Giustizia contro tale ordinanza.

Nella sua ordinanza odierna, in data 27 marzo 2024, il Vicepresidente della Corte di Giustizia annulla la parte dell’ordinanza del Presidente del Tribunale Generale che sospende la decisione della Commissione per quanto riguarda il repository degli annunci. Egli ritiene che alla Commissione sia stata negata, in violazione del principio del contraddittorio, l’opportunità di commentare gli argomenti esposti da Amazon durante il procedimento dinanzi al Tribunale Generale. Poiché la Commissione ha presentato alla Corte di Giustizia gli argomenti che intendeva sostenere contro gli elementi esposti da Amazon dinanzi al Tribunale Generale, il Vicepresidente della Corte di Giustizia pronuncia una sentenza definitiva nella disputa e respinge la richiesta di misure cautelari.

Il Vicepresidente della Corte ritiene che l’argomento di Amazon secondo cui l’obbligo introdotto dal legislatore dell’UE di rendere pubblico un repository degli annunci limita illegalmente i suoi diritti fondamentali al rispetto della vita privata e alla libertà di svolgere un’attività economica, non possa essere considerato, a prima vista, irrilevante e, inoltre, privo di serietà.

Inoltre, in assenza di sospensione, è probabile che Amazon subisca danni gravi e irreparabili prima dell’intervento di una sentenza che annulli la decisione della Commissione.

Tuttavia, tali constatazioni non sono decisive di per sé. È necessario valutare se il bilanciamento di tutti gli interessi coinvolti possa giustificare il rifiuto della sospensione. A tal riguardo, il Vicepresidente della Corte di Giustizia ritiene che, nel caso in cui non venga concessa la sospensione, l’annullamento della decisione della Commissione sarebbe di interesse per Amazon. Inoltre, non è stato dimostrato che, in una tale situazione, l’esistenza o lo sviluppo a lungo termine di Amazon sarebbe messo in pericolo. Inoltre, la sospensione comporterebbe un ritardo, potenzialmente di diversi anni, nel raggiungimento completo degli obiettivi del Regolamento sul Mercato Unico Digitale e quindi potenzialmente consentirebbe a un ambiente online minaccioso per i diritti fondamentali di persistere o svilupparsi, mentre il legislatore dell’UE ha considerato che le piattaforme molto grandi svolgono un ruolo importante in tale ambiente. Gli interessi difesi dal legislatore dell’UE prevalgono, nel presente caso, sugli interessi materiali di Amazon, con il risultato che il bilanciamento degli interessi è a favore del respingimento della richiesta di sospensione.

 

 

Approfondimenti:

Back To Top