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Roaming e Net neutrality, c’è l’accordo nell’Ue: stop ai “sovrapprezzi” nel 2017, salvaguardia dell’open Internet. Giacomelli: “Bella notizia, ma restano da definire dettagli tecnici non secondari”

Il Parlamento Europeo, il Consiglio e la Commissione hanno raggiunto un accordo sulla cessazione delle tariffe di roaming all’interno dell’Unione nell’ambito di un pacchetto che comprende anche un’altra cruciale iniziativa in materia di continente connesso, quella riguardante la neutralità della rete. L’annuncio della presidenza lettone arriva dopo anni di trattative; la Commissione europea aveva infatti presentato la sua proposta sul Connected continent nel settembre 2013, e l’Europarlamento aveva votato in prima lettura il progetto di legge nel mese di aprile 2014. Il Consiglio ha successivamente adottato un mandato per i negoziati nel marzo scorso, durante i quali sono emerse posizioni molto distanti tra i Paesi membri in una dinamica palesatasi con chiarezza durante il semestre di presidenza italiano ma che sembra ora viaggiare verso un epilogo in linea con le ambizioni di chi punta a realizzare il Digital Single Market su scala continentale.

Roaming – Sul primo fronte, il “sovrapprezzo” che gli utenti di telefonia devono attualmente pagare quando varcano i confini nazionali cesserà di esistere dal 15 giugno 2017. Detto in altri termini, da quella data muovendosi tra gli Stati membri sarà possibile fruire delle stesse tariffe che si pagano nel proprio Paese.  Negli ultimi otto anni le tariffe di roaming si sono abbassate dell’80%, mentre già dall’aprile 2016 gli operatori potranno applicare “sovrapprezzi” più bassi di quelli attuali (5 centesimi al minuto per le chiamate, 2 centesimi per gli sms, e 5 centesimi per ogni Mb di dati scambiati, IVA esclusa).   Net neutrality – “La neutralità della rete è di fondamentale importanza per gli utenti e le aziende. Essa assicura che gli europei abbiano accesso ai contenuti e servizi on-line che vogliono senza alcuna discriminazione o interferenza, come il blocco o rallentamento, da parte dei fornitori di accesso a Internet”. È così che Bruxelles spiega in una nota il senso dell’accordo raggiunto in sede continentale. “Questo assetto – prosegue la Commissione – è anche molto importante per le start-up che commercializzano i loro prodotti e servizi via Internet e devono essere in grado di competere su un piano di parità con i giocatori più grandi. Fino ad oggi, non ci sono state regole chiare sulla neutralità della rete a livello europeo, lasciando la maggior parte dei cittadini senza protezione legale per il loro diritto di accedere ad un’open Internet. Alcuni paesi dell’Ue hanno adottato leggi nazionali in materia, tuttavia, in un mercato unico digitale, non possiamo permetterci che i 28 Stati membri adottino 28 approcci diversi. La libertà dei cittadini europei di accedere o distribuire i contenuti di Internet non deve dipendere dal paese in cui si trovano. Avere una legge dell’Ue in materia di neutralità della rete significherà evitare una nuova frammentazione della regolamentazione delle telecomunicazioni in Europa”. L’accordo sancisce così l’inserimento nel diritto dell’Unione del no blocking or throttling di applicazioni e servizi: “Ogni europeo deve essere in grado di avere accesso ad una Internet aperta e tutti i fornitori di contenuti e di servizi devono essere in grado di fornire i propri servizi tramite una rete Internet aperta di alta qualità. Tutto il traffico deve essere trattato allo stesso modo. Questo esclude il pagamento per la prioritizzazione del traffico; al tempo stesso, la parità di trattamento permette una ragionevole gestione del traffico a seconda delle esigenze tecniche giustificate dal momento (come per esempio in caso di cyber-attacco o di congestione della rete), ma essa deve essere indipendente dalla origine e dalla destinazione del traffico”. Resta tuttavia aperta la porta ai servizi specializzati (come la telemedicina, le auto connesse, la Tv in online in alta definizione) purché essi “non danneggino la qualità dell’accesso ai servizi dell’open Internet“. “Queste regole – assicura la Commissione – saranno in vigore dal 30 aprile 2016”.

Da poco più di due settimane negli Stati Uniti è in vigore il nuovo quadro disegnato dalla Federal Communications Commission proprio a partire da questi cardini.

Net neutrality, dal Mise le riflessioni del gruppo di esperti sull’Open Internet Order. Giacomelli: “Documento FCC punto di equilibrio avanzato” Net neutrality, Quintarelli: “L’utente deve essere libero di scegliere. In ballo questioni legate ai diritti civili”

“Quando l’Europa parla a una voce sola è sempre positivo, quindi l’accordo su fine roaming e Net neutrality è una bella notizia, anche se per ora è solo sui punti e rimangono da definire dettagli tecnici non secondari”. Così il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle telecomunicazioni Antonello Giacomelli: “Dopo due anni di trattative la promessa ai cittadini europei è stata mantenuta e il rischio di un rinvio al 2018, grazie al contributo del governo italiano, di altri governi e al sentimento diffuso della pubblica opinione, è stato scongiurato. Va ringraziata la presidenza lettone per la mediazione svolta e sottolineato il contributo prezioso e tenace della delegazione italiana al parlamento europeo che si è sempre espressa in sintonia con le posizioni del governo – conclude Giacomelli – Gli aspetti tecnici che ancora devono essere scritti non sono di dettaglio: lavoreremo perché non svuotino il senso dell’accordo di oggi o determinino rischi di slittamenti sostanziali degli effetti”. 30 giugno 2015

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