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Passaporto biometrico e riconoscimento della retina

di Roberto Alma Le origini del passaporto biometrico sono da collocarsi nei giorni immediatamente successivi agli attacchi terroristici dell’11 Settembre 2001, data che ha segnato indubbiamente un punto di svolta per l’intero mondo occidentale. I Governi di tutto il mondo, a cominciare da quello degli Stati Uniti, hanno iniziato una nuova politica, per certi versi discutibile, basata su una sempre crescente esigenza di sicurezza, diretta, in modo particolare, ad un controllo più efficace delle frontiere rispetto al recente passato. L’attacco terroristico dell’11 Settembre 2001 ha mostrato chiaramente l’abilità dei terroristi ad entrare nel territorio degli Stati Uniti nel rispetto del Visa Waiver Program. La reazione immediata del Governo americano a quei fatti drammatici si è avuta con il Patriot Act del 2001 che ha apportato modifiche significative al regime degli ingressi in base al VWP. In particolare è stato stabilito che entro il 1 Ottobre 2003 l’ingresso in base al VWP sarebbe stato consentito solo ai possessori di passaporti a lettura ottica. La svolta decisiva si è però avuta con il successivo Enhanced Border Security and Visa Entry Reform Act del 14 Maggio 2002. Questo atto legislativo ha stabilito, quale condizione necessaria per la prosecuzione del VWP con gli Stati partecipanti, l’obbligo per i predetti Stati di certificare entro il 26 Ottobre 2004 l’avvio di un progetto di realizzazione di passaporti a lettura ottica, incorporanti identificatori biometrici.

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